Se avete apprezzato l’atmosfera gotica e l’inquietante fascino del Nosferatu di Robert Eggers, finalmente approdato nelle sale italiane, c’è un altro film del genere che merita di essere riscoperto. Un cult degli anni ’80, spesso trascurato, che intreccia magistralmente l’orrore dei vampiri con una storia intensa e viscerale. Un gioiello cinematografico che offre una visione unica del mito vampirico, capace di affascinare chi cerca qualcosa di più profondo e diverso dai classici del genere.
Stiamo parlando di Near Dark, film del 1987 che qualsiasi appassionato del genere dovrebbe vedere. Diretto da Kathryn Bigelow, si distingue come un’eccezionale storia d’amore, capace di affascinare chiunque abbia riscoperto la propria passione per i film sui vampiri dopo aver visto Nosferatu.
Negli anni ’80, il cinema sui vampiri ha vissuto un periodo di grande popolarità con titoli come The Lost Boys e Fright Night: è in questo contesto che la celebre regista ha concepito Near Dark, un film che mescola il western e l’horror, oggi considerato il suo primo grande successo cinematografico. Il film narra la storia di Caleb, un giovane agricoltore che incontra Mae, una misteriosa donna che lo trasforma in vampiro, trascinandolo nel suo mondo fatto di oscurità e violenza. La famiglia di Mae, un gruppo di vampiri erranti, offre a Caleb l’opportunità di unirsi a loro, ponendolo davanti a una scelta esistenziale: adattarsi o morire.
Bigelow ha scelto gran parte del cast da Aliens di James Cameron, con cui sarebbe successivamente convolata a nozze. Tra questi spicca Severen, interpretato da Bill Paxton, un vampiro psicotico che rappresenta tutto ciò che Caleb teme di diventare. La contrapposizione tra Caleb, simbolo di umanità, e Severen, incarnazione della crudeltà, è al centro del climax del film, dove il giovane protagonista lotta per non perdere la sua anima, nonostante il suo amore per Mae.
Il vampirismo ha sempre rappresentato una potente metafora della sessualità, come dimostrato da Dracula di Bram Stoker. In Nosferatu, questo tema viene esplorato attraverso il personaggio di Ellen, il cui legame con il conte Orlok è sia la sua condanna che la sua salvezza. Robert Eggers reinventa questo tropo, facendo sì che Ellen possa attivamente decidere del suo destino, mentre il suo amore per Thomas diventa il filo conduttore della sua redenzione. Analogamente, in Near Dark, l’amore tra Caleb e Mae è il cuore della narrazione, seppur condannato dalla loro natura di vampiri. Mae vede in Caleb una via di fuga dalla sua esistenza maledetta, ma alla fine, entrambi devono affrontare le conseguenze delle loro scelte.
Gran parte del fascino intrinseco alla figura dei vampiri è riscontrabile nel fatto che incarnino i temi universali di vita e morte. In Near Dark, la famiglia di Mae rappresenta il tragico destino dei vampiri: eternamente giovani, ma costretti a una vita di violenza e isolamento. Tra di loro, Homer, il bambino vampiro, è forse il più tragico, intrappolato nel corpo di un eterno ragazzino. La sua disperata ricerca di una compagnia immortale lo porta a commettere atti disperati, evidenziando la disperazione intrinseca della loro esistenza.
Near Dark si distingue come un film che mescola con maestria orrore e romanticismo, offrendo una riflessione profonda sulla condizione dei vampiri. Kathryn Bigelow ha saputo creare un’opera che, purtroppo, all’epoca non ha ricevuto il riconoscimento che meritava, ma che col tempo è diventata un cult, apprezzata per la sua originalità e la sua capacità di emozionare.
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Fonte: CBR
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