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Pulp Fiction, una teoria svela uno dei misteri irrisolti del film di Quentin Tarantino

Sono passati 28 anni, ma la curiosità su quella scena tormenta ancora molti spettatori

Pulp Fiction, una teoria svela uno dei misteri irrisolti del film di Quentin Tarantino

Sono passati 28 anni, ma la curiosità su quella scena tormenta ancora molti spettatori

pulp fiction

In attesa di scoprire quale sarà il decimo e ultimo film di Quentin Tarantino, sulla sua filmografia resta aperto un enorme mistero: cosa conteneva la valigetta di Marsellus Wallace in Pulp Fiction? Un dettaglio che da 28 anni incuriosisce i fan dell’iconico regista e spiegato solo attraverso numerose teorie, alcune più fantasiose di altre.

Già alla fine del 1997, ben prima di Reddit e dei social media, aveva iniziato a girare tramite mail una delle più popolari teorie riguardo la valigetta: questa si concentra su alcune scene che servirebbero a spiegare cosa sia quella luce che si intravede nel diner, quando viene aperta da Jules Winnfield (Samuel L. Jackson). Per iniziare, viene fatto notare che la prima inquadratura sul personaggio di Ving Rhames mostra la sua nuca e un cerotto; quindi, viene sottolineato come la combinazione della valigetta sia 666. 

A questo punto, la teoria si sposta sul biblico e ricorda che secondo le Scritture quando il Diavolo prende l’anima di una persona, la estrae proprio dal retro della testa. Facendo due più due ecco “svelato” il mistero dietro a Pulp Fiction: la valigetta contiene l’anima di Marsellus Wallace, prima venduta al diavolo e ora rivoluta indietro. Per questo motivo, i tre ragazzi all’inizio del film sarebbero aiutanti del diavolo e i proiettili non avrebbero colpito Jules e Vincent Vega perché letteralmente «Dio è sceso e ha fermato i colpi». Proprio Dio “in persona”, perché i due stavano cercando di salvare un’anima dal diavolo.

La teoria è senza dubbio suggestiva, ma è in contrasto con alcune evidenze: la prima arriva da Quentin Tarantino stesso, che nel corso di numerose interviste ha specificato come non c’è nessuna spiegazione ufficiale sul contenuto della valigetta di Pulp Fiction e che si tratta solo di un McGuffin, un espediente narrativo di per sé irrilevante – usato non solo dal regista di Le Iene e Bastardi senza Gloria, ma prima da Alfred Hitchcock in Psycho e quindi da altri grandi nomi come J.J Abrams in Mission: Impossible III e David Lynch per Mulholland Drive

Inoltre, il co-autore di Pulp Fiction Roger Avery ha dichiarato, nel corso di un intervista con Roger Ebert, che «Originariamente la valigetta conteneva diamanti, ma ci è sembrato troppo noioso e prevedibile. Si è deciso quindi che il contenuto non si sarebbe mai visto. Così il pubblico poteva riempire il vuoto con quello che voleva. Bisognava solo sapere che era ‘così meraviglioso’. Nessuno scenografo può creare qualcosa di meglio dell’immaginazione individuale. Questa era l’idea originale».

Missione decisamente riuscita, visto che 28 anni dopo è uno degli elementi della storia del cinema più curiosi e chiacchierati. Al punto che un giornale canadese, il Toronto Star, lanciò anche un concorso per far dire ai lettori la loro idea sul contenuto della valigetta di Pulp Fiction. Tra le risposte più popolari: l’Oscar che Tarantino sperava di vincere; una testa umana; l’orecchio o i diamanti rubati ne Le Iene; l’altro guanto di O.J Simpson; il naso della renna Rudolph. A vincere il contest fu un lettore secondo cui era tutto un omaggio al film Kiss Me Deadly di Robert Aldrich, che ruota proprio attorno ad una valigetta contenente una piccola arma nucleare.

Cosa ne pensate? Secondo voi la teoria regge? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.

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Foto: MovieStills

Fonte: Snopes

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