Questo disturbante film true crime su Netflix ha scatenato un dibattito tuttora in corso
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Questo disturbante film true crime su Netflix ha scatenato un dibattito tuttora in corso

«È un film dove ogni rivelazione apre a nuove domande»

Questo disturbante film true crime su Netflix ha scatenato un dibattito tuttora in corso

«È un film dove ogni rivelazione apre a nuove domande»

Il documentario Netflix true crime Tell Them You Love Me

Da Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez all’italiano Il caso Yara, negli ultimi anni Netflix ha investito moltissimo nel true crime, un genere in costante crescita, tra podcast, film, documentari e docu-serie incentrati sui più eclatanti casi di cronaca nera nazionali e internazionali.

Uno dei più grandi successi della piattaforma appartenenti a questo genere narrativo è arrivato in streaming l’anno scorso, ma fa ancora parlare di sé. Si tratta di Tell Them You Love Me, film diretto da Nick August-Perna che racconta un disturbante caso di abusi sessuali ai danni di un uomo disabile. Dopo essere stata rifiutata da molteplici festival del cinema, la pellicola è diventata un successo proprio su Netflix, dove ha raggiunto il primo posto della classifica dei contenuti più visti.

Tramite interviste ai diretti interessati, il film ricostruisce la vicenda di Anna Stubblefield, un’ex professoressa della Rutgers University che, in quanto esperta di disabilità, ha iniziato a lavorare con la famiglia di Derrick Johnson, un uomo nonverbale e con paralisi cerebrale. La donna, che all’epoca dei fatti aveva 39 anni, sosteneva di poter aiutare Johnson a comunicare meglio attraverso il metodo della comunicazione facilitata. Servendosi di una tastiera e uno schermo LED, la dottoressa guidava la mano dell’uomo affinché potesse indicare le lettere e formulare delle frasi.

Inizialmente, i suoi progressi sono stati molto rapidi: da una situazione di pressoché totale incomunicabilità, Johnson è arrivato in breve tempo a frequentare anche un corso all’università. Tuttavia, presto sono iniziati a nascere i primi sospetti, in quanto nessun membro della famiglia, anche replicando gli stessi gesti, era in grado di comunicare con lui, che sembrava scrivere frasi di senso compiuto soltanto alla presenza della professoressa Stubblefield.

La situazione è precipitata quando la donna – che all’epoca era anche sposata – ha affermato che i due avevano iniziato una relazione romantica. Secondo la sua versione dei fatti, Derrick le avrebbe scritto parole di amore, da lei ricambiate, e i due avrebbero avuto un rapporto sessuale consensuale a casa dei genitori di lui. La famiglia ha così denunciato Anna Stubblefield per violenza sessuale aggravata dalla disabilità della vittima. Dai 12 anni richiesti dal giudice inizialmente, la pena della dottoressa è stata poi ridotta a due, poiché la difesa è riuscita a dimostrare che non erano state prodotte abbastanza prove sull’efficacia o meno della comunicazione facilitata.

L’uscita del documentario true crime ha riaperto il dibattito attorno a questo disturbante caso, che in America ha suscitato conversazioni pubbliche sulle tematiche della comunicazione, della disabilità, degli squilibri di potere relativi all’etnia (infatti Stubblefield è bianca, mentre Johnson è nero). «È un film dove ogni rivelazione apre a nuove domande – ha spiegato il regista – e volevamo che questa caratteristica accompagnasse lo spettatore fino all’ultimo secondo».

Fonte: Netflix

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