Olivia Wilde è tornata a parlare di quanto accaduto in relazione al casting del suo nuovo film da regista, Don’t Worry Darling, quando scelse di licenziare Shia LaBeouf sostituendolo con Harry Styles per proteggere, a suo dire, la protagonista Florence Pugh.
In origine, Wilde era stata scelta per il ruolo principale di Alice, una casalinga di periferia che inizia a dubitare di suo marito Jack e della loro cittadina degli anni ’50, Victory, in California. Eppure, quando la regista ha deciso di volere una coppia più giovane per il film, ha subito pensato proprio alla star di Midsommar Florence Pugh e all’attore e popstar internazionale Harry Styles. Tuttavia, Styles era in tournée in quel momento, e la scelta è dunque ricaduta su su Shia LaBeouf (il tour dell’ex One Direction fu poi cancellato causa pandemia, permettendogli di recitare in Don’t Worry Darling).
«Lo dico da persona che ammira il suo lavoro: il suo processo non era favorevole all’etica che esigo nelle mie produzioni – ha rivelato Wilde ai microfoni di Variety a proposito dell’atteggiamento e dei metodi di Shia LaBeouf sul set – Ha un processo che, per certi versi, sembra richiedere un’energia combattiva, e personalmente non credo che sia favorevole alle migliori prestazioni».
All’epoca, Wilde aveva parlato di «politica senza str**zi», mentre la produzione aveva asserito che per LaBeouf fossero sorti dei conflitti di programmazione. Nello stesso anno, l’ex partner di LaBeouf e co-protagonista del film autobiografico da lui interpretato Honey Boy, FKA Twigs, ha intentato una causa contro l’attore per abusi sessuali, emotivi e psicologici. «Sono emerse molte cose dopo che è successo, cose che mi hanno davvero turbato, in termini di comportamento – aggiunge Wilde – Per il nostro film, ciò di cui avevamo veramente bisogno era un’energia che fosse incredibilmente di supporto. In particolare per un film come questo, dove sapevo che avrei chiesto a Florence di trovarsi in situazioni molto vulnerabili e la mia priorità era farla sentire al sicuro e farla sentire supportata».
Conclude la regista, alla sua opera seconda dopo La rivincita delle sfigate (Booksmart in originale): «Credo che la creazione di un ambiente sicuro e di fiducia sia il modo migliore per convincere le persone a svolgere al meglio il proprio lavoro. In definitiva, la mia responsabilità è nei confronti della produzione e del cast al fine di proteggerli. Quello era il mio lavoro». Per quanto riguarda LaBeouf, atteso a Venezia alle Giornate degli Autori con Padre Pio di Abel Ferrara, Wilde ha aggiunto: «Mi ritrovo a augurargli davvero salute ed evoluzione, perché credo nella giustizia riparativa».
Foto: Getty (Rich Fury/Getty Images; Frazer Harrison/Getty Images; Kevin Winter/Getty Images)
Fonte: Variety (via IndieWire)
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