Sei nell'anima: la nostra intervista ad Andrea Delogu, il volto di Mara Maionchi nel film sulla vita di Gianna Nannini
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Sei nell’anima: la nostra intervista ad Andrea Delogu, il volto di Mara Maionchi nel film sulla vita di Gianna Nannini

In arrivo su Netflix il 2 maggio, il biopic è un viaggio dentro la vita e la mente creativa della celebre cantautrice italiana, interpretata da Letizia Toni

Sei nell’anima: la nostra intervista ad Andrea Delogu, il volto di Mara Maionchi nel film sulla vita di Gianna Nannini

In arrivo su Netflix il 2 maggio, il biopic è un viaggio dentro la vita e la mente creativa della celebre cantautrice italiana, interpretata da Letizia Toni

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In Sei nell’anima, film biografico che ripercorre gli anni giovanili di Gianna Nannini, Andrea Delogu interpreta qualcuno che anche gli spettatori televisivi di oggi conoscono molto bene: Mara Maionchi. Cioè una figura fondamentale nella storia della musica e della discografia italiana: proprio lei, nella seconda metà degli anni Settanta, quando lavorava alla Ricordi, scoprì e lanciò Gianna Nannini. Sei nell’anima, diretto da Cinzia TH Torrini, vede Letizia Toni nei panni della grande cantautrice, e sarà disponibile su Netflix dal 2 maggio. Incontriamo Andrea Delogu per una chiacchierata telefonica.

 

Come sei stata coinvolta in Sei nell’anima?

«Mi ha cercato la regista Cinzia TH Torrini. Io e Mara Maionchi siamo tutte e due emiliano-romagnole – lei è emiliana, di Bologna, io romagnola, di Rimini. Inoltre Cinzia aveva visto una foto di Mara da giovane, e le ricordava un po’ i miei tratti. Quindi sono andata a fare il provino: ero una su tante, ma alla fine l’ho spuntata».

Come ti sei preparata alla parte?

«Ho sentito direttamente Mara. Ci siamo parlate, anche perché l’accento romagnolo e quello emiliano sono simili, ma non identici. Per cui dovevo lavorare su questo aspetto. È facile conoscere la biografia di Mara, ma soprattutto in questo caso era importante il racconto che ne aveva fatto Gianna. Mara Maionchi ha proprio cambiato la discografia italiana, è arrivata a scoprire le uniche persone in grado di “fare il panico”. Quando interpreti una personalità con così tante capacità devi riuscire soprattutto a calarti nel suo carattere».

Anche la trasformazione fisica, il “trucco & parrucco” ti hanno aiutata, immagino.

«Sì. Ogni volta ci sono volute un’ora e mezza di preparazione, perché la parrucca doveva essere strettissima. Ai tempi portavano proprio “il casco”: tantissimi capelli, ma tutti corti. Inoltre ho dovuto attraversare tre diverse stagioni della vita di Mara: i 30, i 35 e i 40 anni. I miei capelli veri non si vedono mai, sul set!».

Come ti sei trovata con la regista Cinzia TH Torrini e con l’attrice protagonista Letizia Toni?

«Benissimo! Letizia è proprio una persona meravigliosa, è scattata una scintilla. Ho fatto con lei il provino, ma non sapevo che fosse già stata scelta, pensavo che anche lei stesse facendo le audizioni come me. Quando abbiamo recitato assieme le ho detto “ma sei bravissima! Devono assolutamente scegliere te!”. E in realtà già aveva passato le selezioni… In generale questo è stato un set in cui anche solo entrare permetteva di fare un tuffo nel passato. Ogni cosa, ogni dettaglio, ogni più piccolo oggetto di scena era perfettamente pensato per ricostruire il periodo. Anche nei momenti di attesa, quando interpreto Mara nel suo ufficio alla Ricordi, sono stati meravigliosi. Sembrava di essere davvero lì».

