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Professione Impersonator – Prima parte alla scoperta di un nuovo modo di vivere il cosplay

Prima parte del nostro viaggio alla scoperta di cosplay impeccabili, tali e quali all'originale tanto da diventare sosia dei personaggi pop più amati di sempre e trasformare una passione in un business

Professione Impersonator – Prima parte alla scoperta di un nuovo modo di vivere il cosplay

Prima parte del nostro viaggio alla scoperta di cosplay impeccabili, tali e quali all'originale tanto da diventare sosia dei personaggi pop più amati di sempre e trasformare una passione in un business

Probabilmente a tutti è successo di sentirsi dire prima o poi “Ma sai che somigli a..?”, con analogie più o meno veritiere rispetto al personaggio oggetto di paragone. Ma quando sia la somiglianza fi sica che caratteriale si fanno vieppiù conclamate e incontrovertibili, ecco che in qualche modo si esce dagli schemi, si smette di essere “semplicemente” un cosplayer e può succedere di volersi spingere oltre. Sosia, testimonial e impersonator sono un altro modo vibrante e alternativo di vivere la passione del cosplay nelle sue ulteriori sfumature, e possono offrire davvero delle grandi opportunità, oltre che innegabili soddisfazioni. Il physique du rôle, non una vaga somiglianza, manco a dirlo, qui è un requisito assolutamente essenziale, seppure non l’unica conditio sine qua non. In questo approfondimento (diviso in due puntate) faremo dunque la conoscenza di alcuni tra i più affermati impersonator italiani, che hanno fatto di un determinato personaggio o attore – e delle sue varie incarnazioni – il proprio marchio di fabbrica, spaziando tra grandi classici dell’animazione nipponica, ormai veri e propri evergreen come Lupin III e Lady Oscar, a icone del grande schermo come Johnny Depp in Jack Sparrow della fortunata pentalogia piratesca caraibica, fino alle versioni ormai note al grande pubblico dei super eroi del Marvel Cinematic Universe. E i videogiochi? Beh, anche quelli esercitano un appeal innegabile sui cosplayer basti pensare alla crossmedialità di un’epopea come la blasonata saga di The Witcher, nato romanzo fantasy, sviluppato in serie videoludica di gran successo, trasposto a fumetti e approdato recentemente su Netflix come serie Tv.

Michele Paterakis è il sosia di Benedict Cumberbatch e un perfetto Doctor Strange.

IMPERSONATOR O COSPLAYER?

Ma come si diventa “impersonator” e soprattutto che differenza c’è con l’essere un cosplayer? Ce lo racconta uno di loro, Marco Spatola in arte sosia di Robert Downey Jr. (nel MCU e non solo). «Un cosplayer è colui che in uno spazio temporale più o meno definito interpreta o prende le sembianze di un personaggio con abiti creati da lui o no, ma che può anche non essere per forza con tratti somatici o lineamenti similare al personaggio scelto e sfruttare quindi il trucco e le parrucche per avvicinarsi al personaggio.. Una grande differenza tra cosplayer e impersonator, penso sia anche il non avere per gran parte del tempo armature o oggetti da frapporre tra te e il pubblico… ma solo sè stessi, la propria immagine e la propria personalità». Chiosa Michele Paterakis, alias Doctor Strange e altre incarnazioni di Benedict Cumberbatch: «Noi impersonator, non siamo migliori o superiori, siamo diversi. Generalmente i cosplayer possono interpretare più personaggi, passando da un costume all’altro. Noi, ci limitiamo nell’interpretazione di un personaggio singolo e, proprio per questo motivo, cerchiamo di offrire una recitazione a 360 gradi. La somiglianza è importante, ma non è tutto, neanche lontanamente. Non curiamo solo il look, ma una serie di cose che possono essere cruciali, soprattutto quando interpreti dal vivo in mezzo alla gente. Parliamo di gestualità, espressività e mimica facciale, battute e linguaggio del corpo. L’obiettivo è quello di offrire al nostro pubblico un’esperienza “viva e interattiva”, dove ogni singolo fan che abbia voglia di scattare una foto o fare due chiacchiere, possa per un attimo pensare di interagire veramente con la celebrità o con il supereroe». Milena Vigo, volto di Jill Valentine – tra i protagonisti del franchise videoludico Resident Evil – da oltre 10 anni, arriva proprio dal mondo dei videogiochi. Oltre a essere una gamer, si occupava già di make-up per la Umbrella Italian Division, e da lì ha iniziato a collaborare con le case videoludiche che l’hanno notata, tra cui Capcom e Bandai Namco. Un personaggio, quello di Jill, che ha imparato ad amare e a vivere sulla sua pelle, apprezzandone e studiandone tutte le sfumature, anche grazie alla sua preparazione attoriale, evolvendo nel tempo con la sua controparte.

La somiglianza tra Louis Guglielmero e il Depp di Pirati dei Caraibi è impressionante.

TUTTO EBBE INIZIO DA….

Nel caso della banda Lupin l’incontro è avvenuto in modo del tutto fortuito tra il protagonista e l’infallibile pistolero Jigen ad un evento milanese: visto il grande riscontro ottenuto si è deciso di implementare la banda con il samurai Goemon, l’ispettore Zenigata e la bella Fujiko. Marco Spatola invece racconta: «La cosa che negli anni mi ha iniziato a stranire è che le persone non mi dicevano solo “Sei uguale a Tony Stark” ma insistevano nel dirmi che il mio modo di comportarmi e di vivere era lo stesso, comprese frasi che dicevo e che col tempo mi accorsi far parte dei modi di dire di Tony». Anche per Louis Guglielmero (alias Jack Sparrow) l’inizio è stato pressoché analogo. «L’avventura del diventare un impersonator, o sosia se vogliamo usare vecchie terminologie, nel mio caso nasce veramente per caso nel lontano 2009. Avevo deciso di ricreare il costume del capitan Jack Sparrow per un Carnevale su consiglio di amici; la prima bozza del costume era molto “scarna” ma con mio grande stupore vinsi tutte le gare carnevalesche più importanti in zona. In quello stesso anno mi sono avvicinato al mondo del cosplay partecipando a varie fiere, dove il fotografo triestino Claudio Micali mi ha chiesto di posare come modello per un concorso fotografico nei panni del capitano. Le foto diventarono presto virali e quello è stato il mio battesimo lavorativo come sosia o impersonator». Per il grande Maestro delle Arti Mistiche invece «Le prime “segnalazioni” legate a questa somiglianza sono arrivate circa 10 anni fa, quando Benedict Cumberbatch è diventato famoso per la sua interpretazione nella serie Tv Sherlock. Ma ancora il fenomeno era molto limitato. Dopo il suo ingresso nel mondo Marvel nel 2016 la cosa si è notevolmente intensificata, anche perché io avevo questo look prima di lui… Chiaramente, la cosa è diventata ancora più significativa, dopo il mio esordio come impersonator di Strange, specialmente per il mio profilo sui social media».

to be continued…

Milena Vigo qui nei panni della Cammy di Street Fighter.

 

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