La serie TV Ripley, regia e sceneggiatura di Steven Zallian, rinomato scrittore di film come La lista di Schindler di Steven Spielberg e The Irishman di Martin Scorsese, adatta il romanzo di Patricia Highsmith del 1955 Il talento di mister Ripley. L’intrigante storia era già stata interpretata per il cinema da René Clément in Delitto in pieno sole (1960) con Alain Delon, Maurice Ronet, Marie Laforet, e nel 1999 da Anthony Minghella ne Il talento di Mr. Ripley con Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Philip Seymour Hoffman, Cate Blanchett.
Ambientata a New York e in Italia nell’inverno del 1960-1961, Ripley è stata girata nell’incantevole paesino di Atrani sulla costa amalfitana, a Napoli, Roma, Palermo e Venezia, con attori italiani come Margherita Buy e Maurizio Lombardi che affiancano i protagonisti Andrew Scott (Tom Ripley), Johnny Flynn (Dickie Greenleaf), Dakota Fanning (Marge Sherwood).
Da notare, fra gli altri interpreti, John Malkovich, un personaggio da Il sepolto vivo, secondo romanzo dei cinque con protagonista Tom Ripley, che era stato Ripley nel film di Liliana Cavani del 2002 Il gioco di Ripley, dal terzo romanzo della serie; Eliot Sumner (Freddie Miles), figlio di Sting e Trudie Styler; Hildegard De Stefano, della serie TV La Compagnia del Cigno, nel ruolo di Mina che vediamo cantare Il cielo in una stanza di Gino Paoli in un nightclub di Napoli.
Zallian sostiene: “Avevo bisogno di più tempo per adattare questo libro, non lo potevo fare nelle due ore di un film, quindi il formato di otto ore era più soddisfacente. Ho voluto girarlo in bianco e nero, perché secondo me il romanzo era una versione letteraria del film noir, con un tono buio e minaccioso, e non volevo un’Italia da cartolina a colori, per questo ho girato d’inverno. L’aspetto pittorico di ogni inquadratura era importante per me, se fermavi la macchina da presa, vedevi un bel quadro o una fotografia, con una perfetta composizione.”
Flynn spiega: “Sia il romanzo che la nostra versione sono raccontati dal punto di vista di Tom Ripley, quindi a poco a poco entri nella logica del personaggio, provi quello che lui prova e incominci a immedesimarti con lui. Io dovevo cercare di capire perché Dickie lo trova intrigante e vuole insegnarli come percepire il mondo, lo entusiasma vedere che Ripley ha gli istessi ideali di bellezza che ha lui. La loro amicizia era autentica. Steven mi diceva spesso che Dickie era un bravo ragazzo, un tipo dolce, non immorale come nel film di Minghella. Era scappato dai genitori, perché si vergognava della loro sfrontatezza di nuovi ricchi che valutavano solo i soldi. Voleva rifugiarsi nella vecchia Europa, in questo bellissimo posto e nell’idea di essere un artista.”
Scott aggiunge: “Ripley è un artista della truffa, e incredibilmente dotato, deve fare piccoli imbrogli per sopravvivere. Viene ignorato dalla società dei ricchi, non ha accesso alle arti, alla musica, alla bellezza, ma quando le scopre, prova un senso di rabbia per esserne stato escluso.”
Scott risponde alla mia domanda su Caravaggio, un pittore che Dickie aiuta Ripley a scoprire e con cui lui finisce per identificarsi: “Trovo un colpo di genio da parte di Steven Zallian aggiungere questo risvolto alla storia. Mia madre era una professoressa di storia dell’arte e fin da piccolo mi ha insegnato l’uso del chiaroscuro negli straordinari quadri di Caravaggio. Ripley è affascinato da questo artista, anche lui un criminale, le cui opere d’arte continuano ad affascinarci.”
Zallian conclude: “Non ho mai considerato Ripley uno psicopatico o un assassino di professione, non è bravo a uccidere, come non lo saremmo noi, quindi possiamo simpatizzare con lui. Ha certi desideri e bisogni, che lo portano a compiere atti terribili, ma prova un senso di orgoglio per il suo talento, è un bugiardo di professione e molto bravo, è incapace di dire la verità.”
L’americana Fanning adora il nostro paese: “L’Italia aveva un ruolo importante in questa storia, ogni posto aveva un tono e una vibrazione diversa, quindi era speciale per noi poter girare nel vostro paese. Nel mio tempo libero non facevo che camminare e esplorare, a Roma, a Venezia, a Capri, ho scoperto tesori segreti, fatto compere e mangiato cucina locale, ho incontrato gente meravigliosa. Per me è stata una magnifica avventura”.
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