Altro che pipa, lente d’ingrandimento e taccuino. Anche a uno come Sherlock Holmes è chiesto di stare al passo coi tempi e di adeguarsi alle nuove tecnologie. E così il nostro investigatore si è pure comprato uno smartphone…
No, tranquilli, non stiamo parlando dell’attesissimo film con Robert Downey Jr. e Jude Law. Questa versione attualizzata del personaggio di Arthur Conan Doyle arriva da una miniserie tv made in Britain intitolata, appunto, Sherlock. Tre episodi da 90 minuti l’uno che andranno in onda anche sui nostri schermi – su Joi per l’esattezza -a partire dal 18 febbraio.
Con un look un po’ dandy e un atteggiamento gelido e sarcastico alla Dottor House, questo detective Holmes in formato tv è soprattutto un uomo del nostro tempo (siamo nella Londra di oggi) che si beve litri di caffé, combatte le sue dipendenze con cerotti alla nicotina (altro che pipa!), ma soprattutto conduce le sue indagine avvalendosi delle nuove tecnologie, in primis smartphone e Internet. Senza però rinunciare al prezioso aiuto del collega (e qui pure coinquilino) Watson. Il quale, giusto per essere ancora più attuali, è un medico di guerra zoppicante (citazione?) e reduce dal conflitto in Iraq.
La serie è stata trasmessa dalla BBC l’estate scorsa e ha ottenuto un grande successo di pubblico. Ovviamente si parla già di un seguito.
Nei panni dell’ispettore troviamo il nuovo divo Benedict Cumberbatch (visto in Four Lions, L’altra donna del re) che anche Steven Spielberg ha voluto nel suo prossimo film War Horse. Mentre Watson è Martin Freeman, niente meno che il nuovo protagonista de Lo Hobbit, nuovo kolossal diretto da Peter Jackson.
Ecco il trailer
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