Regista per caso. Intervista a Rupert Everett, da Tim Burton a Oscar Wilde
telegram

Regista per caso. Intervista a Rupert Everett, da Tim Burton a Oscar Wilde

L’attore inglese ci ha raccontato i suoi prossimi progetti, tra cui un film da regista, il tutto con un italiano quasi perfetto…

Regista per caso. Intervista a Rupert Everett, da Tim Burton a Oscar Wilde

L’attore inglese ci ha raccontato i suoi prossimi progetti, tra cui un film da regista, il tutto con un italiano quasi perfetto…

Per molti sarà sempre il confidente di Julia Roberts in Il matrimonio del mio migliore amico, per altri l’icona di stile scelta da Yves Saint Laurent, o ancora Dylan Dog: è proprio a lui che Tiziano Sclavi si è ispirato per le fattezze del suo eroe di carta, poi interpretato dall’attore stesso nel film Dellamorte Dellamore. Rupert Everett oggi ha 56 anni, il viso un po’ tirato dalla chirurgia, ma un fascino intatto, accessibile e molto british; lo abbiamo incontrato al Festival di Venezia, dove è stato premiato con il “Kinéo International Movie Award”, e la prima sorpresa è stato scoprire che parla benissimo l’italiano: «A volte faccio un po’ confusione con i tempi verbali, i condizionali e i congiuntivi sono difficilissimi, ma mi piace molto».

Best Movie: Non è la tua prima volta a Venezia, ti sembra che il Festival sia cambiato?
Rupert Everett: «È la sesta volta che vengo alla Mostra, credo. La prima volta ci sono stato nel 1985, forse 1986, ora non ricordo con precisione, e da allora la manifestazione è molto cambiata. Non solo Venezia, ora tutti i Festival sono diversi rispetto a molti anni fa, perché è il cinema che è diverso. Si è persa un po’ di artigianalità ed è diventato tutto più commerciale. Ciò non toglie però che questi eventi siano molto utili. Io, per esempio, ne approfitterò per cercare un distributore italiano per il mio prossimo film da regista».

Dicci qualcosa in più di questo film.
RE: «Si intitola The Happy Prince, e parlerà dell’esilio di Oscar Wilde, del suo viaggio per l’Europa. Girerò anche in Italia, a Napoli».

BM: Come mai ha deciso di fare il regista?
RE: «In realtà la mia non è stata una decisione, sono stato costretto. Dopo aver scritto la sceneggiatura (un lavoro durato più di 10 anni ndr.) l’ho proposta ad alcuni registi, ma hanno detto tutti di no. Allora ho deciso di mandare tutti al diavolo e fare da solo, non potevo pensare di aver sprecato tanto tempo e fatica».

BM: Sappiamo che sarai nel prossimo film di Tim Burton…
RE: «Tim Burton è uno degli ultimi autori rimasti. Quando vedi un suo film lo riconosci subito, perché c’è  tutto il suo spirito, e ha avuto tantissimi successi proprio per questo motivo. I suoi film sono pieni di particolari e Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children sarà incredibile. Purtroppo io ho un ruolo piccolissimo, di quelli che se sbatti un secondo le palpebre rischi di non vedermi. Recito una parte del ruolo di Samuel L. Jackson che durante tutto il film cambia aspetto, e per un momento sarò io».

BM: Nell’ultimo anno hai lavorato molto per la TV.
RE: «Il grande schermo è finito. Se vuoi lavorare davvero devi lavorare per la televisione, dove tutto è più veloce. Quest’anno ho girato I Moschettieri, e mi sono divertito tantissimo: gli attori erano fantastici, le tempistiche di lavoro veloci, era tutto molto frizzante. Nel cinema è tutto più tranquillo, mentre il mondo va sempre più veloce. In fondo si sa: il tempo è denaro».

L’intervista è pubblicata anche sul numero di Best Movie di ottobre, in edicola dal 26 settembre.

Foto: Getty

© RIPRODUZIONE RISERVATA