Robert Downey Jr. e il (Dottor) destino dell'MCU: tre motivi per cui il suo ritorno ha senso
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Robert Downey Jr. e il (Dottor) destino dell’MCU: tre motivi per cui il suo ritorno ha senso

L'annuncio dei Marvel Studios sull'ex interprete di Iron Man ha acceso il dibattito: grande trovata o pessima mossa?

Robert Downey Jr. e il (Dottor) destino dell’MCU: tre motivi per cui il suo ritorno ha senso

L'annuncio dei Marvel Studios sull'ex interprete di Iron Man ha acceso il dibattito: grande trovata o pessima mossa?

robert downey jr al san diego comic-con

Giù la maschera. Dopo giorni di intensi e più in generale anni di indiscrezioni sul possibile ritorno di Robert Downey Jr. nell’universo Marvel, la clamorosa novità si è concretizzata nella notte italiana di domenica 28 luglio 2024: l’attore e interprete di Iron Man tornerà sì nei cinecomic della Casa delle Idee, ma nei panni del villain Dottor Destino. Un annuncio che ha provocato un autentico terremoto nel mondo (Marvel).

Mentre la sala H del Comic-Con di San Diego stava ancora esultando e applaudendo per la rivelazione – in pieno stile RDJ o Tony Stark, ma ormai è difficile distinguere dove finisce uno e inizia l’altro (e su questo punto torneremo tra poco) -, in rete sono iniziati a comparire migliaia e migliaia di commenti e reazioni alla notizia. Il sentiment però non è affatto unanime: qualcuno contento per il ritorno dell’attore nel franchise sicuramente c’è, ma molti altri hanno reagito negativamente alla carrambata, ritenendola una trovata commerciale che non solo fa sembrare che Kevin Feige e soci non sappiano più che pesci pigliare, ma una caduta di stile anche da parte dello stesso interprete di Iron Man.

È davvero così? Proviamo, con serenità e coscienza che stiamo parlando sempre di un prodotto di intrattenimento cinematografico e non di un disegno legge che stravolge la vita dei cittadini, a considerare tre motivi per cui l’operazione RDJ/Dottor Destino ha senso e perché in certo senso era scritta nel destino (mnomen omen) dell’universo Marvel – nel bene e nel male.

Il primo punto da considerare è quello narrativo. Ha senso che l’interprete di Iron Man, ovvero l’eroe che più di tutti ha contribuito a rendere popolare e di incredibile successo l’universo cinematografico Marvel (con l’incasso del primo weekend da record di Deadpool & Wolverine è stata superata la soglia dei 30 miliardi di dollari al mondo, primato assoluto per un franchise), torni di nuovo all’interno della stessa saga per indossare i panni e la maschera di un diverso personaggio? Piaccia o non piaccia ma sì, ha senso. Lo ha perché segue le regole che la saga del Multiverso si è data a partire da Spider-Man: No Way Home, ovvero quella di considerare un’infinità di realtà parallele in cui sostanzialmente tutto è possibile. 

«Come prova delle inimmaginabili possibilità del multiverso Marvel, ecco a voi l’unica persona che potesse interpretare Victor Von Doom», hanno annunciato i fratelli Russo prima di lasciare spazio sul palco proprio all’ex Iron Man. Nello spirito del “vale tutto”, l’idea che sia proprio Robert Downey Jr. a interpretare una possibile variante di Tony Stark proveniente dal Multiverso non deve far storcere il naso, non più di quanto visto succedere in Doctor Strange nel Multiverso della Follia o proprio adesso in Deadpool & Wolverine grazie ad alcuni clamorosi cameo.

Non ha solo senso rispetto ai meccanismi interni che (esagerando, magari) la Marvel ha portato sul grande schermo, ma anche considerando la contro-parte cartacea non è nulla di così clamoroso: il ritorno allo status quo è uno dei pilastri della narrazione Marvel e il collegamento tra Iron Man e Dottor Destino è tutt’altro che casuale. Trova radici nella saga del 2016 Infamous Iron Man scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da Alex Maleev, nella quale Victor Von Doom assume l’identità di Iron Man a seguito degli eventi di Civil War II. Sull’ipotetico elenco dei pro e dei contro sul tavolo di Kevin Feige, il punto di vista narrativo sembra stare quindi nella prima colonna.

Passiamo quindi al secondo motivo, ovvero perché Robert Downey Jr., icona e simbolo dell’MCU, abbia accettato di tornare per interpretare questa volta un villain, un personaggio verso il quale in teoria il pubblico non dovrebbe poter provare simpatia. Proprio per questo, in realtà: l’aspetto più intrigante dell’intera operazione è la possibilità di vedere la star rimettersi in gioco subito dopo aver vinto un premio Oscar come Miglior attore non protagonista per Oppenheimer, tornare nello stesso parco giochi che gli ha svoltato la carriera e farci dimenticare che ne è stato protagonista assoluto dal 2008 (Iron Man) al 2019 (Avengers: Endgame). Al netto di qualche possibile se non probabile colpo di scena clamoroso che possa cambiare il destino di Destino (scusate il gioco di parole) e ripristinare lo status quo facendo tornare RDJ nei panni di Iron Man, la suggestione sta proprio nel ribaltamento di ruolo e di allineamento. Se la star riuscirà a sparire dietro la maschera di Victor Von Doom, allora confermerà le sue già apprezzate e riconosciute capacità attoriali, riuscendo in qualcosa che ha pochi (se non nessun) precedente nella storia del cinema.

Infine, l’ultimo motivo per cui il ritorno di Robert Downey Jr. nell’universo Marvel può aver senso e non deve essere accolto con livore, rabbia o quant’altro: perché, mettendo da parte tutte le valutazioni e soprattutto gli spietati giudizi commerciali dell’operazione – è chiaro a tutti che con questa mossa gli Studios stiano ammettendo il proprio fallimento nell’offrire un adeguato ricambio di personaggi dopo le prime tre fasi dell’MCU, tornando al passato per sperare in un futuro più roseo dopo i flop di The Marvels e altri recent film – può essere liberatorio e divertente veder portato avanti un progetto del genere. Non divertente alla Deadpool & Wolverine, con le continue gomitate nei fianchi e le strizzate d’occhio ai fan, ma come quando da bambini ci si immagina nella propria mente storie nei quali a volte l’eroe può diventare il cattivo e viceversa. Basta ricordare, come detto, che si tratta “solo” di cinema d’intrattenimento, di supereroi e supercattivi uno contro l’altro, di personaggi immaginari definiti dalla fantasia e dalla creatività e che, in fin dei conti, non si tratta che di giocare con loro in modi mai esplorati prima.

Ci aspettano due anni intensi, di rumors e teorie, di indiscrezioni e critiche prevenute nei confronti di Avengers: Doomsday e del successivo Avengers: Secret Wars. Ma, in fin dei conti, chi mai avrebbe pensato che una serie di film su tizi in costume protagonisti di fumetti “per ragazzi” sarebbero diventati il più popolare e redditizio franchise della storia del cinema? Un pantheon del quale Robert Downey Jr. è stato nume tutelare e questo ritorno non fa che confermarlo: «Nuova maschera, stesso compito» e il (dottor) destino dell’MCU nelle sue mani.

Foto: Jesse Grant/Getty Images for Disney 

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