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Quanto è accurata l’antica Roma di Those About To Die? Ecco tutti gli errori

Lo show ambientato nella Roma dei Flavi si divide fra attente ricostruzioni e vere e proprie invenzioni. Scopriamo quali sono

Quanto è accurata l’antica Roma di Those About To Die? Ecco tutti gli errori

Lo show ambientato nella Roma dei Flavi si divide fra attente ricostruzioni e vere e proprie invenzioni. Scopriamo quali sono

Those About To Die

Those About To Die, la serie diretta da Roland Emmerich e ambientata nell’antica Roma, all’epoca della dinastia dei Flavi, resta la novità più gettonata del momento. Ma, benché lo show in esclusiva streaming sulla piattaforma Prime Video sia stato generalmente lodato per la fedeltà e l’accuratezza della ricostruzione storica, esistono anche alcuni errori, forzature e vere e proprie invenzioni, orchestrate dagli autori per tessere una trama più avvincente.

Ma procediamo con ordine. L’Imperatore Vespasiano, interpretato dal premio Oscar Anthony Hopkins, risulta tra le figure più storicamente accurate. Anche i momenti della sua morte sono stati ricostruiti seguendo fedelmente gli scritti degli storici romani. Più controversa può risultare invece la rappresentazione dei suoi due figli, Tito (Tom Hughes) e Domiziano (Jojo Macari). Those About To Die tende infatti a esacerbare la rivalità tra gli eredi al trono di Roma. Mentre le cause della morte di Tito non sono mai state appurate con certezza, gli storici tendono comunque a prediligere l’ipotesi di una morte naturale. Al contrario, lo show lascia ampiamente intendere che Domiziano volesse eliminare fisicamente il proprio rivale.

E passiamo ora ai gladiatori e l’arena, veri grandi protagonisti di questo ambizioso dramma corale. Il personaggio di Tenax, interpretato dall’ex star de Il Trono di Spade, Iwan Rheon, rappresenta la più grande infrazione della verità storica, essendo in effetti una figura di pura invenzione. Proprietario della più grande taverna di scommesse di Roma, ambisce anche alla creazione di una nuova Scuderia. Sappiamo invece che nell’antica Roma sono realmente esistite solo le quattro Scuderie, inizialmente rappresentate anche in Those About To Die: Azzurri, Verdi, Rossi e Bianchi. Il personaggio di Scorpo (Dimitri Leonidas), il più formidabile auriga di Roma, è invece realmente esistito, ma gli autori hanno scelto di romanzare alcuni aspetti della sua vita e soprattutto della sua morte, sopraggiunta all’età di 27 anni per cause che non sono mai state chiarite con certezza.

Altra forzatura storica è associata poi all’arco narrativo del gladiatore Kwame (Moe Hashim). Nato in Numidia e venduto come schiavo insieme alle due sorelle, diventerà un formidabile atleta nell’arena dopo essere stato acquistato da Domiziano. E dopo aver prevalso contro il favorito in uno spettacolare combattimento, sfuggendo a quella che sembrava una morte certa, riceve in dono il riscatto, ma sceglie di cedere la propria libertà alla sorella minore. Sembra piuttosto inverosimile che secondo le rigide regole della Roma imperiale un’ex schiavo potesse avere una simile autorità.

Ma la più vistosa forzatura storica che abbiamo visto nei dieci episodi della serie Those About To Die risulta essere quella della tragedia di Pompei. Gli scavi di Pompei ed Ercolano, colpite nel 79 a.C. dall’eruzione del Vesuvio, restituiscono ancora oggi uno spettacolo unico al mondo, già che la lava ha conservato intatti nei secoli i corpi di molti abitanti, le abitazioni e altri inestimabili reperti della vita in epoca romana. Nello show, la notizia dell’eruzione raggiunge immediatamente Roma, mentre nella realtà sappiamo che trascorsero diversi giorni, poiché di certo non esistevano le forme di telecomunicazione moderna e la città non aveva risentito di quel disastro naturale occorso nella vicina Campania.

Il disastro si mostra invece nello show decisamente più spettacolare, per quanto in linea generale queste infrazioni di natura storica restino comunque più contenute rispetto alla tradizione del genere peplum, soprannominato da Sergio Leone sandalone. La Hollywood degli anni d’oro ci ha abituato infatti a ben altre invenzioni, saccheggiando a mani basse miti e leggende di epoca romana ai fini dell’intrattenimento e dello spettacolo.

E voi cosa ne pensate? Fateci conoscere le vostre opinioni, come sempre, nei commenti.

Fonte: SR

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