Dai grandi e grandissimi appassionati di Formula 1 a chi semplicemente rammenta i titoli in prima pagina su tutti i quotidiani del paese, resta difficile, se non impossibile dimenticare quel 1 maggio 1994. Sul Circuito di Imola, nel corso del Gran Premio di San Marino si assiste all’improvviso, tragico incidente che porterà rapidamente alla morte di Ayrton Senna, soprannominato Beco oppure Magic: il pilota automobilistico brasiliano che a soli trentaquattro anni ha già saputo imporsi come uno dei più grandi campioni di tutti i tempi. Icona dello Sport ma anche del Costume, inseguito dai paparazzi, Senna era un autentico mito vivente, celebre per le sue vittorie con la Scuderia McLaren ma ammirato anche per la bellezza, l’eleganza e il carisma. O magari per i suoi molti flirt e le sue storie d’amore, su tutte quella con la Top Model americana Carol Alt, divenuta in Italia una delle attrici più popolari del grande e il piccolo schermo, in particolare per il sexy biopic su Marina Ripa di Meana dei Fratelli Vanzina, I miei primi quarant’anni. Non sarà allora un caso se la serie brasiliana Senna, con Gabriel Leone nella parte di Ayrton, sia balzata subito al numero uno su Netflix. Leone aveva per altro già interpretato il pilota de Portago nel bel Ferrari di Michael Mann con Adam Driver. Ma soprattutto, la parabola di vita di Senna, generazione dopo generazione, resta affascinante e misteriosa per i più svariati motivi, dai record sportivi alla fatalità del suo crudele destino. E proprio su quel giorno maledetto e i presagi di morte che lo stesso Ayrton avrebbe incontrato nei suoi ultimi giorni di vita, una volta giunto sul Circuito di Imola, si concentra la parte finale dello show.
Attenzione! L’articolo contiene SPOILER sulla serie Netflix Senna
Cosa successe davvero quel primo maggio, nel giorno che in Italia celebra la Festa dei Lavoratori, mentre tutti i fan della Formula 1 sedevano saldamente davanti alla TV? Benché esista una verità processuale che avrebbe chiarito le ragioni dell’incidente, sono molti gli interrogativi che restano aperti, compresi quelli di chi legge tutta una serie di eventi come sinistri presagi che annunciavano al campione la sua stessa morte. La serie Netflix Senna sceglie di ripercorrere questi piccoli e grandi accadimenti in chiave simbolica. Tutti possono essere naturalmente letti anche in chiave assolutamente pragmatica e razionale, oppure secondo i termini di uno dei grandi misteri dell’esistenza, quello della sfortuna. Lo show ripercorre tappa dopo tappa l’ascesa di Ayrton Senna da Silva, nato a San Paolo da un’agiata famiglia brasiliana. Nel cast internazionale della serie, Alice Wegmann interpreta Lilian, la sua ex moglie, l’unica donna che abbia mai sposato, conosciuta già ai tempi della scuola. Ma c’è anche Kaya Scodelario nella parte di una giornalista dal nome immaginario, che pure riassume molte figure reali che hanno seguito anno dopo anno l’inarrestabile ascesa del campione dalla Formula 3 alla Formula 1. E infine, in chiusura della serie, Senna ricostruisce fedelmente una serie di accadimenti davvero particolari, che si concentrano tutti nelle ore precedenti l’incidente. E resta certo di grandissimo impatto il momento nel quale Ayrton Senna scende materialmente sul circuito di Imola, per controllare esattamente quel punto sull’asfalto, corrispondente alla cosiddetta Curva del Tamburello, dove troverà la morte.
Ma non è finita qui. Il 29 aprile 1994, ovvero nel giorno delle prove libere, il pilota Rubens Barichello aveva avuto lo stesso tipo di incidente, uscendone però illeso. Senna e Barrichello avevano richiesto ai meccanici della scuderia la stessa modifica al piantone dello sterzo. E secondo gli atti del processo, un errore proprio nell’esecuzione di quella modifica avrebbe causato la rottura che porterà il pilota a perdere il controllo del mezzo in curva, arrivando ineluttabilmente allo schianto, avvenuto a 216 chilometri orari. La corsa era per altro iniziata molto male, con un incidente alla partenza tra JJ Lehto e Pedro Lamy, mentre i rottami delle vetture avevano addirittura colpito alcuni spettatori assiepati sugli spalti, provocandone il ferimento. E tra i presagi di morte che avrebbe avuto il pilota trentaquattrenne, si aggiunge poi la tragica morte del collega Roland Ratzenberger, accorsa sabato 30 aprile, sulla cosiddetta Curva Villeneuve. E sappiamo per certo che Senna, profondamente turbato e preoccupato, aveva già deciso di sventolare la bandiera austriaca di Ratzenberger in caso della sua vittoria a Imola quel primo maggio. «Ci sono certe cose che non possiamo controllare. Non posso mollare, devo andare avanti» disse infine al suo amico e medico Sid Watkins, il quale ha confermato in seguito di avergli consigliato di ritirarsi, date le sue molte preoccupazioni e le ragioni oggettive di temere per la sua vita. Tanti piccoli elementi che ora ritroviamo nella serie Netflix e che negli anni hanno alimentato il mito di questo giovane campione, destinato a morire poche ore dopo l’incidente di Imola all’Ospedale Maggiore di Bologna, nello sconcerto e il cordoglio del mondo intero.
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