Questo film è considerato ancora oggi uno dei più disturbanti di tutti i tempi
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Questo film è considerato ancora oggi uno dei più disturbanti di tutti i tempi

Una discesa negli abissi della depravazione umana che non fa alcuno sconto

Questo film è considerato ancora oggi uno dei più disturbanti di tutti i tempi

Una discesa negli abissi della depravazione umana che non fa alcuno sconto

Una scena di August Underground

Quando si pensa ai film più disturbanti mai realizzati, i titoli che vengono in mente sono spesso quelli che hanno raggiunto una certa notorietà per il loro contenuto estremo. Pellicole come Saw o The Human Centipede hanno segnato il panorama horror con il loro mix di violenza e disgusto, ma rappresentano solo la superficie del genere. Per chi scava più a fondo nell’horror estremo, titoli come A Serbian Film o Salò o le 120 giornate di Sodoma sono sinonimo di contenuti profondamente scioccanti, capaci di sfidare anche gli stomaci più forti. Tuttavia, c’è una trilogia che riesce a superare persino questi mostri sacri dell’orrore: la serie August Underground.

Questa saga, composta da August Underground (2001), August Underground’s Mordum (2003) e August Underground’s Penance (2007), si è guadagnata un posto speciale nella nicchia dell’horror più estremo, tanto da essere considerata un vero e proprio incubo del genere found footage. Creata da Fred Vogel, che interpreta anche il protagonista Peter, la trilogia esplora alcune delle peggiori atrocità che un essere umano può infliggere ad altri, presentandole con un realismo disturbante che ha alimentato polemiche e controversie fin dal suo debutto.

La struttura dei film segue esattamente quella del found footage, simulando filmati amatoriali che seguono le gesta di Peter e dei suoi complici. Il primo capitolo, girato con una videocamera di pessima qualità, apre con una scena agghiacciante: Peter e un misterioso cameraman torturano una donna legata e imbavagliata in un seminterrato. La narrazione alterna momenti di quotidianità, come gite in fattorie o semplici passeggiate, a scene di violenza estrema che culminano con la morte della vittima e la caccia a nuovi bersagli. Gli omicidi, rappresentati con dettagli crudi e brutali, includono una scena particolarmente scioccante in cui un uomo viene colpito a morte con un martello mentre suo fratello assiste impotente.

Il secondo film, August Underground’s Mordum, si spinge ancora oltre, introducendo nuovi complici: Crusty e suo fratello Maggot, interpretati rispettivamente da Cristie Whiles e Michael Todd Schneider. La pellicola aumenta l’intensità delle scene sessuali e violente, includendo mutilazioni genitali, necrofilia e incesto. Una delle sequenze più disturbanti mostra l’omicidio di un’intera famiglia e atti di brutalità sessuale che lasciano lo spettatore senza parole. Questo capitolo è considerato il più estremo della trilogia, con un uso esasperato di sangue, corpi in decomposizione e scene di cannibalismo.

Il terzo e ultimo, August Underground’s Penance, introduce un elemento più intimista, mostrando momenti quasi “romantici” tra Peter e Crusty, come fare shopping o guardare i fuochi d’artificio. Tuttavia, queste scene sono intercalate da atti di violenza che mantengono l’intensità disturbante della serie. Una delle sequenze più devastanti si svolge durante la notte di Natale, in cui la coppia massacra un’intera famiglia, culminando con Crusty che si sdraia tra i corpi delle vittime e scarta regali come se nulla fosse. Il film si chiude in modo tragico, con Crusty che si suicida dopo aver subito un abuso sessuale da parte di Peter, segnando il capitolo finale di questa discesa negli abissi della depravazione umana.

La natura estrema della trilogia non è passata inosservata. Nel 2005, Fred Vogel fu arrestato alla frontiera canadese mentre trasportava copie di August Underground e Mordum per un festival. Sebbene non venne mai formalmente incriminato, il caso contribuì ad alimentare la reputazione dei film come opere di culto nel mondo dell’horror estremo. Questo episodio ricorda situazioni analoghe, come quella di Ruggero Deodato, che fu processato per omicidio a causa del realismo scioccante del suo Cannibal Holocaust, o di Angel Sala, quasi incriminato per aver proiettato A Serbian Film al Sitges Film Festival.

Nonostante la natura volutamente disgustosa, August Underground è più di un semplice film provocatorio. Il suo realismo estremo e il formato found footage sono esempi di come un film possa trascendere il genere, creando una narrazione che sembra autentica e terribilmente plausibile. La serie esplora non solo la violenza, ma anche la banalità del male, mostrando i carnefici in momenti di quotidianità che amplificano il senso di disagio dello spettatore. L’obiettivo di Vogel non è solo scioccare, ma riflettere sulla psicologia dei suoi personaggi, in particolare nel terzo capitolo, che scava nella mente disturbata di Peter.

August Underground è una trilogia che non fa concessioni. Con scene di necrofilia, pedofilia, cannibalismo e violenze inaudite, si rivolge a un pubblico ristretto, capace di tollerare contenuti estremi. Tuttavia, per chi riesce a inoltrarsi in questa visione, offre una visione unica e provocatoria del cinema horror, dimostrando che anche nei film più disturbanti si possono trovare spunti di riflessione e abilità tecnica.

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Fonte: Collider

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