Sarà nelle sale dal 23 marzo Quijote, l’opera prima di Mimmo Paladino, artista scultore e pittore esponente della Transavanguardia italiana degli anni ’80.
Il film del 2006 esce nelle sale grazie a Distribuzione Indipendente e si presenta come un’opera visionaria che vuole unire in un unico armonico le diverse arti visive: «Ho sempre pensato che un film non si sostituisca alla pittura, non vi si sovrapponga, è semplicemente un’altra cosa – dichiara il regista – Nello stesso tempo però se guardi nell’obiettivo, nel rettangolo della macchina da presa puoi immaginare che quello sia lo spazio della tela. Quello che conta non è solo il momento delle riprese o della regia. Non è l’unico momento creativo. Molto avviene durante il montaggio, o la composizione delle musiche… È una forma che prende vita lentamente. Per molti versi, il cinema è paragonabile alla scultura. Creare un film è qualcosa di analogo alla scultura ma è come plasmare la luce. Questo è quello che mi ha affascinato».
La rielaborazione del Don Chisciotte di Cervantes dà come risultato un film suggestivo e dal forte impatto visivo. Presentato come film di chiusura alla sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2006, la pellicola è un’opera d’arte, nel senso letterale del termine, ogni fotogramma e fine a se stesso e leggibile come opera visiva, che sia di fotografia, di pittura o di scultura. Nato come documentario da presentare alla mostra su Don Chisciotte realizzata a Capodimonte nel 2005, il film raccoglie tutte le arti visive in un unicum tenuto insieme da citazioni poetiche che vanno dallo stesso Cervantes, a Borges passando per Joyce.
«Ai tempi delle avanguardie – dichiara Remo Girone – il teatro utilizzava scenografie di pittori e scultori illustri e tutte le arti si incontravano armonicamente, oggi queste si sono divise e questo non è sempre un bene, bisognerebbe cercare di riunirle». Quijote è un tentativo riuscito di questa unione grazie ad un’incredibile maestria tecnica e artistica.
«È un Don Chisciotte nel mondo delle meraviglie – dichiara Giovanni Costantino, presidente di Distribuzione Indipendente – questo è un film che arricchisce culturalmente le persone». Vedendo il film la domanda sul motivo per cui si investa per fare un prodotto così particolare nasce quasi spontanea: «Vi dico solo cinque parole – risponde il produttore Angelo Curti – “ai soldi non ci teniamo”, le nostre scelte si orientano in altro modo. Quijote è stato girato, in circa 5 settimane, nel Sannio, nel giro di massimo 10 km dalla casa del regista; la grande ricchezza scenografica è stata possibile grazie alle opere di Mimmo Paladino, e non solo. La stessa partecipazione degli attori è stata per puro amore dell’arte. Questo film ha avuto una vita più da opera d’arte che da pellicola».
«È un film d’arte – dichiara Ginestra Paladino, figlia del regista e interprete di Dulcinea – È stata un’esperienza emotiva molto forte, io venivo dall’Accademia con tutte le sue rigide regole, mio padre mi ha spinto a romperle e a improvvisare al momento. Alla fine più che una sceneggiatura ci siamo basati su un canovaccio. La struttura del film è fatta di immagini con un forte impatto visivo e noi abbiamo improvvisato ogni volta, riservandoci di cambiare anche all’ultimo istante in base al sentimento del momento e a quello che ci comunicava la scena che era stata costruita». «Tutta questa libertà – aggiunge Curti – è stata possibile grazie al fatto che non era necessario raccontare la storia, in quanto è ben presente nell’immaginario collettivo».
L’improvvisazione è leggibile in molte scene una in particolare: quella del sogno dello scudiero Sancho, in cui un incredibile Lucio Dalla da sfogo ai suoi virtuosismi vocali.
Quijote è interpretato da Peppe Servillo, Lucio Dalla, Ginestra Paladino, Remo Girone, Alessandro Bergonzoni, Edoardo Sanguineti, Enzo Moscato e Roberto De Francesco. Sul sito di Distribuzione Indipendente, potete vedere le sale selezionate in cui verrà proiettato dal 23 marzo, in alternativa è disponibile on demand sulla piattaforma OwnAir.
Di seguito il trailer: