Sei pose
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Sei pose

Sei pose

Non esistono gli attori scarsi. I “cani”, gli “sfiatatoi”, non esistono. Esistono gli attori (non chi “fa”, non chi “è”: gli attori, punto) e della gente a cui fanno fare i film. Ora, chiamateli come vi pare: agli attori che non stanno lavorando piace chiamarli “raccomandati” ma, lo sapete, è la cultura dell’alibi che io detesto.

Mi ricordo quando, a metà del primo anno di scuola, quel Maestro che è stato per me Roberto Antonelli ci disse, praticamente dal nulla, che «sei pose sono tante. Se arrivano sei pose dovete essere contenti». Sei giorni di lavoro. A spanne, una ventina di scene, per i ritmi a cui si gira oggi. A meno che non si tratti di una serie televisiva, a quel punto sei pose sono praticamente un protagonista di puntata, per quanto veloce si va su quei set. Quando sentimmo questa frase non ci demmo neanche troppo conto. Ve l’ho già detto: eravamo giovani, sfrontatissimi, un po’ scemi e tanto arroganti. Però, pensateci, come si può dire a un ragazzo di vent’anni che si è fatto ammettere nella più importante accademia d’Italia, e fra le più importanti d’Europa, mentre si prepara e fa esercizio solo sui grandissimi ruoli apicali della storia del teatro e del cinema, che fuori di lì, quando gli offriranno sei pose, dovrà essere contento. Niente, non glielo spieghi, aspetti che cresca e diventi meno scemo.

Quando Pupi Avati, alla fine delle riprese di Il figlio più piccolo, chiese a De Sica di darmi un consiglio, Christian mi guardò negli occhi, si fece serio, pausa teatrale, e mi disse: «Non farti un mutuo». Io mi aspettavo qualcosa sul senso della vita. No: «Non farti un mutuo». Decisi, non capendolo, di seguirlo. È stato il più grande consiglio della mia vita. La libertà ha un costo. I “No” sono il vero modo per fare carriera. E se hai un mutuo, è sempre difficilissimo dire di no. E allora, davvero, decidi se dare una dignità alla tua carriera e tenere duro e poi godere dei frutti, oppure sfruttare le occasioni che ti vengono date. Io ho tenuto duro.

Certo, potreste dire: «Ma cosa ca**o parli tu, che hai fatto Le Frise Ignoranti?», e io non saprei come rispondervi. Potrei dirvi che ero fermo da un anno e mezzo. Che era saltato Easy – Un viaggio facile facile che stava partendo, e si era dovuto fermare perché in Ucraina c’erano casini sui confini coi russi…   Pensa un po’ la storia come si ripete, sempre circolare, sempre di merda. Però, avete ragione, sono il primo a saperlo. Cadi, ti rialzi e poi ricominci senza fermarti. Facciamo tutti così, noi attori. Teniamo duro, facciamo i provini, studiamo, andiamo al cinema e a teatro. Quando incontrate un attore, chiedetegli le ultime tre cose che ha visto e cosa ne pensa. Più le sue considerazioni tenderanno al “Fa tutto schifo”, più avrete la certezza di avere a che fare con uno che fa o vorrebbe MOLTO fare dei film. Poi un giorno vi capiterà di vederlo mentre fa sei pose da qualche parte e penserete: “che cane, questo”. Ecco, ricordatevi di quello che vi ho detto. Non esistono attori cani. Però fate una cosa: cambiate canale. O spegnete la tv.

Cosa danno al cinema stasera?

© Bartlebyfilm, Fresh Production UA, Pilgrim Film

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