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Shame

Lo “scabroso” film sulla dipendenza sessuale che ha fatto vincere la coppa volpi a Michael Fassbender e creato polemiche a Venezia arriva in sala. Pronto a far discutere ancora

Shame

Lo “scabroso” film sulla dipendenza sessuale che ha fatto vincere la coppa volpi a Michael Fassbender e creato polemiche a Venezia arriva in sala. Pronto a far discutere ancora

Era il 2008 quando al Festival di Cannes esplose il talento di un certo Steve McQueen. No, non siamo impazziti, trattasi semplicemente di un caso di omonimia cinematografica. Il nuovo McQueen è nero, fisicamente imponente e viene dal mondo della videoarte, ma con il suo esordio alla regia (Hunger, la storia della resistenza carceraria del leader dell’IRA Bobby Sands) sbalordì tutti. La sua opera prima non si è mai vista dalle nostre parti, ma il suo ultimo Shame è già passato da Venezia, in concorso. E ora si presenta nelle sale, dopo aver fatto parlare molto di sé per il tema scottante (la dipendenza sessuale) e per il generoso nudo frontale di Micheal Fassbender, esploso proprio con Hunger, prima di diventare l’attore di prima fascia che è oggi. Il protagonista si chiama Brandon Sullivan, è un trentenne newyorkese di successo, incapace di legarsi emotivamente e ossessionato da ogni tipo di relazione sessuale, da quella online alla masturbazione compulsiva, dalla prosituzione alla pornografia, dall’abbordaggio nei club al rapporto morboso con la scapestrata sorella interpretata da Carey Mulligan. Nelle parole del suo regista, «Shame segue il racconto di un uomo chiuso in prigione (Hunger, ndr), raccontando la storia di un uomo che trasforma la sua libertà nella propria prigione». Di certo è un’opera dura e scabrosa che McQueen affronta senza remore, andando anche incontro al divieto ai minori e che farà ancora molto discutere.

dal 13 gennaio

(d., Gb 2011)
Regia: Steve McQueen
Interpreti: Michael Fassbender, Carey Mulligan
Trama: Brandon Sullivan è un uomo di successo incapace di godersi la vita per una compulsiva dipendenza sessuale.
Genere: drammatico
Durata: 101′

Da vedere perché: per il talento di McQueen e di Fassbender ancora alle prese con una storia estrema e ambigua.

La scheda del film è pubblicata su Best Movie di gennaio a pag. 123

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