Ci stiamo avvicinando sempre più al periodo in cui riguarderemo alcuni dei film di Natale più amati di sempre. Qualcuno avrà già iniziato a farlo, ma se l’appuntamento definitivo è il 24 dicembre con Una poltrona per due, nel mezzo c’è spazio per rivedere titoli come Nightmare Before Christmas, Miracolo sulla 34° strada, altri classici che trovate su Netflix o come questo film di cui vi vogliamo parlare oggi, ma per sottolineare come un suo aspetto in particolare non sia proprio invecchiato benissimo, anzi.
Il film in questione è Elf – Un elfo di nome Buddy, commedia del 2003 diretta da Jon Favreau e con protagonista Will Ferrell. A inizio secolo ha ottenuto enorme successo non solo per quanto riguarda gli incassi domestici (173,3 milioni di dollari, per un totale che supera i 220 milioni a fronte di un budget da 33 milioni di dollari) ma anche come critica e pubblico. Un cult di Natale fatto e finito, che segue la storia di un neonato umano cresciuto al Polo Nord da un elfo di Babbo Natale.
Sulla carta, è un film che non dovrebbe poter funzionare: Will Ferrell ne spara una dietro l’altra ed è pur sempre un uomo adulto che passeggia per New York vestito da elfo, ma Jon Favreu è riuscito a bilanciare bene gli aspetti più “cringe” della storia… tutti tranne uno, forse. Sì, perché la storyline di Elf legata a Buddy e Jovie (interpretata da Zooey Deschanel) vista con gli occhi di oggi è abbastanza inquietante. Vuole essere solo una storia d’amore tra un uomo dal cuore grande e puro e una giovane ragazza, eppure ci sono alcune scene che oggi sarebbero considerate disturbanti.
Dopo aver incontrato la dipendente del centro commerciale, Buddy e Jovie iniziano a frequentarsi e a un certo punto lo vediamo per esempio anche appostarsi nel bagno mentre lei è intenta a fare una doccia. No, Buddy, non si fa. La maniera in cui abbiamo accettato certe scene perché il protagonista in fin dei conti non ha mai passato la fase di maturità ed è di fatto un bambino troppo cresciuto, forse oggi sarebbe vista diversamente e contribuisce in definitiva a far pensare che sotto questo aspetto Elf sia invecchiato malissimo.
Altro dettaglio non di poco conto: il modo in cui Jovie abbandona tutto per vivere la sua vita da “elfa” al Polo Nord… certo, rispetta lo spirito dei film di Natale, ma vista sotto un’altra lenta solleva qualche dubbio sulla vita che la ragazza stava conducendo tra gli umani. Voi cosa ne pensate? Continuerete a vedere Elf con gli stessi occhi oppure oggi è un film meno “efficace” rispetto al passato? Diteci la vostra nei commenti.
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Foto: MovieStills
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