Scarlett Johansson è pronta a tornare, per l’ultima volta, nei panni di Vedova Nera. Black Widow segnerà il ritorno dell’MCU sul grande schermo dopo lo stop forzato per la pandemia, ma sarà anche l’occasione per salutare con un po’ di ritardo il personaggio di Natasha Romanoff, portato in scena dal 2010.
Il suo arco narrativo è stato molto ampio: da sexy segretaria e spia di Tony Stark a guida degli Avengers negli anni del Blip, per poi sacrificarsi per dare ai compagni una possibilità di sconfiggere Thanos e riportare in vita la metà dell’Universo spazzata via dalle Gemme dell’Infinito. Nel prossimo film in uscita a luglio, scopriremo un lato molto più personale di Black Widow, cosa che contribuirà ancor di più a staccarsi dal personaggio “hot” visto agli inizi.
Scarlett Johansson in un’intervista per Collider ha parlato proprio dell’aspetto di iper-sessualizzazione di Vedova Nera, specialmente nei primi anni. L’attrice ha dichiarato:
«Sono passati 10 anni e sono successe molte cose, ho una diversa e più evoluta comprensione di me stessa. Come donna, sono in un momento differente della mia vita. Mi sento molto più gentile verso me stessa come donna, mi accetto di più penso. E tutto questo è collegato al passo indietro da quel tipo di iper-sessualizzazione di questo personaggio. Voglio dire, se guardi indietro a Iron Man 2, sebbene sia stato molto divertente e avesse tanti bei momenti, il personaggio è molto sessualizzato, no? Parlano di lei come se fosse un pezzo di qualcosa, come una possessione, un oggetto o che so, come un bel cul*o, davvero».
Senza dubbio la sensibilità sociale al tema della rappresentanza femminile nel cinema, anche di supereroi, è drasticamente cambiato. Prima della celebre scena di Avengers: Endgame con tutte le eroine riunite insieme (che ha riassunto in un certo modo l’impegno Marvel sul tema), se ne è dovuta fare di strada, partendo anche dalla scrittura dei film. Scarlett Johansson ha infatti sottolineato una scena in particolare del suo primo film nell’MCU:
«Anche Tony si riferisce a lei con qualcosa di simile. Cosa gli diceva? “Ne voglio un po’”. Sì e a un certo punto la chiama pezzo di carne e magari a quel tempo poteva sembrare un complimento. Capite che intendo? Perché la pensavo diversamente. Forse la mia autostima era probabilmente misurata su quel tipo di commenti, ma come molte giovani donne poi impari a ragionare da sola e capisci la tua propria autostima. Le cose stanno cambiando. Ora le persone, giovani ragazze, stanno ricevendo un messaggio molto più positivo, ma è stato incredibile far parte di questo cambiamento ed essere riuscita a passare dall’altra parte, essere stata parte di quella vecchia storia ma anche del progresso, dell’evoluzione»
All’attrice è stato poi domandato se la diversa attenzione e sensibilità nei confronti delle eroine, dimostrata per esempio da Captain Marvel nel recente passato, l’abbia spinta a cambiare il modo in cui ha interpretato Natasha Romanoff in Black Widow. Scarlett Johansson ha risposto:
«Penso sia collegato alla questione dell’iper-sessualizzazione, perché Natasha usa la sua sessualità per manipolare la situazione, fa la civettuola e la furba e poi ti taglia le gambe. Il suo potere è nella sessualità, ma questo è cambiato nel corso del tempo, no? La sua forza era in realtà la sua vulnerabilità. Questa è la situazione in cui siamo ora e in Endgame si sacrifica per tutti per amore: salva i suoi amici, salva tutti. E penso che essere in quel tipo di mentalità per fare quella decisione, quell’atto senza egoismo sia incredibilmente potente. Quindi c’è stata una evoluzione interessante ed è stato bello scoprirla con la regista […] Vediamo la vera Natasha, la sua vera forza in questo film più che mai prima».
Foto: Getty Images
Fonte: Collider
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