Era dai tempi di Twilight al Festival Internazionale del Film di Roma che non si vedeva un bagno di folla come quello di ieri sera all’Auditorium Parco della Musica. I “colpevoli” di questo tripudio di fan (non solamente teenager) sono stati Alexander Skarsgård, Valentina Cervi e Kristin Bauer Van Straten, i temibili vampiri del serial targato HBO True Blood.
Il serial, giunto alla quinta stagione (in Italia dal 23 ottobre su FOX), è un dramma fantasy a tinte horror, che ha affascinato gli Stati Uniti e non solo. Nata dalla creatività di Allan Ball, già creatore di Six Feet Under, la serie mixa in maniera sapiente tinte noir, drammi personali e una moltitudine eterogenea di personaggi sovrannaturali e umani, tingendo tutto con un pizzico di romanticismo (e di splatter).
Quasi stupiti dalla enorme popolarità dello show, gli attori hanno presenziato oggi alla conferenza stampa. In un clima disteso e colloquiale è stato evidente subito l’affiatamento che li lega, soprattutto Kristin Bauer Van Staten e Skarsgard, e una semplice conferenza stampa si è trasformata in una piacevole chiacchierata fra amici. Ecco il resoconto dell’incontro moderato da Marco Spagnoli.
Vi aspettavate un bagno di folla e un’accoglienza così calorosa come quella riservatavi ieri?
Alexander Skarsgård: è stato davvero pazzesco. La prima volta che sono stato in Italia era dieci anni fa, prima di True Blood, e non sapevo cosa aspettarmi e quanto fosse popolare lo show qui, ma a quanto pare è molto popolare, e l’accoglienza è stata buonissima, ci siamo divertiti molto. Incontrare tutti i fan è stato pazzesco, e poi ho appena finito di girare un film a Vancouver (Hidden nda) dove non si mangia, perché è un film post apocalittico, quindi per due mesi sono stato a dieta, una dieta ferrea a base di riso e acqua principalmente, ed è stato orribile. Così non vedevo l’ora di venire a Roma, perché dopo l’incontro siamo andati a mangiare tantissima pasta, a bere vino e birra, non potevo chiedere di più!
Kristin Bauer Van Straten: ho avuto la stessa esperienza, solo che io vivo a dieta ferrea come quella di Alex otto mesi l’anno. Ho portato i miei jeans stretti ma dubito che riuscirò a indossarli di nuovo. Seriamente, è stato fantastico venire qui. Negli USA giriamo lo show e sei mesi dopo va in onda, delle volte prendiamo parte ad eventi per i fan, come il Comic Con, incontrare la nostra audience è meraviglioso, e questi sono quegli eventi che ti mettono in contatto diretto con il pubblico. È stato fantastico venire per la prima volta qui a Roma e vedere quante persone amano questo show. E poi ovviamente andare a mangiare è stata la ciliegina sulla torta.
Valentina Cervi: ho sempre saputo che questo show aveva una fortissima base di fan, che ovviamente è difficile percepire quando sei fuori. Per me è stato probabilmente diverso che per loro perché questo è il mio paese, e il cinema sta vivendo un momento difficile, quindi avere la possibilità di partecipare a uno show così bello, e vedere l’accoglienza dei fan, senza i quali lo show non esisterebbe, mi ha fatto capire quanto sia stato importante per me prendere parte a questo progetto. Ricevere questo calore dà un senso al tuo lavoro, non ha senso farlo per sé o per un certo narcisismo intellettuale.
Siete stati diretti da Stephen Moyer (nell’episodio Somebody That I Used to Know nda): cosa si prova a essere diretti da un amico, da qualcuno con cui di solito si recita?
AS: Io adoro lavorare con Steve, lui conosce molto bene il mio personaggio, ora sono cinque anni che lavoriamo insieme e conosce Eric molto di più di altri registi della serie. È un regista molto talentuoso, ha un grande occhio per la regia e in più è uno dei miei migliori amici, gli voglio bene ed è fantastico. Ha fatto un grandissimo lavoro per questo spero che possa tornare a dirigere altri episodi.
KBVS: Anche per me è la stessa cosa. Ogni volta che ho dei dubbi su come interpretare una battuta vado da Steve e gli dico “secondo te dovrei interpretarla in questo modo?”. Se c’è qualcosa nella sceneggiatura di cui non sono sicura chiedo a Stephen cosa ne pensa a riguardo. È un regista naturale e fra di noi c’è fiducia, mi sento molto a mio agio, forse più di tutti gli altri.
VC: Sono cinque anni che Stephen chiede ad Allan Ball, il creatore della serie, di dirigere un episodio. Ha aspettato con ansia questo momento e Allan alla fine, dopo aver detto per anni che non era ancora pronto, quest’anno gli ha lasciato dirigere questo episodio.
De Niro ha detto una volta che gli attori, diretti da altri attori, si sentono protetti. Cosa ne pensate?
VC: Sicuramente sì. In tutti gli show americani lo scrittore conta quasi di più del regista. Gli scrittori tengono le file emotive e narrative della serie. Se hai un dubbio su un personaggio ti rivolgi a uno scrittore. Stephen sul set ti dava la possibilità di avere un contatto più profondo sul personaggio.
