Le web serie sono ormai una realtà del mondo online, simbolo di come il cinema oggi sia del tutto deflagrato dalla singola sala, per abbracciare il contesto più ampio e reticolare di tutti. Under di Ivan Silvestrini è uno dei figli più recenti di questa relazione (preceduto l’anno scorso da Days: The Crossmovie, miniserie web interattiva di Flavio Parenti), ma tantissimi altri progetti sono in via di sviluppo. Tra i più interessanti spicca Shadowrunners, opera seconda del duo formato da Giovanni Ficetola e Matteo Fontana, due giovani e appassionati autori che avevano fatto il loro ingresso nel cinema indipendente con il film Lupo della notte, un noir urbano, cupo e violento che visivamente richiamava il Fight Club di David Fincher.
Ciò che colpisce subito dal trailer di Shadowrunners – che vi mostriamo in esclusiva in fondo a questo articolo, insieme a una clip del serial (una delle primissime scene) – è il profondo mix di generi che caratterizza la struttura dei sette episodi, di circa 15 minuti ciascuno, della webserie. Il noir fa da cornice a una storia in cui si intrecciano il docufiction, l’action, e un twist sci-fi, con uno stile di regia sporco e grezzo, fatto di riprese con camera a mano e inquadrature brevi e dinamiche. Tutto, però, è costruito partendo da un forte realismo: il tema centrale è la Crisi che sta affliggendo l’Italia (e non solo), raccontata però da un punto di vista diverso dal solito, che va a toccare elementi come i riots e le gang da strada (gli Shadowrunners del titolo sono proprio questo), le vere protagoniste del progetto, dove abbondano sequenze di combattimento. Tutto ambientato in una Milano oscura, di periferia, che sembra essere parte di un futuro distopico, ma invece affonda le radici nel presente.
Noi abbiamo incontrato Matteo e Giovanni, che ci hanno parlato di Shadowrunners, progetto del tutto autofinanziato e attualmente in fase di post-produzione, di cinema e del futuro delle webserie. Di seguito, la nostra intervista:
Best Movie: Com’è nato Shadowrunners?
Matteo Fontana: «Volevamo riflettere sulla crisi, argomento che riguarda noi tutti da vicino, ma da una prospettiva non comune, non sociologica né psicologica, ma, passatemi il termine, cosmica, in modo da portare in questo argomento un tocco di “fantascienza”. Lo dico tra virgolette perché Shadowrunners è un lavoro violentemente realista, con elementi di docufiction, ma con un tiro di scrittura che porta a riflettere sulla crisi come se guardassimo il Pianeta terra da lontano. Io amo scrivere storie provocatorie, che lascino un segno, e qui ho cercato di descrivere uno scenario di profonde rivoluzioni che fra secoli potrebbero essere considerate mitologici. Shadowrunners è questo: racconta la genesi di un grande cambiamento all’interno della nostra società, fermandosi per limiti tecnici ed economici laddove inizia la rivoluzione. Sappiamo che va a finire nel momento in cui, forse, avrebbe dovuto realmente cominciare, ma è un inizio, che vorrebbe turbare lo spettatore. Veicoleremo tutto su YouTube e su ogni piattaforma free disponibile».
BM: Quali sono state le difficoltà maggiori nella realizzazione del vostro progetto?
MF: «Le difficoltà sono state enormi, contavamo su un periodo di lavoro che durasse mesi, invece si è protratto per due anni per i motivi più svariati. Però ringraziamo tutto il gruppo, perché pur con tutte le difficoltà e, soprattutto, a costo zero, sono rimasti uniti senza mollare mai».
BM: Avete tentato anche voi, come in molti stanno facendo negli Stati Uniti, di seguire la strada del crowdfunding?
Giovanni Ficetola: «Sì, ci abbiamo provato, ma il problema è riuscire a emergere: se ci riesci allora si innesca il passaparola e il crowdfunding acquista senso, altrimenti è più difficile».
MF: «Al tempo, noi addirittura non avevamo a disposizione nemmeno un trailer. Quello che mettemmo online era un trailer fasullo, realizzato giusto per provare la nostra nuova telecamera. E il messaggio che ne uscì era completamente diverso da quello che poi è diventato, e voleva essere, Shadowrunners. Quel video snaturava il prodotto e per questo il crowdfunding non ha funzionato, il nostro biglietto da visita non era abbastanza d’impatto».
