Tra i molteplici capolavori animati sfornati nel corso degli ultimi decenni da Studio Ghibli, il rinomato studio di animazione giapponese fondato nel 1985 da Hayao Miyazaki, Isao Takahata, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma, Il mio vicino Totoro è senza dubbio tra i più iconici e amati dai fan.
Acclamato dalla critica e dal pubblico fin dalla sua uscita avvenuta nel 1988, il film ha vinto l’Animage Anime Grand Prix nello stesso anno, mentre in quello seguente si è aggiudicato il premio nella categoria miglior film al Mainichi Film Concours. Il personaggio di Totoro, spirito buono dalle fattezze simili ad un incrocio tra una talpa, un orso e un procione, è stato inoltre talmente apprezzato dal pubblico da essere stato scelto negli anni successivi come mascotte per il logo dello Studio Ghibli.
Il mio vicino Totoro è ambientato nel Giappone degli anni ’50 e segue le vicende di due sorelline, Satsuki e Mei, che insieme al padre abbandonano l’hinterland di Tokyo per muoversi verso Tokorozawa, un piccolo villaggio di campagna, al fine di stare più vicine alla madre ricoverata in ospedale gravemente ammalata. Inizia così il loro viaggio alla scoperta della natura circostante la quale rivelerà presto la presenza di alcuni spiriti.
La celebrità e la rilevanza culturale del film è salda tra i fan ancora oggi, tuttavia non tutti sanno che in realtà Il mio vicino Totoro è l’unica produzione firmata Studio Ghibli a poter vantare un sequel insieme a I sospiri del mio cuore. Tristemente, è anche un film che potreste non vedere mai nell’arco della vostra vita.
Il sequel de Il mio vicino Totoro è un cortometraggio di circa 13 minuti intitolato Mei to Konekobasu (letteralmente “Mei e il piccolo Gattobus“) scritto e diretto da Hayao Miyazaki nel 2002. La trama del corto vede uno dei cuccioli di Gattobus, personaggio tra i protagonisti del film del 1988, diventare grande amico della piccola Mei per poi trascinare quest’ultima in un’avventura notturna nella foresta dove incontreranno tanti esseri fantastici per poi giungere infine al cospetto dell’anziano capo dei gattobus.
Ma perché potremmo non vedere mai Mei to Konekobasu? Questo fa parte dei dieci cortometraggi realizzati per il Ghibli Park e Museo Ghibli a Mitaka in Giappone e, in quanto esclusive delle strutture, non vengono proiettati all’infuori del parco a tema, se non per peculiari e prestigiose occasioni. Inoltre, non è mai stato distribuito in formato home video.
In effetti, il cortometraggio è stato proiettato solo due volte al di fuori del Giappone: una volta negli Stati Uniti, in occasione di una raccolta fondi per il diabete giovanile, e una volta quest’anno in occasione di una proiezione speciale durante il Festival di Cannes. Mei to Konekobasu ha tuttavia un merito non indifferente, dal momento che sembra essere stato il progetto che ha ravvivato la scintilla artistica di Hayao Miyazaki dopo che questo aveva annunciato il suo primo ritiro.
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