Ancora prima di mostrare qualsiasi fotogramma del film, su Exodus: Dei e Re, il kolossal di Ridley Scott sulla liberazione del popolo ebraico dall’Egitto, si erano già abbattuti flagelli quasi più copiosi di quelli narrati dalla Bibbia. Soprattutto in riferimento al cast a cui si era rimproverato di essere composto prevalentemente da attori americani, europei e australiani, che poco verosimilmente avrebbero incarnato, nonostante il make-up impiegato per il loro maquillage di scena, il prototipo dell’uomo orientale.
Che nei protagonisti Christian Bale, Aaron Paul e Joel Edgerton dominino tratti somatici occidentali è una constatazione inconfutabile, ma le ragioni di questa scelta, tanto vituperata dai detrattori del film, sono più profonde di quanto non si pensi. Intervistato da Variety, Ridley Scott ha fatto luce sulla polemica insorta, spiegando che «la produzione di un film così costoso, girato per lo più grazie alle agevolazioni fiscali spagnole, doveva puntare su elementi di evidente appeal: non avrei mai potuto presentare un progetto in cui recitasse un Mohammed Tal dei Tali, non avrei avuto budget».
Una dichiarazione che suona assolutamente comprensibile alla luce del fatto che il film, prodotto da una delle Major hollywoodiane, la 20th Century Fox, e destinato ad un pubblico planetario, debba proporsi con un cast riconoscibile, per non vanificare gli sforzi economici e garantire un ritorno d’immagine e di investimento.
Nulla di nuovo sotto il sole: una strategia è una strategia e, costi quel che costi (a maggior ragione in questo caso che le spese sono state altissime), va portata a termine. Il risultato lo vedremo nelle sale subito dopo Natale, il 15 gennaio.
Intanto, se voleste saperne di più, qui l’opinione di Best Movie su 40 minuti del film visti in anteprima.
Fonte: Varety
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