Povere creature!, la Bella è la bestia nel nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone. La recensione
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Povere creature!, la Bella è la bestia nel nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone. La recensione

Sei anni dopo La Favorita, il regista torna a far coppia con Emma Stone per raccontare il bizzarro coming of age soprattutto sessuale di una novella "mostra di Frankenstein"

Povere creature!, la Bella è la bestia nel nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone. La recensione

Sei anni dopo La Favorita, il regista torna a far coppia con Emma Stone per raccontare il bizzarro coming of age soprattutto sessuale di una novella "mostra di Frankenstein"

povere creature recensione
PANORAMICA
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Dopo aver conquistato il Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove il regista greco Yorgos Lanthimos è ormai habitué avendo vinto qui il premio per la Miglior sceneggiatura nel 2011 con Alps e di quello della giuria per La favorita nel 2018, arriva finalmente nelle sale italiane da Povere Creature!, tra i grandi favoriti della 96° edizione degli Oscar, grazie alle 11 nomination raccolte (solo due in meno di Oppenheimer).

Basato sul romanzo del 1992, scritto da Alasdair Gray e in prima battuta pubblicato col titolo Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra, racconta la storia di una novella “mostra di Frankestein”, la rediviva Bella: a riportarla in vita dopo un apparente suicidio è il chirurgo Godwin Baxter (Willem Dafoe), meglio conosciuto come God. Una lettura allegorica molto semplice: con i suoi esperimenti si spinge in territori divini, creando strane creature come il maiale-gallina o il cane-papera. Bella non fa eccezione.

Ha il corpo di una donna, ma la mente di un’infante e, in quanto tale, il dottore chiama a sé un suo studente affinché ne annoti i rapidissimi progressi. Bella ne fa di nuovi ogni giorno, confinata nel palazzo d’avorio con il suo padre-creatore. Ben presto entra nella fase di ribellione adolescenziale e scopre non solo il proprio corpo e pulsioni sessuali, ma anche la necessità di uscire ad esplorare il mondo. Ecco quindi che, insieme al viveur Duncan (Mark Ruffalo), inizia il suo bizzarro viaggio tra diverse scenografie simboliste che ricordano i quadri del pittore svizzero Arnold Böcklin.

Quello di Bella ha tutti i tratti di un coming of age interessato soprattutto a esplorarne la sfera sessuale: Emma Stone non si tira indietro e affronta senza vergogna una quantità esorbitante di scene di sesso anche spinte, ma perfettamente inquadrate nel contesto di crescita interno della “giovane”. La sua estrema libertà offre una chiave di lettura proto-femminista a Povere creature!: come dichiarato anche da Yorgos Lanthimos, il motore narrativo sta proprio nella curiosità di vedere una donna nelle condizioni di ripartire da zero, senza condizionamenti familiari o sociali nell’età dello sviluppo, una giovane mente curiosa in un corpo già pronto per essere goduto e far godere.

Povere creature! si muove tra piani metaforici e altri estremamente letterali: Bella è bella, ma in sé racchiude anche gli elementi della bestia, della creatura incontrollabile guidate dalle proprie pulsioni e passioni. Affronta il mondo con lo sguardo della vergine, ma allo stesso tempo con la determinazione della donna che ne ha già conosciuto gli orrori. Ad attirare gli uomini è proprio il suo innocente (e apparente) candore, una purezza che prima l’assistente Max McCandles e poi Duncan provano a plasmare secondo la propria volontà. Ma Bella è una creatura unica e si imbarca in una sua personale e carnalissima versione della fiaba di Pinocchio o volendo anche un contraltare gotico di Barbie – se la si considera come un’altra bambola che scopre sé stessa e il mondo.

A conti fatti, è forse il film nel quale Lanthimos è riuscito a coniugare meglio il suo fetish artistico per il corpo, la carne e i processi di trasformazione e quell’istanza più commerciale alla quale si è già “piegato” con La favorita. Ci sono i suoi cavalli di battaglia (come il fish eye) e una satira sociale affrontata in maniera più o meno sottile a seconda dell’occasione o della battuta. Potrebbe riservare grosse soddisfazioni agli Oscar: la prova di Emma Stone può metterla di nuovo sopra i palchi e sotto i riflettori della più importante cerimonia dell’anno, ma non è da escludere anche un colpaccio nella categoria Miglior Film ai danni di Oppenheimer.

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Foto: Searchlight Pictures

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