Roberto Benigni: «Woody mi deve un altro film»
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Roberto Benigni: «Woody mi deve un altro film»

In To Rome with Love interpreta un uomo in fuga dalla fama. E nella vita?

Roberto Benigni: «Woody mi deve un altro film»

In To Rome with Love interpreta un uomo in fuga dalla fama. E nella vita?

Durante lo show di ieri, nella conferenza stampa di To Rome with Love, ha fatto ridere tutti a crepapelle raccontando di due operatori sanitari che fermano l’ambulanza pur di fare una foto con lui. Oggi Roberto Benigni è tornato a regalare battute e aneddoti con la solita spiazzante energia. Una divertente chiacchierata a tu per tu dopo quella con Woody Allen, Penelope Cruz, Jesse Eisenberg e Alec Baldwin:

È vero che la sceneggiatura di To Rome With Love è stata difficile da leggere perfino per te?

«Non c’era nulla nella sceneggiatura, otto pagine bianche. Tant’è che ho pensato questo è Nanni Moretti che per evitare fughe di notizie mi manda una cosa incomprensibile. Me l’ha consegnata una che è stata là tutto il tempo a sorvegliarmi ma io con uno stratagemma ho fotocopiato tutto e gliel’ho ridata. Poi una volta sul set ho scoperto che il regista non era Nanni ma Woody Allen».

Ti dispiace che i vostri personaggi non interagiscano nel film?

«Parecchio. Però la vedo come una promessa. Vorrà dire che dovrà richiamarmi a recitare per lui».

Perché non batterlo sul tempo? Chiamalo tu, come attore, in un tuo film.

«Magari. I grandi autori sono sempre più facili da dirigere. Ma no, voglio un altro ruolo da lui e penso di essermelo meritato. Mi ha riempito di complimenti per l’interpretazione: mi ha chiamato felicissimo mentre montava il film per come stava venendo e prima che cambiasse titolo (Bop Decameron) mi ha pure regalato un’edizione del Boccaccio con tanto di dedica sulla prima pagina».

Sei sorpreso di tanta sintonia? Eppure per anni sei stato definito il Woody Allen italiano….

«Sarei più credibile come l’Anna Magnani svizzera o il Mastroianni russo. Piuttosto mi ha sorpreso vedere il modo in cui lavora con gli attori come riesce a dare una direzione d’orchestra con un tocco tutto suo, una leggerezza che lascia senza parole. Prendiamo il mio personaggio, la sua è la storia più attuale di tutte: la fama basata sul nulla fa invecchiare anche la teoria dei 15 minuti di celebrità di Warhol che si basava sul raggiungimento di un piccolo successo, ma per un merito. Nell’epoca dei social network il merito viene meno, non serve più. I film di Allen sono così, quando esci dalla sala ti porti via un paio di diamanti, possono essere battute memorabili, riflessioni, letture che precorrono i tempi».

Leopoldo Pisanello finisce per rimpiangerla la sua fama senza motivo. Tu che rapporto hai con la tua che non solo è motivata ma di lungo corso.

«Io cerco di vivere normalmente, anche se spesso finisce che mi mettono on line mentre mi sto mangiando una pizza e mi cola il sugo dappertutto. È facile che mi chiedano le cose più disparate dal telefonare a qualcuno, a farsi fare una foto, all’autografo. Ecco Mastroianni per esempio era terrificato dagli autografi. Non parliamo poi di Massimo Troisi che viveva la fama in maniera così negativa da non uscire più di casa. Inevitabilmente devi rinunciare ad alcune cose, ti viene un po’ a mancare la vita vera, ma le attenzioni della gente sono positive. È una testimonianza di affetto, in fondo».

Come vedi la crisi economica. L’Italia ce la farà ad uscirne?

«Ma certo, abbiamo superato cose peggiori, mi ricordo la crisi petrolifera degli anni ’70. Siamo il paese del rinascimento della resurrezione. E poi per andare in Paradiso bisogna passare per l’Inferno, no?».

Allen e Fellini due grandi autori che si stimavano, con cui hai lavorato e che hanno parlato di Roma. Ci spieghi le loro differenze?

«Fellini aveva l’inferno sempre dentro. Anche quando parlava di Dolce vita. Pensate poi a La voce della luna, un testamento terribile nero e amaro, condannava i personaggi a vivere quasi in un purgatorio. To Rome with Love dà un quadro tutto diverso. Allen ha poesia e leggerezza. Fellini sul set aveva una grandezza che ti faceva desiderare di possederne un po’». (Foto Tiziana Fabi/AFP/Getty Images)

Guarda il red carpet della premiere romana di To Rome with Love

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