Questo controverso dettaglio del più celebre spin-off di The Walking Dead non ha assolutamente senso
telegram

Questo controverso dettaglio del più celebre spin-off di The Walking Dead non ha assolutamente senso

Una scelta narrativa inspiegabile mina la credibilità dell’ultima stagione, ignorando legami fondamentali e soluzioni logiche già esistenti nell’universo della serie

Questo controverso dettaglio del più celebre spin-off di The Walking Dead non ha assolutamente senso

Una scelta narrativa inspiegabile mina la credibilità dell’ultima stagione, ignorando legami fondamentali e soluzioni logiche già esistenti nell’universo della serie

the walking dead, possibili nuovi spin-off

Tra tutti gli spin-off nati dall’universo di The Walking Dead, Fear the Walking Dead è stato il primo ad andare in onda e, almeno inizialmente, anche il più ambizioso. La serie è partita nel 2015, cinque anni dopo il debutto dell’originale, ed è durata ben otto stagioni, concludendosi nel 2023. Nato come un prequel ambientato sulla costa ovest, Fear ha poi evoluto la sua natura, diventando un vero e proprio spin-off che ha incrociato in più punti la storyline principale grazie all’ingresso di personaggi come Morgan Jones e Dwight. Nonostante un esordio promettente, però, le stagioni finali hanno evidenziato numerosi problemi di scrittura: archi narrativi confusi, dinamiche ripetitive e una coerenza interna sempre più fragile.

Uno degli elementi che ha maggiormente lasciato perplessi il pubblico riguarda proprio la scelta – o meglio, l’assurda mancanza di scelta – di non rivolgersi ad Alexandria nei momenti di maggiore pericolo. Nell’ultima stagione, i protagonisti affrontano una minaccia concreta rappresentata da PADRE, un’organizzazione autoritaria che rapisce e indottrina bambini per il proprio progetto sociale distorto. In questo contesto critico, Dwight e Sherry si spingono fino al Santuario, l’ex roccaforte di Negan. Questo luogo non è solo un ritorno simbolico, ma un chiaro indizio geografico: significa che i personaggi sono ormai nelle vicinanze di Alexandria, una comunità storicamente stabile e difesa da un gruppo fidato.

Qui emerge l’assurdità: nessuno propone mai di andare ad Alexandria, né per chiedere aiuto né per offrire rifugio ai bambini. Eppure, Dwight e Morgan sanno benissimo dov’è Alexandria, l’hanno vissuta, conoscono chi la abita e sanno che lì potrebbero trovare risorse, protezione e supporto strategico. Alexandria non è solo un ricordo: rappresenta una delle poche comunità sopravvissute che ha dimostrato di sapersi organizzare, difendere e ricostruire. In un mondo in rovina, ignorare un alleato così potente è non solo una scelta narrativa discutibile, ma una vera e propria forzatura che mina la credibilità dell’intera stagione.

La questione diventa ancora più frustrante se si considera che l’obiettivo dei protagonisti è salvare dei bambini. Alexandria, per definizione, è un luogo sicuro per famiglie, già in passato rifugio per giovani e anziani. Portare i piccoli là avrebbe avuto perfettamente senso. Ma Fear the Walking Dead ignora questa possibilità in modo inspiegabile, come se Alexandria non esistesse più o non fosse mai esistita. Un silenzio assordante, che fa pensare a un escamotage per non “rubare la scena” alla serie principale, a discapito però della logica interna dello show.

Questo tipo di incoerenza – apparentemente marginale ma in realtà fondamentale – è uno dei motivi per cui le ultime stagioni di Fear the Walking Dead hanno perso presa sul pubblico. Le serie post-apocalittiche funzionano quando riescono a mantenere un equilibrio tra tensione, emozione e verosimiglianza. In questo caso, l’universo di The Walking Dead sembra aver dimenticato se stesso, sacrificando la coerenza sull’altare della convenienza narrativa.

Leggi anche: «Meglio di The Walking Dead»: questa serie Netflix con gli zombie è assolutamente da recuperare

Fonte: CBR

© RIPRODUZIONE RISERVATA