La crisi è nell’aria e se il lavoro non c’è bisogna inventarselo. Così, se Paola Cortellesi si è recentemente improvvisata escort in Nessuno mi può giudicare, Vincenzo Salemme si traveste ora da mercante d’arte. Il film in questione è Senza arte né parte – commedia firmata da Giovanni Albanese – e l’occasione è la seguente: il pastificio dove Salemme lavora viene chiuso e adibito a magazzino per accogliere la collezione d’arte contemporanea che la moglie del proprietario ha ereditato. A Salemme, ora disoccupato, viene momentaneamente affidato l’incarico di custodire i preziosi pezzi e, immerso e disorientato di fronte alle incomprensibili opere di Fontana, Schnabel e Duchamp, l’uomo decide di dare una svolta al suo precario futuro… Parte così una truffa in grande stile che innescherà disavventure tra gallerie d’arte e vernissage. Una divertente pellicola sull’arte dell’arrangiarsi nell’Italia di oggi schiacciata dalla disoccupazione che, come che ha dichiarato il regista, fonde la classica commedia all’italiana con quella più a sfondo sociale alla Full Monty. Si ride, certo, ma si riflette anche sullo stato (dell’arte) del nostro Paese.
Regia: Giovanni Albanese
Interpreti: Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Donatella Finocchiaro, Hassani Shapi
Trama: Rimasti disoccupati, Enzo e i suoi amici s’improvvisano commercianti d’arte. E parte così una truffa in grande stile.
Online: www.01distribution.it
Da vedere perché: per prendersi gioco anche dell’arte più concettuale. E per non perdersi le interpretazioni dei nostri Salemme, Battiston e Finocchiaro.
La scheda è pubblicata su Best Movie di maggio a pag. 116