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Queen Cleopatra: la regista della docu-serie spiega perché la regina egizia dovrebbe essere nera

Tina Gharavi, autrice del documentario Netflix, ha scritto un lungo articolo in cui risponde alle domande di chi non ha gradito la nuova rappresentazione del personaggio storico

Queen Cleopatra: la regista della docu-serie spiega perché la regina egizia dovrebbe essere nera

Tina Gharavi, autrice del documentario Netflix, ha scritto un lungo articolo in cui risponde alle domande di chi non ha gradito la nuova rappresentazione del personaggio storico

queen cleopatra

Sono giorni di polemiche in casa Netflix. Dopo il debutto del primo trailer ufficiale di Queen Cleopatra, la nuova docu-serie dedicata alla regina d’Egitto, il colosso dello streaming è finito al centro di un acceso dibattito a causa della rivisitazione del celebre personaggio storico: ad interpretarla è Adele James, un’attrice nera, la prima ad ottenere tale ruolo.

Il casting è strettamente legato alla natura intrinseca del progetto. Lo show farà infatti luce su una dibattuta teoria secondo cui l’etnia di Cleopatra non sarebbe affatto quella creduta finora dagli storici: l’ultima sovrana della dinastia tolemaica, secondo quanto verrà esposto dagli esperti consultati per la serie, potrebbe aver avuto una carnagione più scura rispetto all’immaginario che ne circonda la figura storica. Quantomeno, secondo la regista Tina Gharavi, più scura di quella portata sullo schermo da Elizabeth Taylor.

L’autrice di Queen Cleopatra ha infatti scritto un lungo articolo, pubblicato da Variety, in cui spiega, una volta per tutte, le ragioni che l’hanno portata a una simile conclusione. Potete leggerla, nella versione integrale che abbiamo tradotto per voi, qui di seguito:

«L’estate scorsa, quando vivevo a Venice Beach, decisi a causa dell’insistenza di un amico, di far visita ad un indovino. Io, sempre scettica ma aperta a farmi una risata, ho accettato di andare. Quello che mi disse l’indovino mi fece alzare gli occhi al cielo: “Non sto dicendo che sei Cleopatra ma in qualche modo condividi la sua storia e sei connessa a lei”.

Meno di un mese dopo, ricevetti una telefonata da una società di produzione che realizzava African Queens di Jada Pinkett Smith e successivamente venni assunta per dirigere quattro episodi di un documentario drammatico sulla vita della controversa leader. Sembrava uno scherzo.

Ricordo che da bambina vedevo Elizabeth Taylor interpretare Cleopatra. Ero affascinata, ma anche allora sentivo che l’immagine non era giusta. La sua pelle era davvero così bianca? Con questa nuova produzione, potevo trovare le risposte sull’eredità di Cleopatra e liberarla dalla morsa che Hollywood aveva posto sulla sua immagine?

Nata in Iran, sono persiana e l’eredità di Cleopatra è stata attribuita una volta o l’altra ai greci, ai macedoni e ai persiani. I fatti noti sono che la sua famiglia greca macedone – il lignaggio tolemaico – si sposò con la dinastia seleucide dell’Africa occidentale ed era stata in Egitto per 300 anni. Cleopatra era lontana otto generazioni da questi antenati tolemaici, rendendo alquanto improbabile la possibilità che fosse bianca. Dopo 300 anni, sicuramente, possiamo tranquillamente affermare che Cleopatra fosse egiziana. Non era più greca o macedone di Rita Wilson o Jennifer Aniston. Entrambe sono una generazione dalla Grecia.

Facendo delle ricerche, ho capito che atto politico sarebbe stato vedere Cleopatra interpretata da un’attrice nera. Per me, l’idea che le persone si fossero sbagliate così incredibilmente – storicamente, da Theda Bara a Monica Bellucci, e recentemente, con Angelina Jolie e Gal Gadot in corsa per interpretarla – significava che dovevamo farlo ancora meglio. La caccia era aperta per trovare l’artista giusta per interpretare Cleopatra nel 21° secolo.

Perché alcune persone vogliono che Cleopatra sia bianca? La sua vicinanza al candore sembra darle valore, e per alcuni egiziani sembra davvero importante.

Dopo molte discussioni e innumerevoli audizioni, abbiamo trovato in Adele James un’attrice in grado di trasmettere non solo la bellezza di Cleopatra, ma anche la sua forza. Ciò che gli storici possono confermare è che è più probabile che Cleopatra assomigli ad Adele di quanto abbia mai fatto Elizabeth Taylor.

Man mano che la produzione si avvicinava, mi resi conto della portata e della natura politica di questo lavoro. Era importante sistemare le cose, ma anche trovare un modo per raccontare la storia con umanesimo e sfumature: l’ultima cosa di cui avevamo bisogno era un’altra Cleopatra separata dalla sua femminilità e con il suo potere sessualizzato. La serie della HBO “Rome” ritraeva una delle donne più intelligenti, sofisticate e potenti del mondo come una squallida e dissipata tossicodipendente, ma all’Egitto non sembrava importare. Dov’era allora l’indignazione? Ma rappresentarla come nera scatena ciò? BENE.

Forse non è solo che ho diretto una serie che ritrae Cleopatra come nera, ma che ho chiesto agli egiziani di vedersi come africani, e sono furiosi con me per questo. Non mi sento in colpa.

Durante le riprese, sono diventata il bersaglio di un’enorme campagna di odio online. Gli egiziani mi hanno accusata di “insabbiare” e “rubare” la loro storia. Alcuni hanno minacciato di rovinare la mia carriera, il che, vorrei dir loro, è ridicolo. Me la stavo già rovinando da sola molto bene, grazie mille! Nessun ragionamento o promemoria sul fatto che le invasioni arabe non fossero ancora avvenute all’epoca di Cleopatra sembrava arginare la marea di commenti ridicoli. Amir nella sua camera da letto al Cairo mi ha scritto per ricordarmi che “Cleopatra era greca!”. Oh, cielo! Perché dovrebbe essere una buona cosa per te, Amir? Sei egiziano.

Quindi, Cleopatra era nera? Non lo sappiamo per certo, ma possiamo essere certi che non fosse bianca come Elizabeth Taylor. Dobbiamo avere un serio dibattito con noi stessi riguardo la supremazia bianca interiorizzata con cui Hollywood ci ha indottrinato.

Soprattutto, dobbiamo renderci conto che la storia di Cleopatra riguarda più ciò che siamo noi, che lei.

È quasi come se non ci rendessimo conto che il misogynoir [n.d.r. termine che si riferisce alla misoginia rivolta alle donne nere in cui la razza e il genere giocano entrambi un ruolo] ha ancora un effetto su di noi oggi. Dobbiamo liberare la nostra immaginazione e creare coraggiosamente un mondo in cui possiamo esplorare le nostre figure storiche senza temere la complessità che deriva dalla loro rappresentazione.

Sono orgogliosa di stare con “Queen Cleopatra” – una Cleopatra reinventata – e con il team che ha realizzato questo. Abbiamo reinventato un mondo di oltre 2000 anni fa dove una volta c’era una donna eccezionale che regnava. Vorrei tracciare una linea diretta da lei con le donne egiziane che si sono sollevate durante le rivolte arabe e con le mie sorelle persiane che oggi si ribellano contro un regime brutale. Mai prima d’ora è stato così importante avere donne leader: bianche o nere

Queen Cleopatra, ricordiamo, debutterà su Netflix il 10 maggio. Cosa ne pensate della spiegazione data dalla regista Zahi Hawass? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.

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