Questo film “maledetto” ha avvisato il suo pubblico di non guardarlo: «Se lo fai, muori»
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Questo film “maledetto” ha avvisato il suo pubblico di non guardarlo: «Se lo fai, muori»

Dimenticate pure The Ring. Ecco la storia dell'horror "che uccide": una pellicola prodotta in Est Europa negli anni '70 legata a una lunga, misteriosa, inspiegabile serie di morti violente

Questo film “maledetto” ha avvisato il suo pubblico di non guardarlo: «Se lo fai, muori»

Dimenticate pure The Ring. Ecco la storia dell'horror "che uccide": una pellicola prodotta in Est Europa negli anni '70 legata a una lunga, misteriosa, inspiegabile serie di morti violente

Antrum

Che siate grandissimi appassionati di horror o semplici curiosi, resta probabile che prima o poi abbiate sentito parlare di questa strana storia, tanto inquietante e indecifrabile da ispirare le più svariate leggende metropolitane. Un film degli anni ’70 prodotto in Est Europa – in particolare quando in Bulgaria vigeva ancora una delle più famigerate dittature del cosiddetto Blocco Sovietico – presentato inizialmente in Ungheria, nella capitale Budapest, capace poi di legare indissolubilmente la propria fama a una lunga lista di morti improvvise, violente, inspiegabili in termini di razionalità e logica. Nessuna indagine di natura giornalistica o strettamente poliziesca, ha mai saputo fornire per questi decessi spiegazioni diverse dal fatto che fosse il film stesso a uccidere i suoi spettatori, compresi tutti gli organizzatori e direttori di Festival piccoli o grandi che dopo la prima tragica proiezione l’avevano rifiutato. E così la fama sinistra di questa pellicola indipendente a basso costo ha fatto sì che già dagli anni ’80, chiunque avesse ancora il coraggio o la follia di vedere il film si dovesse scontrare con il fatto che anche una sola copia risultasse ormai introvabile, definitivamente perduta. E se ora siete davvero, davvero curiosi di scoprire di scoprire il titolo di quello che sulla carta appare già come un horror imprescindibile per tutti gli estimatori del genere, possiamo dirvi che il suo titolo è Antrum. E poi che su Prime Video potete trovare in streaming il documentario omonimo del 2018, diretto dai filmmaker canadesi Michael Laicini e David Amito.

Fine dell’incanto. Già, perché naturalmente queste premesse così seduttive per chiunque sia devoto alla Cinematografia dell’Orrore, dell’abnorme e l’assurdo, sono troppo belle per essere vere e se tecnicamente Antrum può essere etichettato come un documentario, appartiene in realtà a un sottogenere molto preciso: il mockumentary, detto anche falso documentario. Per intenderci, quello che è alla base dell’assetto narrativo di una sit-com leggendaria come The Office, e per quanto riguarda l’universo horror del fenomeno del 1999 noto con il nome di The Blair Witch Project. Inventare la storia anzi la leggenda di un personaggio, un lungo, un oggetto fisico (nella fattispecie la stampa positiva di un film) capace di innescare una inspiegabile scia di morte non è certo una novità, anzi al contrario può ormai essere definito come un vero e proprio topos del genere. Ma se in termini di narratologia questo escamotage non presenta certo i connotati della novità rivoluzionaria, resta sempre fermo il fatto che l’originalità e l’interesse non è determinato soltanto dall’intuizione ma principalmente dal modo in cui trama e intreccio vengono effettivamente sviluppati, scritti filmati e montati, in questo caso dai registi di Antrum.

E anche se questa non è in alcun modo una recensione del titolo compreso con l’abbonamento Prime Video, prendetelo pure come un suggerimento per questa fredda domenica di gennaio; soprattutto per tutti quelli che a varo titolo si sentono ancora turbati e scossi dall’annuncio della morte di David Lynch lo scorso 16 gennaio e per questo non disdegnano l’idea di sperimentare un horror indipendente non troppo noto, comunque diverso rispetto alle proposte più recenti del circuito più commerciale e mainstream. Non stiamo affermando che si tratti di una di quelle opere da “categoria urlata del capolavoro”. Ma neanche che Antrum non possa occupare un paio d’ore del vostro tempo, risultando a tutti gli effetti un titolo curioso da scoprire o riscoprire, quantomeno per il modo in cui si rivolge e si inserisce nella vasta schiera degli horror incentrati su l’innominabile, Satana, il Diavolo (e tutte le tipologie di fenomeni paranormali legati più strettamente al tema della possessione demoniaca).

E voi che ne pensate? Avete già visto questo mockumentary o avete intenzione di vederlo? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.

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