Come prevedibile, le recenti dichiarazioni di James Cameron non sono piaciute alla OceanGate, la società che da anni organizza viaggi di lusso per visitare il relitto del Titanic e non solo, ora tristemente protagonista delle pagine nere della cronaca dopo l’implosione del sommergibile Titan e la morte di cinque persone.
Il regista del kolossal con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nei giorni scorsi non ha lesinato un parere molto critico nei confronti delle attività del gruppo, sostenendo che molte persone nell’ambiente avessero sconsigliato quel tipo di impresa perché «quello che stavano facendo era troppo sperimentale per consentire il trasporto di passeggeri».
Cameron stesso ha fatto più volte quel viaggio (si è anche spinto fin dentro alla Fossa delle Marianne, molto più in profondità) e per questo ha ritenuto di poter dire con una certa sicurezza che la OceanGate «non ha voluto richiedere la certificazione perché sapevano che non l’avrebbero ottenuta». Sotto accusa la tecnologia usata dalla società, che gli ha fatto anche dichiarare: «Non sarei entrato in quel sottomarino».
A questa e altre critiche ha risposto ora il co-fondatore di OceanGate Guillermo Söhnlein, durante un’intervista a BBC Radio 4. Ha ovviamente rimandato tutte le accuse al mittente, sostenendo che «le persone continuano a equiparare certificazione e sicurezza, ignorando che ci sono 14 anni di sviluppo dietro al sottomarino Titan».
Poi, ha aggiunto: «Qualsiasi esperto che sta dicendo la sua, compreso il signor James Cameron, dovrà ammettere che non erano qui quando abbiamo progettato il sommergibile, quando lo abbiamo costruito e di certo non erano qui durante i rigorosi test cui lo abbiamo sottoposto». E ancora: «Ci sono stati 14 anni di sviluppo, era molto robusto e ha portato avanti con successo varie spedizioni scientifiche vicino al Titanic nel corso degli ultimi tre anni».
Sul disastro del Titan, per Cameron molto simile a quello del Titanic perché in entrambi i casi gli avvertimenti non sarebbero stati ascoltati, si è espresso anche uno degli sceneggiatori dei Simpson, che rigetta l’idea di una nuova profezia della serie animata e sostiene inoltre che la OceanGate non sia una società sprovveduta. Al contempo, però, lui e altri hanno raccontato che quel particolare viaggio comportava tremendi pericoli e alcuni di loro, col senno di poi, non lo avrebbero fatto.
Foto: Kevin Winter/Getty Images
Fonte: BBC Radio 4
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