Mentiremmo se dicessimo che non ce l’aspettavamo: la terza stagione di Sherlock, della quale vi abbiamo svelato tutti i segreti settimana scorsa, è stata un trionfo su tutta la linea, al punto che quando i giornali inglesi hanno cominciato a proclamare «qui si fa la storia della tv» non ce la siamo sentiti di smentirli. La serie BBC creata da Mark Gatiss e Steven Moffat, e interpretata da Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, ha elevato gli standard già altissimi delle due precedenti, iniettato la storia di una potente dose di umorismo e pura comicità, arricchito le vicende con riferimenti meta- e rotture costanti della quarta parete, e più in generale fatto impazzire tutti – con il solito, classico codazzo di scontenti che hanno proclamato il crollo della qualità di Sherlock, e il fragoroso vociare del resto del fandom a zittirli.
Ma cos’è che rende così eccezionale questa terza stagione, che già si appoggiava su un impianto collaudatissimo, rivoluzionario e inattaccabile? Noi abbiamo individuato cinque motivi ben precisi, e ve li riportiamo qui sotto: ogni link è una pagina, e ogni pagina svela un ulteriore pezzo di quel magnifico puzzle che è Sherlock. Inutile dire che, se ancora non avete visto queste tre puntate, fareste bene a smettere di leggere…
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