I new media e social network rappresentano un catalizzatore, o comunque uno strumento importante, per accrescere la vostra fama?
AS: Personalmente no. Ne sono terrorizzato, cerco di stare lontano da Facebook, Twitter e da altro. Apprezzo che ci siano persone che si dedicano 24 ore su 24 ad aggiornarne i siti dedicati allo show. Fanno un lavoro strepitoso. Apprezzo molto ma a un livello personale sono spaventato, non credo che sia un bene per me come persona, né come attore, leggere certe cose. Kristin invece è l’esatto opposto, va ovunque per leggere commenti e notizie. Ancora si ricorda di anni fa in cui lesse l’unico commento negativo in mezzo a tantissimi positivi e nemmeno oggi riesce a superare quella critica. Era: “Sei più pesante di Angelina Jolie”. Per questo motivo cerco di evitare di leggere i blog. Se si utilizzano i social network come li usa Kristin invece penso che sia una grande opportunità perché si occupa di beneficenza e in questo modo può pubblicizzare la sua causa grazie a Twitter.
KBVS: Io li utilizzo. Le persone hanno interesse sia per la nostra vita che per lo show, perché siamo attori. Usandolo nella giusta maniera possiamo fare del bene. Io che sono entrata in modo nervoso in questo mondo virtuale, adesso lo abbraccio per fare del bene e sono davvero contenta del sostegno dei fan del mondo social che mi sostiene nelle cause che porto avanti.
VC: Ho un rifiuto rispetto ai social per la paura della freddezza del mezzo. Chiunque può scrivere qualsiasi cosa, ed è giusto in un’epoca in cui è tutto filtrato dai giornali. Come attrice cerco di non leggere i blog perché come per Kristin è successo anche a me di leggere cose terribili, e non importa quante cose positive ci siano scritte, ti focalizzi solo su quelle negative perché con il lavoro che facciamo siamo comunque soggetti alle critiche: per quanto tu te ne voglia fregare cerchi sempre di essere amato.
Quanto mancherà Alan Ball allo show?
AS: Alan Ball non ci mancherà per niente perché non se andrà da nessuna parte! Rimarrà sempre produttore dello show, avrà sempre il suo ufficio lì dove giriamo la serie e continuerà a leggere tutte le sue sceneggiature. Il fatto che non ci sia più il suo nome non significa che lo show cambierà. Questo show è la sua creatura, il suo bambino.
KBVS: Sono un tipo molto emotivo, non mi piace il cambiamento in generale. L’ultima volta che abbiamo fatto una lettura tutti insieme mi sono messa a piangere e gli ho chiesto di firmare la copia della mia sceneggiatura. Lui mi ha detto di rilassarmi perché non andrà da nessuna parte.
VC: Per me Allan Ball è un genio. Sono stata fortunata ad entrare quest’anno e a partecipare all’ultima stagione diretta da lui, per me è stato per me un sogno.
Pensate che il successo dello show dipenda dal suo essere antitetico ad altri show sui vampiri come Twilight o The Vampire Diaries?
VC: Il vampiro è una scusa per parlare d’altro. È uno show che non si prende troppo sul serio. Usa la primordialità del vampiro per parlare dei molti colori che l’essere umano ha dentro di sé.
AS: Rispetto agli altri show non posso dire molto perché non conosco e non ho mai guardati gli altri.
KBVS: Non ho visto The Vampire Diaries, quindi anche io non posso dire di niente a riguardo, ma sono stata single abbastanza a lungo per leggere la saga di Twilight e sono tornata di nuovo sedicenne: è stato bello leggere 300 pagine prima che i due si prendessero per mano… Poi ho incontrato mio marito e sono tornata alla mia età, ma mia nipote lo adora. Penso che il fattore differenza fra queste opere riguardi l’età. Mi sono sempre piaciuti i vampiri, ma non vorrei sembrare snob nel dire che preferisco i vampiri quando non possono uscire alla luce del giorno.
La sesta stagione é in produzione. Quante stagioni durerà True Blood secondo voi?
AS: I nostri personaggi non invecchiano. Se andasse avanti troppo avremmo qualche problema, ne sono sicuro: non potrò interpretare Eric quando avrò 75 anni! Non lo so. Un anno alla volta. Dal punto di vista creativo é divertente e fino a quando la scrittura è fatta bene andremo avanti.
Stagione dopo stagione i personaggi evolvono e si scoprono nuovi dettagli su ognuno di loro. Siete sempre stati d’accordo con la loro evoluzione?
KBVS: quando è iniziato lo show, Pam dipendeva completamente da Eric. Quando mi hanno trasformato in un personaggio regolare della serie sono stata molto felice. Ti rendi conto di poter fare cose diverse e scoprire nuovi aspetti del personaggio che interpreti. Personalmente non sono mai stata in disaccordo con nulla.
AS: Alan e gli sceneggiatori sono molto disponibili a cambiare le cose. Se non siamo d’accordo con qualcosa ne parliamo e loro ci ascoltano perché vogliono che anche noi diamo il nostro contributo: vogliamo tutti che la cosa funzioni.
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