Dai notiziari alle docuserie true crime, molte storie oggi ci raccontano il tragico destino di donne che si sono fidate dell’uomo sbagliato, di relazioni o appuntamenti terminati in tragedia o di fidanzati modello trasformatisi poi improvvisamente in mostri assassini. Purtroppo, si tratta di una paura tristemente concreta, e non sorprende quindi che anche l’horror abbia preso spunto per portare al cinema delle storie realmente inquietanti.
Tra esse, forse la palma della più creepy va a Good Boy, del regista norvegese Viljar Bøe, un film con una premessa disturbante che ruota attorno a una domanda apparentemente molto semplice: quante red flag si è disposti a ignorare, se sappiamo che dall’altra parte c’è la nostra persona dei sogni?
È lo stesso dilemma che deve porsi la protagonista Sigrid (Katrine Lovise Øpstad Fredriksen) durante il suo primo appuntamento con l’affascinante Christian (Gard Løkke). L’incontro procede bene, la donna è incuriosita da questo uomo cortese e divertente, e i due decidono di continuare la serata a casa di lui. Durante il tragitto, Christian avvisa Sigrid di avere un cane, Frank. Arrivata a casa, però, la donna scopre la disturbante verità: Frank (Nicolai Narvesen Lied) non è un animale, bensì un uomo vestito da cane, che si comporta in tutto e per tutto come un animale domestico.
Orripilata, Sigrid fugge da casa di Christian. Il giorno dopo, tuttavia, la sua migliore amica la spinge a mettere da parte i suoi timori e dargli una seconda possibilità, perché ha scoperto che l’uomo è un milionario. Sigrid inizia così una relazione con Christian, che inizialmente procede bene, nonostante la presenza di Frank. Tuttavia, quando l’uomo le propone di fare un viaggio da soli in una baita nel bosco, la vera natura del “cane” si rivela improvvisamente, confermando tutte le paure iniziali di Sigrid e portando al terribile finale.
Un horror che fonda la sua sensazione di inquietudine non solo nel disturbante personaggio di Frank, con il suo costume e i suoi atteggiamenti canini, ma anche nella sovrapposizione tra la protagonista e lo spettatore. Dopotutto, Sigrid è una normalissima donna che vive situazioni in cui siamo passati tutti: il primo appuntamento, l’inizio di una relazione, la decisione di fidarsi e aprire il proprio cuore a qualcuno. Proprio giocando su questi elementi familiari, Good Boy trasforma le paure legate al dating in un incubo a occhi aperti in cui la morte è quasi l’esito preferibile.
Che ne pensate? Conoscevate questo strano film horror?
Fonte: Collider
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