Nei giorni della controversa decisione dei giudici della Corte Suprema di annullare la condanna a Bill Cosby, prima illustre testa a cadere dopo la ribalta del movimento #MeToo, si torna a parlare di Harvey Weinstein. Lo ha fatto uno dei registi più legati al produttore condannato per violenza sessuale, Quentin Tarantino.
Non è la prima volta che il regista di Pulp Fiction e Inglourious Basterds rompe il silenzio sull’amico. Già tre anni fa, era uscito allo scoperto ammettendo che era a conoscenza del suo comportamento: «Sapevo abbastanza per fare di più» le sue parole all’epoca, che gli valsero numerose critiche.
Nel corso di un’intervista per The Joe Rogan Experience di questi giorni, Tarantino ha fatto nuove “ammissioni” sui rimorsi per quanto accaduto col produttore di numerosi suoi film. Su quella che ha definito una «figura paterna incasinata», ha detto:
«Vorrei avergli parlato. Vorrei essermi seduto con lui per una conversazione molto scomoda. Non sapevo degli stupri o cose del genere, ma sapevo che era tipo… L’ho incasellato nel boss che rincorre la segretaria attorno alla scrivania».
Solo che non era una segretaria: sono oltre 80 le donne che si sono fatte avanti per denunciare le molestie di Harvey Weinstein, condannato a 23 anni di carcere per stupro e violenza sessuale. Tarantino ha poi aggiunto:
«Vorrei essermi seduto con lui per dirgli ‘Harvey, non puoi farlo, rovinerai tutto‘. Penso che nessuno gli abbia parlato così. E la cosa è che tutti quelli che gli giravano attorno sapevano. Non tutto, probabilmente, non degli stupri, ma avevano sentito cose».
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Fonte: IndieWire
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