Terzo giorno alla Festa del Cinema di Roma. Sulle malinconiche note di Tutto nero di Caterina Caselli, reinterpretata per l’occasione da Matilda De Angelis, prende il via sullo schermo l’heist movie a sfondo storico Rapiniamo il Duce, nuovo lavoro di Renato De Maria – lo stesso autore di Paz! e Lo spietato – che mette in scena il colpo del secolo. Più precisamente del XX Secolo.
Ambientato nella Milano del 1945, proprio sul finire della Seconda Guerra Mondiale, il film racconta infatti la storia di un ladro, Isola, che assembla una squadra di criminali per lanciarsi in una missione tanto ambiziosa quanto impossibile. Dove impossibile, equivale a suicida. Il suo piano è quello di rubare il tesoro di Mussolini dalla cosiddetta “Zona Nera” – la più sorvegliata, la più inaccessibile, la più pericolosa – e fuggire dall’Italia col malloppo prima che possa farlo il Duce. Con loro anche Yvonne, la cantante di un locale notturno con cui Isola ha una relazione, ma per la quale anche uno dei più spietati gerarchi fascisti ha perso la testa.
“L’idea nasce perché volevo fare un film di rapina”, ha dichiarato Renato De Maria proprio in apertura della conferenza stampa, tenutasi a Roma alla presenza del regista e del cast, composto da Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari, Maccio Capatonda, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe e Filippo Timi. “Avevo fatto un documentario nel 2017 chiamato Italian Gangsters per cui ho studiato le biografie di banditi a Milano nell’Italia degli anni ’50, tra cui uno che ha ispirato il personaggio di Isola, chiamato il bandito dell’Isola. E poi siamo partiti insieme agli sceneggiatori da quest’idea del tesoro di Mussolini, che effettivamente era rimasto a Milano per dieci giorni perché lui stava trattando con gli svizzeri per espatriare e voleva portare con sé questo immenso tesoro. Quando Mussolini fu arrestato, il tesoro è sparito, e ancora oggi c’è questa leggenda. Noi abbiamo immaginato questo gruppo di criminali, in una Milano stremata dalla guerra, che cercano di sopravvivere e di tenere accesi i propri sogni. Gli capita l’occasione di fare questa rapina e ci si buttano. L’idea era questa.”
Pietro Castellitto interpreta il protagonista Isola. Ladro scaltro ma avventato, sognatore visionario, alleato dei Partigiani, ma soprattutto un giovane in cerca di riscatto in una Milano abbrutita dalla guerra. Riuscirà a dare un senso alla propria esistenza grazie all’amore per Yvonne e al legame con i suoi compagni: non solo colleghi di rapina, ma veri e propri compagni di vita. Una nuova famiglia.
“Per Isola questa rapina rappresenta una sorta di corsa verso un futuro ideale, verso la propria intima ambizione di vivere la vita che vorrebbe“, spiega il suo interprete. “Inizialmente questo sogno riguarda soltanto se stesso e Yvonne, ma pian piano si allarga e comprende anche tutti i componenti della banda. E tutto sommato questo colpo impossibile inizia a somigliare a qualcosa di realizzabile.”
Fondamentale sarà la presenza del gerarca fascista Borsalino, quello che potrebbe essere considerato a tutti gli effetti il villain del film. Crudele, inflessibile e senza scrupoli, proverà più volte a frapporsi, anche e soprattutto con la violenza, tra il protagonista e la sua amata Yvonne, per la quale egli stesso nutre dei sentimenti non ricambiati. Parlando del suo personaggio, Filippo Timi ha ammesso di considerarlo una sorta di antagonista ispirato ai cattivi di James Bond.
“Io da subito ho pensato di fare il cattivo di 007. Anzi, ancora meglio, il secondo posto di 007, cioè il mediano, quello che è cattivo perché non riesce a essere il Duce. E questo è interessante, perché si tratta di un bello sguardo. […] Ad un certo punto prova a cambiare, ma non riesce a darsi una seconda possibilità, seppur sbagliata. Ma lui ci crede davvero in questo nuovo amore.”
