Povere creature! di Yorgos Lanthimos sta registrando in Europa come in America un successo straordinario e, dopo la vittoria di Emma Stone come Migliore attrice ai Golden Globe e i Bafta Award, anche l’ipotesi di una sua possibile vittoria alla notte degli Oscar si fa sempre più concreta.
Tra i temi cruciali del film c’è proprio l’indole di Bella Baxter, protagonista assoluta di Poor Things. Una figura fieramente progressista, che rappresenta la presa di coscienza e il processo di emancipazione femminile nell’Europa del tardo ‘800. Al punto che, per molti, Povere creature! può essere definito a tutti gli effetti un film femminista.
Una etichetta che al regista Yorgos Lanthimos va decisamente stretta. Dopo mesi di polemiche, a rivolgere la domanda diretta è la rivista Variety. E la risposta del cineasta greco è piuttosto caustica.
«Non amo particolarmente addentrarmi in conversazioni analitiche riguardo ai miei film. Cosa significano, quali sono i temi, cosa rappresentano i personaggi. Come ho già detto tante volte, mi sento molto sicuro della sceneggiatura. E questo significa che nella sceneggiatura convergono molto cose differenti. Quantomeno, per una persona intelligente. E non credo ci sia altro da aggiungere».
Il regista aggiunge che etichettare Povere creature! come film femminista sia piuttosto pericoloso, oltre che riduttivo. «Credo che insistere con questo genere di conversazioni sia piuttosto rischioso. Le cose cominciano a sembrare terribilmente mono dimensionali. Come se nel film esistesse solamente questo aspetto. Non è questo quello che sto cercando di fare. Cerco di fare dei film più aperti di così» ha detto.
Nel corso dell’intervista, Emma Stone e Yorgos Lanthimos hanno anticipato anche i loro prossimi progetti comuni. Dopo il grande successo di Povere creature! il cineasta e la sua musa hanno lavorato insieme anche a un film antologico, probabilmente in concorso a prossimo Festival di Cannes: Kinds of Kindness.
Quindi, quest’estate torneranno ancora sul set per un nuovo progetto, il remake del cult coreano Save the green planet. E date le premesse, noi non vediamo l’ora di vederlo.
Foto: Searchlight Pictures
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