Il 19 maggio insieme a Jake Gyllenhaal e Gemma Arterton troveremo al cinema anche Sir Ben Kinglsey nella trasposizione per il grande schermo del videogioco Prince of Persia. L’attore inglese, premio Oscar nel 1982 per la sua intepretazione del Mahatma Gandhi, diventa qui il subdolo Nizam, fratello del re di Persia e zio del principe Dastan. L’attore, che ha ricevuto tre nomination agli Oscar per Bugsy, L’ultimo colpo della bestia e La casa di sabbia e nebbia, racconta in questa intervista, pubblicata oggi in esclusiva da Best Movie, la sua esperienza sul set di questo kolossal prodotto da Jerry Bruckheimer e diretto da Mike Newell, del suo personaggio e del rapporto con i colleghi. Un’eseprienza nuova nella quale l’attore ha convogliato la sua importante esperienza, che include anche il teatro. Nel Regno Unito Kingsley ha interpretato soprattutto Shakespeare esordendo nel 1967 presso la Royal Shakespeare Company e nel 2001 è stato nominato Cavaliere dalla regina Elisabetta II in occasione della New Year’s Eve Honours List.
Intervista a Sir Ben Kingsley
Potresti descrivere il rapporto fra il tuo personaggio, Nizam, e il re di Persia?
Ben Kingsley: Recito la parte del fratello e il rapporto è basato sull’invidia. Da giovane, il mio personaggio ha avuto la possibilità di salvare la vita del re, cosa che ha fatto, ma, per via del suo carattere, se ne è pentito amaramente. Se non lo avesse fatto, Nizam infatti sarebbe diventato re. La sua invidia è profonda, ma è celata sotto numerosi strati, e quindi lo spettatore potrebbe non esserne sicuro da subito. Inizialmente, infatti, Nizam sembra una persona rispettabile e un buon fratello e zio, ma quando la pressione monta finisce per rivelare la sua vera natura.
Ci sono stati aspetti particolari della produzione di questo film che ti hanno attratto?
Ben Kingsley: È impossibile immaginare la produzione quando ricevi un soggetto di un film, ma Mike Newell, il nostro regista, voleva che fossi io ha recitare la parte di Nizam. Ha subito richiesto la mia partecipazione, nelle prime fasi del processo di casting. Conoscevo Mike Newell e sapevo che per lui è importante studiare i personaggi. Quando successivamente ho letto il soggetto, mi sono reso conto che il film si basava invece molto di più su una storia, la cui trama era splendidamente intessuta. Mike Newell era la persona adatta per trovare il giusto equilibrio fra questi due aspetti. La trama, come ho detto, era fantastica, ben sviluppata, e non necessitava di alcun intervento. E questo è importante perchè è la storia che si filma. Ma quanto ai protagonisti, ci sono tanti diversi livelli che entrano in gioco in questa famiglia disfunzionale. E dalle pagine ho capito che avremmo dovuto concentrarci parecchio sui ruoli da interpretare. Quindi direi che inizialmente è stato Mike Newell ad attirarmi insieme alla sua curiosità nei confronti dei personaggi. Poi c’è stata la combinazione del soggetto e di Mike e quindi il Marocco, che adoro. Ho girato sei film in Marocco. Alcune delle scene però saranno girate presso gli studi di Pinewood, quindi alla fine del film torneremo a casa e potrò fare il pendolare!
Il cast messo assieme da Mike è eccezionale. Con chi reciti principalmente?
Ben Kingsley: Nizam è un personaggio solitario, come lo sono in genere le persone invidiose. Non si fidano di nessuno, è difficile per loro creare dei rapporti e ritengo che Mike abbia sfruttato bene questa forma di solitudine. Le scene di Nizam sono con i ragazzi, i nipoti, Dastan, Tus e Garsiv. Garsiv non vede l’ora lanciarsi in battaglia, Tus vuole diventare re a tutti i costi e Dastan deve dimostrare di non essere un semplice ragazzo di strada. Io sfrutto tutte queste loro insicurezze. Se non vi fosse questo aspetto nel mio personaggio, la sceneggiatura sarebbe meno ricca e meno densa. È una famiglia disfunzionale e ce ne sono tante in giro.
