Grande serata horror alla prima edizione del Best Movie Comics & Games: prima dell’anteprima nazionale di X – A Sexy Horror Story, è intervenuto un volto amico della rivista, Roberto Recchioni. Il curatore di Dylan Dog, scrittore e sceneggiatore ha presentato il suo primo lavoro dietro la macchina da presa: Carne Fredda.
Una prima volta speciale, per lui, che figura anche come sceneggiatore: «Figuratevi se non me lo scrivevo! Fa parte di un’opera horror sviluppata con Adler, è una cosina piccola di un’ora, finita. Presto o tardi la vedremo nella sua forma completa». Una forma che si sviluppa a partire da un tema preciso: «È una riflessione su come chi ha qualcosa può divorare chi vuole qualcosa. E come chi vuole qualcosa spesso è disposto a farsi divorare per ottenerlo. Che sia denaro, sesso o piacere. Nel caso specifico del primo racconto, è il talento: cosa siamo disposti a fare per averne?».
Una domanda che riguarda anche in prima persona Roberto Recchioni, in questa nuova incursione nei territori fino ad ora inesplorati della regia: «Se ho talento come regista? Tutto da vedere. Ho chiesto a un po’ di amici di fare giornate sul set, fortunatamente sono stati molto disponibili, come i Manetti Bros. Fare fumetti è un’attività che alla peggio parli con 3 persone, il set è diverso, anche per una cosa così piccola contava 40 persone. Bisognava capire come confrontarsi con loro, capire come non essere stro**o per iniziare. Io non sono simpatico nel mondo del fumetto, voglio provare a esserlo nel cinema».
Come ha raccontato nel corso del panel, dopo aver mostrato una prima clip di Carne Fredda, per Recchioni «Il cinema è un linguaggio totalizzante, più di ogni altro […] Il set è uno spazio tridimensionale e anche se hai deciso come girare la scena, il set stesso ti racconta un’altra cosa». Una delle grandi differenze, per esempio, è la presenza di attori in carne ed ossa: «Ero terrorizzato da loro. Vogliono sapere cosa arriva prima, per interpretare al meglio, ma poi ho scoperto che sono come i disegnatori dei fumetti: ti confronti con la stessa sensibilità».
«Io alla fine sono un formalista – ha aggiunto parlando dello stile della sua prima opera horror antologica – per quanto mi piacciano quei talenti freschi che costruiscono il film sull’improvvisazione dell’attore, a me piace un’idea molto contenuta e rigida: mi fa comodo avere una base così solida dietro, aver visto tonnellate di cinema». Il curatore di Dylan Dog ha anche tracciato un suo personale e preciso percorso da regista: «Al cinema voglio fare poco, ma molto bene». Chi si aspetta un Roberto Recchioni “fumettista” per Carne Fredda, sbaglia strada: «Non voglio che del mio linguaggio cinematografico dicano che vengo dal fumetto: quando fai cinema guardi i maestri del cinema, mi sembrerebbe stupido altrimenti».
Il futuro di Carne Fredda è ancora da definire, sottolinea al panel del Best Movie Comics and Games Mattia Della Pupa, responsabile marketing di Adler Entertainment: «Abbiamo numerose idea su che forma dare. Stiamo ancora valutando una serie di opzioni. C’è uno sviluppo che va ben oltre questa cosa».
La sorpresa finale per Roberto Recchioni è il premio del ventennale di Best Movie: a lui è andato la targa come Miglior Autore, riconoscimento frutto della sua estrema versatilità.
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