Lo Squalo è uno dei grandi capolavori del cinema moderno e non ha nulla da invidiare a pellicole come Quarto Potere, Sentieri Selvaggi o La Fiamma del Peccato. Il perché, lo si può desumere facilmente dal dettaglio di questa sequenza.
Siamo al minuto 13 e 40 del film.
Sulla spiaggia, un ragazzo dalla maglietta gialla, gioca con il suo cane, lanciandogli un rametto e guardandolo mentre quello si tuffa, lo afferra tra i denti e poi lo riporta indietro.
Seguiamo un bambino dal costume rosso. Alex. Il ragazzini sta andando a chiedere alla madre il permesso di tornare in acqua. La donna, che indossa un cappellino di colore giallo, glielo accorda. Alex si rialza per andare a prendere qualcosa, mentre la camera continua a seguirlo fino a quando, dalla quinta a sinistra, non entra in campo Martin Brody, (capo della polizia della cittadina balneare di Amity) seduto su di una sdraio assieme alla sua famiglia e intento ad osservare il mare con ansia. Passiamo in una sua soggettiva, stretta sul ragazzo dalla maglietta gialla che gioca con il cane. Il cane si tuffa per prendere il bastone che gli è appena stato tirato. Passiamo sulla madre di Alex che vede il figlio tornare di gran carriera verso l’acqua, con un materassino sotto il braccio. Il colore del materassino è giallo. Il ragazzino si tuffa e comincia a prendere il largo mentre il cane del ragazzo torna verso riva. Una signora che fa il morto a galla. Di nuovo Alex sul suo materassino giallo che nuota. Ancora il ragazzo dalla maglietta gialla che gioca con il cane.
Frontale su Brody, in piano americano. Una figura entra in campo da sinistra in primissimo piano, diretta verso destra e funge da tendina laterale che permette a Spielberg di stringere sul suo protagonista in un raffinato stacco sull’asse in avanti senza uscire mai dalla scena. In linguaggio cinematografico questo viene definito un “wipe by cut”, invenzione di montaggio di Verna Fields che può essere realizzata quando un personaggio è ripreso dalla distanza e il cambio di inquadratura avviene al passaggio di un qualche elemento di fronte alla cinepresa, mascherando lo stacco. Un’altra figura passa in primissimo piano, questa volta da destra verso sinistra, altra taglio, altro stacco sull’asse in avanti, in un primo piano su Brody.
Soggettiva del capo della polizia (1): guarda la signora che fa il morto a galla (2).Un’altra figura entra in campo, da destra verso sinistra, e opera un’altra tendina che permette un ritorno su Brody, seduto, in piano americano. Altre figure da sinistra verso destra che ci portano sulla donna a mollo. Qualcosa sta emergendo da sotto di lei. Ancora una quinta e di nuovo su Brody che quasi si alza in piedi, pronto a scattare per l’avvistamento dello squalo (3).
Ma quando torniamo sulla signora, vediamo che quello che ha allarmato Brody non è altro che un vecchio con una cuffia di plastica in testa, che ruota a rana (4).Brody si rilassa. Si sente quasi sciocco. Primo piano laterale. Un preoccupato cittadino di Amity va a parlare al poliziotto di una qualche sciocchezza e noi passiamo a un punto di vista poco sopra la sua spalla. Brody è frontale rispetto a noi e si affaccia oltre l’uomo che ha davanti per continuare a scrutare il mare e la spiaggia (5).
Si passa, nuovamente, alla soggettiva di Brody. In primissimo piano, in quinta a destra. il suo interlocutore, sullo sfondo una ragazza che nuota e poi si immerge di colpo. Brody si alza di scatto questa volta. Ma è di nuovo un falso allarme. L’inquadratura torna convenzionalmente laterale. La moglie del capo inizia a parlargli mentre dei ragazzini sullo sfondo si preparano ad entrare in acqua. Li seguiamo tenendoci alle loro spalle. Il ragazzino con il materassino giallo è sullo sfondo. Il vecchio con la cuffia di plastica è uscito dall’acqua e adesso si siede davanti a Brody per parlargli. Passiamo alle spalle del poliziotto, che vediamo di quinta a destra mentre il vecchio è al centro dell’inquadratura e, sullo sfondo a sinistra, vediamo i ragazzini che giocano in acqua. Il materassino giallo è ben evidente grazie al suo colore (6).
Brody si sposta per vedere meglio e scaccia il vecchio. Altri ragazzini che corrono verso il mare, passando davanti alla madre di Alex con il suo cappello giallo. Brody e la moglie parlano. Poi torniamo sui ragazzini in acqua che giocano. Il ragazzo con il cane, quello con la maglietta gialla, chiama il suo fedele animale. Dettaglio sul pezzo di legno che galleggia nell’acqua, abbandonato. L’animale non tornerà mai. È la vittima che nessuno piangerà di questa scena (7).
Passiamo sott’acqua. Siamo nella soggettiva di qualcuno o qualcosa. C’è il tema musicale di John Williams, quindi stiamo osservando un mondo dal punto di vista dello squalo. Gambe dei bambini che nuotano. Il materassino, visto dal basso, che si fa sempre più vicino (8).Torniamo sopra la superficie dell’acqua. Ragazzini in primo piano e, sullo sfondo, il materassino che si ribalta. Qualcuno, dalla spiaggia, nota qualcosa di strano e si alza. Il materassino erutta una fontana di sangue (9).Soggettiva dello squalo con il bocca il piccolo Alex (10).
Effetto Vertigo (o Dolly Zoom, se preferite) su Brody che si rende conto che tutti i suoi timori erano veri. I bambini, immersi nell’acqua e nel sangue, ancora non ben consapevoli di quello che sta succedendo.
Gli adulti, visti lateralmente, che accorrono. Brody che si affanna a far uscire tutti, fermandosi un attimo prima di entrare in acqua (perché ne ha paura). La madre di Alex che nota che c’è molta agitazione e che le persone stanno uscendo frettolosamente dall’acqua. Tutti ritrovano i loro cari. Tranne la mamma di Alex, con il suo cappellino giallo. Che vedrà riportarsi dalle onde solo un materassino stracciato. Giallo. E rosso.
Fine sequenza.
La grammatica di questo momento di cinema è complessissima.
C’è la coreografia complessiva della scena e il racconto dello spazio, che Spielberg gestisce in maniera fenomenale. C’è il lavoro sul montaggio sofisticato e innovativo (in questo, il contributo di Verna Fields deve essere stato fondamentale perché Spielberg, pur nella sulla eccellenza, non si ripeterà mai agli stessi livelli). C’è l’utilizzo sapiente del geniale tema musicale di John Williams, trasformato in strumento narrativo, oltre che in drammatico accompagnamento sonoro. E poi, c’è il giallo. Che nel film è una specie di traccia visiva dell’orrore (gialli saranno poi, nel corso della pellicola, tutti gli elementi che ci racconteranno la presenza dello squalo anche quando, a schermo, lo squalo non appare, come i bidoni di galleggiamento).
Un film incredibile, girato da un regista di ventotto anni. Del resto, Orson Welles girò Quarto Potere a venticinque.
Lo squalo
Regia: Steven Spielberg
Interpreti: Roy Scheider, Richard Dreyfuss
Formato: Dvd, Blu-ray