BM: Il mix di generi sembra una costante dei vostri lavori, presente anche nel vostro film d’esordio, Lupo della notte.
MF: «Lo è assolutamente, noi facciamo un lavoro preciso di sperimentazione con i generi, soprattutto perché in Italia il concetto di genere andrebbe rivalutato, perché è al suo interno che emerge il lavoro di un autore».
GF: «Sulla commistione dei generi ci ispiriamo molto a Kubrick e John Carpenter, uno dei nostri nomi tutelari. Lui voleva realizzare film western, ma non ne ha mai girato uno perché non aveva i mezzi per farlo. Il realismo, comunque, rimane la componente più importante per noi, e in questo senso Michael Mann è il terzo dei nostri nomi tutelari. Lupo della notte è proprio un omaggio a lui e alle sue notti. Per uno spettatore contemporaneo il genere puro non ha più senso, smaliziato com’è».
BM: Perché siete passati da Lupo nella notte, un lungometraggio, a un prodotto come la web serie?
MF: «Per tre motivi fondamentali: primo, volevamo confrontarci con una nuova forma. Secondo: la webserie in questo momento va molto; ce ne sono tante, alcune di grande successo, una marea sottotraccia, e provarci aveva un senso, soprattutto a livello distribuito oggi. È molto più facile mettere online una serie di qualche episodio che un lungo. Terzo: l’esperienza precedente ci ha fatto capire quante difficoltà ci sono nella distribuzione di un film, e in Italia parliamo anche a livello di Festival. Lupo della notte è stato proiettato molto di più all’estero, in Italia ha avuto 3-4 occasioni, di cui 2 a Roma, all’estero invece ci hanno presi e premiati, anche a Festival grossi, tra cui l’Hoboken Film Festival di New York. Il fatto è che in America categorizzano molto di più…».
GF: «C’è anche un quarto motivo, di carattere strutturale: Lupo della notte aveva un solo protagonista, presente in tutte le scene del film, mentre in Shadowrunners cambia la prospettiva: i protagonisti sono i membri della banda, è un’opera corale e abbiamo utilizzato la struttura della serie perché ogni episodio è raccontato da un punto di vista diverso, benché ci sia un filo conduttore generale».
BM: Il vostro percorso rientra in pieno nell’inchiesta che abbiamo pubblicato sul numero di luglio di Best Movie, incentrata sul “duello” tra film e serie tv. Voi da che parte state, e quale pensate sia il contesto di distribuzione migliore per una webserie?
MF: «Fino a non molti anni fa avrei detto film senza alcuna esitazione, ma da un po’ di tempo a questa parte la mia posizione si è complicata a causa di serie eccezionali, con capacità narrative di gran lunga superiori a quelle di molti lunghi. Non si può non rimanere affascinati di fronte a prodotti come The Shield, la nostra serie di riferimento, o Breaking Bad e Californication: in 25 minuti si cortuisce un mondo intero. Oggi metto cinema e serie tv almeno alla pari».
GF: «Riguardo le web serie, invece: in America sono nate come spin-off per trattenere il pubblico durante l’estate, o serie pensate per certi franchise come Mortal Kombat. Sono una branca di prodotti differenti, tra l’altro ad alto budget. La difficoltà per l’Italia è che da noi non non esiste un portale dedicato per la distribuzione online come può essere Netflix o Hule, a cui noi per altro non abbiamo accesso. La verità è che non ci sono sbocchi a sufficienza per distribuire i nostri prodotti. YouTube è utile, ma non è certo abbastanza come vetrina, perché c’è di tutto. Le serie che vanno sono quelle di Youtubers, o quelle che hanno un appoggio importante alle spalle».
BM: I vostri progetti futuri?
MF: «Anzitutto finire Shadowrunners e farne il nostro nuovo biglietto da visita importante dopo Lupo. Per il resto ci stiamo armando, stiamo scrivendo un sacco di sceneggiature, di lunghi e di corti. La priorità è cercare supporti, perché lavorare a budget così ridotti è veramente faticoso. Sinora siamo stati dei hobbysti che hanno lavorato da professionisti e pur con i nostri limiti abbiamo ottenuto dei buoni risultati. Nell’immediato faremo un corto sullo spionaggio industriale con un twist sci-fi, e due lunghi che stiamo scrivendo: un horror di ambientazione ospedaliera e un dramma erotico».
Qui di seguito, il trailer in esclusiva di Shadowrunners:
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