Nosferatu, il tanto atteso remake firmato Robert Eggers del mitico film muto del 1922 ora nei cinema, ci sta proponendo una rivisitazione d’autore del Conte Orlok, il quale per l’occasione è interpretato dall’attore svedese Bill Skarsgård. Per l’amato interprete dell’iconico Pennywise di IT tuttavia non si tratta del primo vampiro da lui portato sullo schermo.
Nel 2013 l’allora giovanissima star era stata la protagonista di Hemlock Grove, una delle primissime serie prodotte per Netflix adattata da Brian McGreevy dall’omonimo romanzo dello stesso McGreevy. Ambientata nella omonima cittadina fittizia, la serie segue le vite di due giovani liceali.
Peter Rumancek si è appena trasferito in città con sua madre dopo la morte di uno zio. Egli è inoltre un licantropo che cerca di condurre una vita il più normale possibile. Propositi che sembrano andare a farsi benedire quanto una ragazza viene ritrovata uccisa da quello che sembra essere un grosso animale, con Peter che apprende che potrebbe non essere l’unico mostro in città. A fargli compagnia c’è infatti Roman Godfrey, fascinoso e carismatico giovane interpretato da Bill Skarsgård, il quale è inconsapevolmente un “upir”, un vampiro diurno. Non comprende i suoi strani impulsi nè perché è ossessionato da Peter dopo averlo incontrato, ma i loro destini sembrano destinate a legarsi a doppio filo.
Se Nosferatu vuole riportarci alle radici del folklore dei vampiri, Hemlock Grove ha tentato di percorrere una strada differente appoggiandosi pesantemente sulla tradizione slava e riproponendola in salsa moderna, regalando così una rivisitazione che nel 2013 aveva il potenziale per “svecchiare” la figura del vampiro e farla tornare nuovamente spaventosa.
I vampiri dello show sono noti come “upir“, termine che con ogni probabilità si ispira al temine slavo “Upiór“, il quale raffigura a sua volta esseri demoniaci tipici del folklore slavo e turco considerati una sorta di prototipo del vampiro comunemente detto. In Hemlock Grove questi non sono descritti come dei “non morti” e possono riprodursi biologicamente e dare alle luce bambini umani, i quali poi potranno diventare upir se decideranno di completare la transizione.
La serie ha inoltre potuto godere della supervisione di Eli Roth, coinvolto come produttore esecutivo e anche come regista dell’episodio pilota. Nonostante le buone premesse, Hemlock Grove non si è rivelato un grande successo. La serie è probabilmente arrivata in periodo in cui le figure vampiriche iniziavano a perdere mordente sul pubblico ormai abituato a produzione come Twilight e The Vampire Diaries, con la rivisitazione della tradizione che era probabilmente troppo in anticipo sui tempi.
Hemlock Grove è durata per sole tre stagioni, con le ultime due ancora inedite nel nostro Paese. Ad oggi la serie non è neanche più presente sul catalogo Netflix, una scelta che ha lascia l’amaro in bocca e che impedisce di poter apprezzare appieno l’intensa performance di suoi attori, Bill Skarsgård in primis.
Vi ricordiamo che Nosferatu è attualmente in programmazione nei cinema.
Cosa ne pensate? Avete visto Hemlock Grove? Fatecelo sapere nei commenti!
Leggi anche: Se avete amato Nosferatu, è ora di riscoprire questo cult sottovalutato sui vampiri
Foto: MovieStillsDB
Fonte: CBR
© RIPRODUZIONE RISERVATA