Conoscevi già quel periodo della storia musicale italiana, o hai dovuto scoprirlo?

«Facendo radio da tanti anni, ci sono cose che devi assolutamente sapere. Di Gianna Nannini sapevo tutto! Anche perché era uscita la sua autobiografia, etc. Però naturalmente ci sono dei non detti, delle particolarità, delle voci che girano. Per esempio Primadonna si dice sia una canzone che è stata scritta da Gianna proprio per Mara».

La tua grande esperienza nel mondo dello spettacolo ti è stata utile, quindi, per entrare in questa storia?

«Non so. Non ho cercato di imitare Mara, perché è impossibile. Ho cercato di dare la mia immagine di una donna che voleva molto bene a Gianna – perché le voleva davvero molto bene –, ma non sapeva come scuoterla. Si è trattato soprattutto di questo. Non voglio fare spoiler, ma l’allontanamento dalla Ricordi è stato davvero un dolore».

Anche se ha l’impostazione iniziale di un biopic, nel film, soprattutto nella seconda parte, ci sono momenti più angoscianti che possono ricordare il cinema di genere, di cui tu sei grande appassionata… Cosa ne hai pensato?

«Quelle scene mi sono piaciute molto, servono a rappresentare e trasmettere l’angoscia che sentiva Gianna in quel periodo, quel sentimento di essere sola al mondo. È una scelta che ho apprezzato moltissimo, anche perché fa uscire il film dai classici schemi del biopic, e ti lascia una sensazione che dura nel tempo».

Come pensi che reagirà il pubblico a questo film?

«I fan di Gianna ne saranno felicissimi. Ci sono delle parti inedite, meravigliose. Anche solo il fatto che le canzoni siano cantate da Letizia fa capire il livello di preparazione dietro questo progetto».

Tu, nella tua carriera, hai attraversato esperienze molto diverse. La radio, dicevamo, e naturalmente la Tv, e poi recentemente hai fatto anche un tour in teatro, con lo spettacolo 40 e sto…

«Il tour è finito, ma sto pensando di aggiungere altre date, perché per fortuna è andato molto bene. Sto valutando se reggo il colpo (ride, Ndr)! È stata un’esperienza molto bella, ho fatto 70 date ed erano strabordanti di persone, specialmente di donne che sono venute a condividere molti momenti. Devo dire che mi sono proprio divertita».

Nello show parli di questo passaggio dei 40 anni, che per una donna nello spettacolo è ancora un momento cruciale…

«Ah, sì, certo, non sai cosa può succedere… I 40 anni sono ancora circondati dal terrore!».

Ti piacerebbe intensificare la carriera d’attrice?

«Io accetto quello che mi viene proposto e che mi piace. Non ho mai detto un no a priori, ho fatto un film da protagonista, e ho accettato qui di fare Mara Maionchi. Ho anche detto no a molte altre proposte, perché sentivo che non era il momento per me di farle. Ho detto sì al teatro perché volevo provare quell’emozione. Ho studiato recitazione, ho studiato teatro, ho fatto un lungo percorso, anni di studi, ma non ho mai voluto intraprendere quella carriera come principale, dire: “Io sono un’attrice”. No, io faccio spettacolo. Se c’è qualcosa che mi rappresenta, che mi va di fare, allora… perché no».

La tua poliedricità colpisce moltissimo: sei sempre pronta a esplorare nuovi media e linguaggi.

«È perché ho un disturbo dell’attenzione. Non posso rimanere su un solo progetto per troppo tempo perché il mio cervello non ce la fa, stacca. È difficile da spiegare. È come se cominciassi a sentir bruciare la pelle».

È un disturbo che però diventa un punto di forza.

«Sì, certo! Ma meno male che mi sono buttata nel mondo dell’intrattenimento: se avessi scelto di fare la cardiochirurga sarebbe stata molto dura (ride, Ndr)!»

Foto: Getty ( Daniele Venturelli )

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