In attesa di vedere il suo nuovo film The Shrouds, presentato in anteprima mondiale all’ultimo Festival di Cannes e dedicato alla morte della sua amata moglie Carolyn, abbiamo la straordinaria occasione di conoscere quale sia il film eletto da David Cronenberg come il più «ipnotico e spaventoso» che abbia mai visto. E se il leggendario cineasta di Videodrome, La Mosca, eXistenZ e Crimes of the Future, primo ideatore del concetto di Body Horror, ha dichiarato di essere rimasto «paralizzato» (forse dal terrore o forse anche dalla sua sinistra bellezza), non c’é dubbio che si tratti di un titolo imprescindibile per tutti gli appassionati del genere.
In una recente intervista, a David Cronenberg è stato chiesto quale filmmaker avesse suscitato in lui questo genere di emozioni. E la sua risposta è stata immediata e diretta: si tratta di Nicolas Roeg, e in particolare del film del 1973 con il compianto Donald Sutherland, Don’t Look Now (titolo italiano A Venezia… un dicembre rosso shocking).
«Potrei citare molti film, ma in modo specifico ricordo Don’t Look Now di Nicolas Roeg. Ricordo di essere entrato nella sala cinematografica e tempo pochi secondi ero totalmente paralizzato, ipnotizzato. Questo film ha avuto davvero un incredibile impatto su di me – racconta David Cronenberg -. Le sue bizzarre anticipazioni, quasi come volesse dare il benvenuto alla morte… Tutta l’opera alla fine è incentrata su questo ma è fatto in un modo così artistico, astratto e non convenzionale che risulta coinvolgente in modo viscerale».
Il tema della morte, del lutto e dell’ineluttabile incedere di un destino tragico sono anche i temi essenziali della più recente filmografia del cineasta, da A History of Violence (2005) a La promessa dell’assassino (2007) fino a The Shrouds. David Cronenberg ha anche dichiarato di aver avuto occasione di incontrare in giovane età Nicolas Roeg, e per quanto non abbiano scambiato che poche parole si è trattato di un’esperienza emozionante. E ora, l’influenza del cineasta londinese ci aiuta a comprendere ancor meglio l’immaginario di Cronenberg, uno degli autori più complessi e influenti del nostro tempo.
Fonte: Filmmakers Magazine
Foto: Nicolas Guerin/French Select (Getty Images)
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