Al centro di tutto, però, c’è sempre lei: Yvonne, l’affascinante femme fatale che si esibisce abitualmente al Cabiria, un locale notturno in cui lavora come cantante e che, come suggerito dalla stessa Matilda De Angelis, rappresenta una sorta di “terra di mezzo frequentata da fascisti, partigiani, nazisti, spie, ladri o prostitute”. Coinvolta in una relazione con il fascista Borsalino, al quale si concede più per paura che non per passione, nutre invece un forte sentimento nei confronti di Isola, con il quale si incontra clandestinamente e in modo fugace.
“Io mi sono divertita molto a interpretarla. Avevo voglia soprattutto di cantare ed è stata la cosa che più di tutte mi ha arricchita”, ha detto l’attrice. “Per il personaggio sono partita da un reference strana, perché ricordavo Porco Rosso di Miyazaki, dove c’era madame Gina che canta nell’hotel, che è simile al Cabiria. Trovo molto bella la sua capacità di abbracciare tante contraddizioni: riesce ad essere l’amante del gerarca fascista ma anche l’amica della spia canaglia. Sul set mi sono sentita libera di giocare col personaggio, tanto che Renato mi diceva semplicemente “sentiti figa e per il resto fai quello che ti pare”.
Un altro personaggio femminile che sarà centrale tanto nella vita di Borsalino, quanto in quella di Isola e del suo gruppo di amici, è Nora, la moglie del gerarca, attrice intrappolata in un matrimonio infelice, fatto di tradimenti e alimentato dall’odio reciproco. Per interpretarla, Isabella Ferrari si è ispirata a tanti volti noti: da Doris Duranti a Crudelia De Mon, passando per la Sharon Stone di Basic Instinct.
“Sono state davvero tante le mie fonti di ispirazione, anche ingombranti. Poi a un certo punto Renato mi ha detto semplicemente: “Sii vincente, perdente, spudorata e senza archetipi. Sii te stessa”. Per fortuna ho avuto anche dei costumi stupendi che hanno dato carattere al personaggio, così mi sono buttata e sono rimasta me stessa. Ho amato tantissimo Nora, penso mi ci volesse un ruolo del genere a questo punto della mia carriera, perché non ho mai interpretato una canaglia, e per quanto sia un personaggio in qualche modo storico, ha dei tratti molto moderni. Ha quel desiderio di riscatto e di non stare dentro un matrimonio infelice, per quanto lo viva in modo feroce e infantile. È un personaggio che mi ha dato tanto, anche una buona dose di sense of humour, che in genere mi manca.”
Il film fa un ampio uso della musica e contiene diversi brani moderni ma riarrangiati e adattati all’epoca di riferimento, alcuni dei quali inseriti nel film attraverso il personaggio di Yvonne e interpretati dalla stessa Matilda De Angelis sul set.
“I suoi brani sono stati pensati già nella sceneggiatura. Abbiamo preso un pezzo che era di Caterina Caselli, Tutto nero, che a sua volta era una cover di Paint It Black dei Rolling Stones. E secondo me partire con il Cabiria, con questo locale fumoso di spie naziste e fascisti, con Matilda che è la protagonista femminile del film e canta con un pezzo dei Rolling Stones, era una bella idea. Una figata. E poi ci ho messo dentro anche Amandoti, un pezzo dei CCCP, una band punk di fine anni ’70, che è un pezzo d’amore molto bello, dato che questa è anche una storia d’amore. Tra l’altro tutto è stato interpretato live da Matilda, che è una cantante formidabile. Ogni volta che vedo quella scena, la scena di Amandoti, mi emoziono, perché la trovo un’interpretazione stupenda.”
Rapiniamo il Duce arriverà su Netflix il 26 ottobre.
Foto: Getty (Franco Origlia)
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