Allora Nizam non è il tipico personaggio “cattivo”. È una figura molto complessa…
Ben Kingsley: Senza Jerry Bruckheimer, che ha scelto Mike Newell come regista, la trama sarebbe diventata quasi sicuramente l’elemento principale del film. Con lui invece i personaggi, con la loro complessità, i loro difetti e desideri, giocano un ruolo importante.
Non hai avuto nessuna esitazione, come attore, a partecipare a un film basato su un videogioco?
Ben Kingsley: No, per nulla. È ovviamente un gioco di gran successo, con molti appassionati, e sviluppare un film su queste basi è entusiasmante. Naturalmente è possibile che il pubblico si divida fra gli appassionati, che seguono la storia, oppure gli appassionati e conoscitori del videogioco, che potrebbero non riconoscersi affatto nel film o non riconoscere il gioco. E vi potrà essere infine un pubblico che vorrà scoprire il “perché e il percome” delle scene. Ritengo che sia un punto di partenza interessante e una scelta molto intelligente.
Nel film vi sono tante armi interessanti… cosa usa Nizam per proteggersi e combattere?
Ben Kingsley: La mia arma segreta è un gruppo di uomini. Sono gli Hassansin e li uso come userei una batteria di missili. Sono incredibilmente disciplinati, affronterebbero qualsiasi nemico e sono completamente al mio servizio. Possiedo anche una spada e il mio personaggio è un ottimo spadaccino. A volte estraggo il mio pugnale, in modo sleale, a sorpresa. Cerco di recitare tutte le scene fisiche, se possibile. Mi piacciono parecchio.
Qual è stata la sfida più impegnativa che hai dovuto affrontare durante le riprese?
Ben Kingsley: Trovare il giusto equilibrio nel recitare la parte di un uomo che mente senza farsi scoprire. È impossibile darla a bere ai miei nipoti… sono tre persone molto intelligenti. Quindi devo sostenere questo approccio machiavellico con un sorriso. Come lo stesso Shakespeare dice “uno può sorridere, sorridere e sorridere ed essere un furfante”. La sfida è non essere mai un furfante, ma essere sicuri che il mio palese destino, il palese destino del mio personaggio, sia diventare re. Spero che gli spettatori ripensino a questa parte del film quando lo guarderanno su Dvd, dicendo “Sì, è qui che ho capito che era un furfante”. Voglio disseminare indizi, ma senza che tutto diventi eccessivamente ovvio. Come quando guardo di sfuggita il pugnale del tempo o mi adopero per aizzare i miei nipoti l’uno contro l’altro.
In che posizione metteresti questa parte nella tua classifica di ruoli per il cinema?
Ben Kingsley: L’intera esperienza e questo personaggio occuperanno sicuramente i primi posti perché, avendo recitato tanto Shakespeare agli inizi, mi sembra che tutti i personaggi di questo film siano studiati approfonditamente, siano psicologicamente accurati e in una pellicola d’azione questo è magnifico.
Hai offerto dei consigli a Jake o Gemma durante le riprese?
Ben Kingsley: Se me lo chiedono, li dò, ma ritengo che la cosa migliore che un attore esperto possa offrire ai colleghi più giovani sia l’esempio. Sul set devi essere concentrato e conoscere bene la tua parte, intervenire al momento giusto e ripetere la scena anche diverse volte, fino a quando non funziona.
Adotti un accento nel film per rendere Nizam più realistico?
Ben Kingsley: No, è come se Nizam avesse fatto parte della Royal Shakespeare Company. È bello poter usare la mia voce. In generale non ci saranno troppi travestimenti o accenti in questo film, tranne nel caso di Jake, che parla inglese con un accento britannico impeccabile.
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Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo, diretto da Mike Newell e interpretato da Jake Gyllenhaal, Gemma Arterton, Ben Kingsley e Alfred Molina uscirà nei cinema il 19 Maggio 2010.
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