«Quei film non esistono»: Quentin Tarantino si scaglia contro lo streaming
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«Quei film non esistono»: Quentin Tarantino si scaglia contro lo streaming

Il cineasta ha qualcosa da ridire sui film che arrivano direttamente sulle piattaforme e cita l'esempio di Ryan Reynolds

«Quei film non esistono»: Quentin Tarantino si scaglia contro lo streaming

Il cineasta ha qualcosa da ridire sui film che arrivano direttamente sulle piattaforme e cita l'esempio di Ryan Reynolds

quentin tarantino

È un Quentin Tarantino sempre più scatenato quello che emerge dalle recenti interviste: dopo aver finalmente diffuso alcuni dettagli sulla trama e soprattutto sul protagonista del suo ultimo film The Movie Critic, il regista ha puntato il dito contro il mondo dello streaming.

Non è il primo e non sarà l’ultimo a farlo: nei mesi scorsi James Cameron aveva suonato la carica poco prima dell’uscita del suo secondo capitolo di Avatar, e neppure Malcom McDowell aveva usato parole gentili per commentare i nuovi meccanismi di distribuzione del cinema. Tarantino, nella seconda parte dell’intervista rilasciata a Deadline, ha toccato questo argomento.

Ha iniziato col confermare che The Movie Critic sarà il suo ultimo film, ma non per questo non lo rivedremo più da altre parti. Potrebbe darsi alla televisione, ai cortometraggi o addirittura al teatro: è solo alla sua filmografia principale che sta per scrivere la parola fine. È tempo di farlo, sostiene, anche perché «che cosa sono i film ormai? Qualcosa da mostrare sui propri dispositivi Apple? Sarebbero rendimenti decrescenti».

Ha poi svelato che per il suo ultimo lavoro si affiderà alla Sony: «Perché sono gli ultimi in città che sono assolutamente impegnati sull’esperienza nelle sale. Non vogliono nutrire le loro piattaforme streaming. Giudicano il successo in base ai posti in sala e dal modo in cui i loro film entrano nello zeitgeist [nello spirito del tempo, ndr], non fanno solo film costosi da mettere in streaming. Dove nessuno sa neppure che sono lì».

Quentin Tarantino ha poi fatto un esempio specifico: «Non voglio prendermela con nessuno – ha detto – Ma a quanto pare per Netflix, Ryan Reynolds ha fatto 50 milioni per un film, 50 milioni per un altro e 50 ancora per il prossimo film per loro. Non so cosa siano questi film. Non li ho neppure visti». E ancora: «Non ho mai parlato con il suo agente, ma lui dice che è quello che costa. Buon per lui che faccia così tanti soldi, ma quei film non esistono nello zeitgeist. È come se non esistessero proprio».

Nonostante questo parere critico, il regista di Pulp Fiction non è convinto che sia stato lo streaming a danneggiare il cinema negli ultimi anni: «Non sono così negativo a riguardo, penso che stesse andando in quella direzione e che la pandemia abbia accelerato tutto». Sul proprio futuro ha quindi le idee chiare: sì alla televisione, ma non “nutrirà la bestia” dello streaming. Ha detto:

Non ho niente contro la televisione, ma tutti guardano questi programmi e sono solo soap opera. Può essere molto divertente mentre lo guardi, ma alla fine è tutta una telenovela. Impari a conoscere un gruppo di personaggi, in un certo senso conosci tutti i loro retroscena, e poi li guardi combattere o collegarsi o questo o quello e l’altro. Ed è solo una telenovela. È molto coinvolgente mentre lo guardi. Ma quando finisce, tre settimane dopo aver visto l’ultimo episodio, di solito non provo le stesse sensazioni che provo dopo aver visto un buon film.

Cosa ne pensate delle parole di Quentin Tarantino? Siete d’accordo con lui? Diteci la vostra nei commenti.

Foto: Getty Images

Fonte: Deadline  

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