Questo indimenticabile episodio di Law & Order ha cambiato per sempre la serie tv
telegram

Questo indimenticabile episodio di Law & Order ha cambiato per sempre la serie tv

Impossibile non lodare ancora oggi il coraggio con cui gli autori hanno ribaltato la struttura narrativa dello show

Questo indimenticabile episodio di Law & Order ha cambiato per sempre la serie tv

Impossibile non lodare ancora oggi il coraggio con cui gli autori hanno ribaltato la struttura narrativa dello show

Il cast di Law & Order

Con il ritorno di Law & Order dalla pausa di metà stagione della sua ventiquattresima annata, è il momento perfetto per riflettere sulla sua eredità duratura. Creato da Dick Wolf, il franchise ha dato vita a serie di enorme successo come Law & Order: SVU e il filone FBI, regalando al pubblico alcuni degli episodi più intensi e memorabili della storia della televisione. Tuttavia, tra tutte le puntate della serie madre, una in particolare si distingue come un punto di svolta assoluto, capace di ridefinire la narrazione dello show e lasciare un segno indelebile nei fan.

Si tratta di Giustizia fatta, finale della sesta stagione andato in onda il 22 maggio 1996. Scritto da Janis Diamond e dallo showrunner Michael Chernuchin, e diretto dalla veterana della serie Martha Mitchell, l’episodio è ancora oggi considerato uno dei più potenti e sconvolgenti dell’intera serie. Non solo ha infatti segnato radicalmente la storia dello show con la perdita di un personaggio amato, ma ha anche infranto la tradizionale formula procedurale che aveva reso Law & Order un pilastro del genere crime.

Per la prima volta nella storia dello show, Giustizia fatta si discosta completamente dalla classica struttura del “caso della settimana” per concentrarsi esclusivamente sulla vita privata e sulle battaglie interiori dei protagonisti. L’episodio non ruota intorno a un’indagine, ma esplora le conseguenze emotive e psicologiche dell’esecuzione di Mickey Scott (Chris Bauer), un criminale condannato per stupro e omicidio. Jack McCoy (Sam Waterston), Claire Kincaid (Jill Hennessy), Lennie Briscoe (Jerry Orbach) e Rey Curtis (Benjamin Bratt), tutti coinvolti nel suo processo, assistono all’esecuzione, ma ognuno di loro reagisce in modo diverso a quell’esperienza traumatica.

Se per anni i protagonisti avevano affrontato la morte come parte del loro lavoro, Briscoe sottolinea un aspetto cruciale: solitamente, quando la polizia e i pubblici ministeri entrano in gioco, il crimine è già avvenuto. In Giustizia fatta, invece, si trovano di fronte alla morte in diretta, un evento che li costringe a interrogarsi sul concetto stesso di giustizia. Il peso emotivo di quell’esperienza scuote profondamente tutti loro e porta a conseguenze inattese.

Curtis, visibilmente turbato, reagisce con un comportamento impulsivo che lo spinge a prendere una decisione avventata con una studentessa, interpretata da una giovane Jennifer Garner. Briscoe, dopo un incontro difficile con la figlia da cui era distante, cede alla tentazione dell’alcol e rompe la sua sobrietà. McCoy, solitamente impassibile, cerca di reprimere i suoi sentimenti finché non rivela il suo passato di abusi subiti dal padre. Kincaid, invece, si confronta con il dilemma morale della pena di morte e cerca conforto nella tenente Van Buren (S. Epatha Merkerson), che ha scelto di non assistere all’esecuzione.

L’episodio culmina con un evento tragico e inaspettato: la morte di Claire Kincaid in un incidente d’auto, scomparsa che segna un punto di svolta per la serie e lascia un vuoto indelebile nei personaggi e negli spettatori.

Ciò che rende Giustizia fatta un episodio così memorabile non è solo la perdita di un personaggio chiave, ma il coraggio con cui gli autori hanno ribaltato la struttura narrativa della serie. Nel 1996, Law & Order era già una serie di successo, ma non aveva ancora raggiunto lo status leggendario che avrebbe consolidato nelle stagioni successive. Il team creativo ha osato sfidare le aspettative del pubblico, abbandonando per una volta inseguimenti, sparatorie e arringhe in tribunale per concentrarsi esclusivamente sullo sviluppo psicologico dei protagonisti. Il risultato è un episodio di rara intensità emotiva, che pone domande profonde e lascia il pubblico con una riflessione che va ben oltre il singolo caso trattato.

Da molti punti di vista, Giustizia fatta era decisamente avanti sul tempo. Oggi, le serie crime tendono a integrare elementi più profondi di caratterizzazione, ma all’epoca era raro vedere un procedurale dedicare un intero episodio all’esplorazione interiore dei suoi personaggi. Il rischio si è rivelato vincente: a quasi 30 anni dalla sua messa in onda, l’episodio viene ancora citato tra i migliori della storia della televisione ed è ricordato come un momento spartiacque per Law & Order.

Nonostante nelle stagioni più recenti lo show abbia talvolta approfondito la vita privata dei suoi protagonisti, nessun episodio è mai riuscito a replicare l’impatto emotivo di Giustizia fatta. La sua capacità di immergersi nelle fragilità dei personaggi, mostrando le loro reazioni più umane di fronte a un evento traumatico, lo rende un capitolo unico nella storia della serie.

L’episodio ha lasciato un segno indelebile non solo nei fan, ma anche nell’evoluzione del genere crime in televisione. Oggi sempre più serie poliziesche cercano di bilanciare la componente investigativa con la caratterizzazione dei protagonisti, ma nel 1996 una scelta del genere era decisamente audace e rivoluzionaria.

Con la ventiquattresima stagione attualmente in onda su NBC, Law & Order continua a essere una pietra miliare della TV, ma il suo successo è costruito anche su episodi come Giustizia fatta, che hanno dimostrato come un procedurale possa andare oltre la semplice risoluzione di un caso e raccontare storie che restano impresse nella memoria collettiva.

Leggi anche: Law & Order, i fan sono stufi di questo errore che la serie continua a ripetere

Fonte: Collider

© RIPRODUZIONE RISERVATA