Questo thriller del 2023 può essere considerato senza dubbio uno dei più traumatizzanti e inquietanti arrivati sul grande schermo negli ultimi anni. Stiamo parlando di Red Rooms, horror canadese di stampo psicologico diretto da Pascal Plante, il cui spunto narrativo è costruito sulla subcultura tossica del fandom del true crime, mettendo così sul piatto una delle mode più in voga degli ultimi tempi, esplosa su YouTube e i canali podcast.
Il thriller ha la sua protagonista in Kelly-Anne (Juliette Gariépy), una modella ossessionata dal true crime che segue da vicino e assiste al processo del serial killer Ludovic Chevalier (Maxwell McCabe-Lokos), accusato di aver rapito, violentato e assassinato delle tre giovanissime studentesse. Il caso è reso ancora più inquietante dall’usanza del killer di trasmettere in diretta sul dark web le torture e le uccisioni delle vittime adolescenti. Tuttavia, solo due dei tre video esistenti sono stati recuperati dalla polizia e Kelly-Anne, ormai decisa a ritrovare il video mancante che potrebbe incastrare definitivamente l’assassino, cade in una spirale ossessiva che assumerà presto i contorni di un incubo.
Red Rooms si presta a vari livelli di lettura. Oltre alle efferate gesta del serial killer, a catturare l’attenzione dello spettatore è la protagonista Kelly-Anne, persona a sua volta molto disturbata. Questa infatti trascorre molto tempo sul dark web giocando d’azzardo e non esitando a posare gli occhi su contenuti illegali e violenti, fattore che sembra testimoniare una certa mancanza di empatia. Inoltre, durante il processo Kelly-Anne incrocia la sua strada con quella di Clementine (Laurie Babin), vera e propria “fan” di Chevalier convinta della sua innocenza.
Entrambi i personaggi sembrano apparentemente non coinvolti dalla reale portata dei crimini di Chevalier, lanciando una nemmeno tanto velata critica verso la desensibilizzazione alla violenza lentamente instillata nel pubblico dall’esplosione di contenuti in rete e dalla sempre maggiore attenzione mediatica verso i casi di cronaca nera. Uno degli aspetti più affascinanti del thriller di Pascal Plante è tuttavia l’uso riservato ai suddetti video snuff dei crimini di Chevalier.
Questi infatti non vengono mai mostrati direttamente nel corso del film, tuttavia ci vengono mostrate “solo” il sonoro e le reazioni sui volti dei personaggi che li stanno visionando. Un’ambiguità che svela tutta la sua brutale efficacia in una particolare sequenza che, pur senza mostrare esplicitamente nessun elemento gore o splatter, può essere considerata tra le più traumatiche proposte sul grande schermo in quell’anno.
ATTENZIONE!
Seguono spoiler su una scena chiave di Red Rooms
Il giorno del processo, particolarmente atteso tanto dei media quanto dal pubblico, coincide curiosamente con quello del compleanno di Chevalier. Come apprendiamo nel corso del film, il serial killer puntava solo studentesse bionde, e uno degli elementi più discussi durante il dibattimento è stato il ritrovamento in casa del killer di alcuni denti con annesso apparecchio odontoiatrico, il tutto appartenente alla terza vittima.
La scena in questione vede Kelly-Anne recarsi in tribunale nascondendo una parrucca bionda. Dopo essere riuscita a superare i controlli ed essersi seduta in aula, questa inizia a cambiarsi tirando fuori dallo zainetto un’uniforme scolastica, la stessa indossata dalla ragazzina bionda il cui video non è ancora giunto sul banco delle prove.
Oltre alla divisa, Kelly-Anne indossa ancora un apparecchio finto, “trasformandosi” in una delle vittime di Chevalier. Questa mossa della protagonista scatena la rabbia dei parenti delle vittime e Kelly-Anne viene portata fuori dall’aula riuscendo tuttavia a notare un sorriso sul volto del serial killer e riuscendo quindi a ottenere un velato apprezzamento da parte sua.
Questa scena mette in mostra tutta la morbosità di cui il fandom del true crime – rappresentato in questo caso dalla protagonista – sia capace, ed è ampiamente considerata tra le scene più difficili da guardare a causa del carico emotivo che porta con sé, diviso tra la ricerca di attenzioni da parte di un serial killer e i sentimenti dei familiari che vengono “violati” senza scrupolo alcuno. Il tutto valorizzato poi dalla regia di Plante, il quale costruisce una tensione ai limiti dell’insopportabile.
Cosa ne pensate? Avete già visto questo inquietante thriller? Fatecelo sapere nei commenti!
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Foto: Entract Films
Fonte: Collider
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