Alcuni esponenti politici di Locarno negli ultimi giorni hanno imbastito una vera polemica contro l’ospite principale del Festival, Roman Polanski. Il motivo? Ovviamente, il suo famoso passato legale. Polanski vive in Svizzera per la maggior parte dell’anno, e proprio lì venne arrestato, nel 2009, con l’accusa di violenza sessuale su una minorenne (il mandato di cattura era internazionale e richiesto delle autorità giudiziarie statunitensi). Visto che il mandato di cattura è ancora valido negli States, dopo il rilascio il regista è tornato nella sua casa svizzera e tutto sembrava infine tornato alla normalità. Ma era solo apparenza: le polemiche sulla sua ospitata al Festival di Locarno sono passate da semplici bagarre di paese ad un vero e proprio tumulto, tant’è che Polanski ha detto “no” alla sua partecipazione.
Ecco il messaggio che ha definito la rottura tra il regista e la kermesse: «Cari amici,
mi dispiace dovervi comunicare che dopo aver constatato che la mia apparizione al Festival di Locarno avrebbe potuto provocare tensioni e controversie da parte di persone contrarie alla mia presenza, ma di cui rispetto le opinioni, ho deciso a malincuore di rinunciare a parteciparvi. Mi rattrista sinceramente deludere le vostre aspettative.»
Ovviamente la decisione di Polanski è un duro colpo per il Festival, che perde così il suo ospite maggiore (e dal respiro internazionale). La bufera ha investito anche il direttore Carlo Chatrian, che i più davano vicino alle dimissioni. Pare invece che la decisione di Chatrian non sia così drastica, ma il commento rilasciato sulla vicenda lascia intendere l’umore nero del direttore: «Dopo vari giorni di pioggia, oggi a Locarno splende il sole, ma per me è la giornata più scura da quando mi è stato chiesto di dirigere il Festival. La decisione di Roman Polanski di rinunciare al mio invito mi rattrista enormemente. Oggi sono triste perché il pubblico del Festival del film di Locarno sarà privato dell’incontro con uno straordinario artista, che aveva abbracciato la nostra proposta di tenere una grande lezione di cinema. Sono triste perché il pubblico della Piazza Grande non potrà salutare un maestro del cinema. Sono triste perché quell’idea di Festival come luogo di incontro e di discussione subisce oggi un duro contraccolpo. Ho il massimo rispetto per la libertà di espressione di ognuno e mi sono dato l’obbligo di ascoltare ogni critica con la giusta attenzione. Ritengo però che questa volta, alcune posizioni abbiano oltrepassato il limite e, attraverso la violenza verbale e il fraintendimento della realtà, siano diventate un inaccettabile attacco alla dignità della persona. Capisco e rispetto la decisione di Roman Polanski. Spero davvero che quest’occasione di accrescimento mancata non suoni come una vittoria di chi intende imbrigliare il Festival ma diventi una piattaforma per rilanciarlo come spazio di libertà e luogo di accoglienza». E conclude, sarcasticamente: «Penso che questa volta alcune posizioni abbiamo oltrepassato il limite e, attraverso la violenza verbale e la manipolazione della realtà, siano diventati un inaccettabile attacco alla dignità delle persona».
Fonte: affariitaliani
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