Scarlett Johansson: «Non sono la Vedova nera ma una ragazza ipersensibile»
telegram

Scarlett Johansson: «Non sono la Vedova nera ma una ragazza ipersensibile»

L'attrice ha raccontato la sua esperienza da Vendicatrice, le sue speranze e la sua amicizia con Woody Allen

Scarlett Johansson: «Non sono la Vedova nera ma una ragazza ipersensibile»

L'attrice ha raccontato la sua esperienza da Vendicatrice, le sue speranze e la sua amicizia con Woody Allen

È in minoranza nel team degli Avengers, dov’è l’unica donna, ma durante gli incontri con la stampa romana, Scarlett Johansson fa la parte del leone, adombrando tutti i suoi colleghi. Lei non ci terrebbe a mettersi in luce, specie perché The Avengers è un film corale, ma il gigantesco ritardo con cui lei e colleghi si sono presentati alla stampa oggi pomeriggio ha focalizzato più del previsto, se possibile, attenzione e curiosità su di lei. L’attrice però non ci sta e quando i fotografi le chiedono di posare da sola lei nega lo scatto facendo finire il photocall a tempo di record. Fortunatamente davanti ai microfoni le cose vanno meglio e c’è tempo anche per una dichiarazione d’amore alla città di Roma, come potete leggere qui sotto.

Vedova nera è un personaggio piuttosto diverso da quelli che interpreti di solito, cosa ti ha spinto ad accettare?

«La prima volta in cui sono rimasta coinvolta in un progetto con supereroi nei panni della Vedova Nera è stato con Iron Man 2 e devo dire che a convincermi fu la voglia di lavorare con Robert Downey jr. e con Jon Favreau. E poi fu bello vedere che Jon credeva che avessi le giuste capacità per interpretare una supereroina. Da parte mia nutrivo la speranza che il mio personaggio avrebbe interessato i fan al punto da poter poi entrare a far parte del progetto The Avengers, di cui all’epoca si parlava già».

Leggevi fumetti da piccola e come scegli i ruoli?

«Leggevo moltissimi libri, mi è sempre piaciuto leggere, ma non leggevo i fumetti sui supereroi. Per quanto riguarda la scelta dei ruoli mi baso su una sensazione: se nel film o nella sceneggiatura c’è qualcosa che mi terrorizza leggermente, allora accetto. Con l’avanzare dell’età mi vengono offerti personaggi che si sentono più realizzati, personaggi con più spessore, che magari sono in un momento di transizione, anche se in questo momento storico mi pare ci siano quasi solo personaggi con i piedi ben piantati per terra».

C’è qualcosa della Vedova nera in te?

«In un certo senso sì, ad entrambe piace completare il nostro lavoro. Però io sono ipersensibile e lo sfrutto nel mio lavoro, la vedova invece non dico sia insensibile ma deve rimanere più distaccata e se è un minimo vulnerabile non lo sfrutta certo nelle sue missioni».

Dopo 39 film cosa ti piace di più fare, film a basso o ad alto budget?

«Non credo si possa fare un confronto tra tutti i film che faccio, ognuno è un’esperienza e una cosa a parte. Il budget non penso possa influenzare più di tanto, a parte un catering migliore (ride), non cambia molto in termini di sfide. Certo, un film con un cast come The Avengers di sicuro non ti dà l’impressione di una pellicola intima, è chiaro non ci possa essere l’atmosfera dei film indipendenti, eppure tutto è trainato dai personaggi e ci viene chiesta un’interpretazione a livello drammatico».

Quanto è stato complicato prepararsi al ruolo dal punto di vista fisico?

«Molto. Abbiamo passato tanto tempo in palestra e con gli stunt, al punto che vedevamo più loro che i nostri familiari. E sapevamo di dover imparare le varie acrobazie bene e in fretta perché il regista voleva inquadrare la nostra faccia anche durante le scene più complicate, quindi dovevamo fare noi anche le scene acrobatiche».

Una settimana fa abbiamo incontrato Woody Allen per To Rome with Love. Tu che sei una delle sue muse e hai lavorato diverse volte con lui, avresti voluto un ruolo nel film? Che differenze ci sono nella direzione degli attori tra Allen e Joss Whedon il regista di The Avergers?

«Chi non ama Allen? Naturale che mi sarebbe piaciuto tanto lavorare in To Rome with Love: farei di tutto per lavorare con Woody e poi adoro Roma. Ho avuto l’opportunità 10 anni fa di recitare qui in Le seduttrici e da allora, quando arrivo all’aeroporto ho sempre la sensazione di reincontrare un amore del passato. Vorrei sempre poter girare a Roma. Per quanto riguarda Joss e Woody, di sicuro hanno modi molto diversi di lavorare: Joss si concentra molto sulla caratterizzazione, ti dà molti appunti e memo. Woody no, perché quando ti sceglie si aspetta da te che tu sappia come fare il personaggio, magari ti guida se vede che stai deviando da ciò che lui vuole».

Leggi l’intervista a Chris Hemsworth, Tom Hiddleston e Mark Ruffalo

Leggi l’intervista al presidente della Marvel e produttore di The Avengers Kevin Feige

Leggi qui la recensione di The Avengers

Leggi anche dal blog di Luca Maragno The Avengers: bello senz’anima

Vi ricordiamo che nel numero di aprile in edicola Best Movie racconta in anteprima la missione cinematografica dei supereroi Marvel, con tutti gli Avengers al completo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA