Sherlock Holmes è tornato. Ancora più sfrontato, dandy, action, irresistibile di come l’avevamo lasciato due anni fa, e già allora la sua sfacciataggine aveva lasciato il segno (e offeso i puristi). Sotto la maschera del non più compassato investigatore britannico c’è ancora Robert Downey Jr., accanto a lui – nei panni altrettanto riveduti e scorretti del fedele Watson – Jude Law, dietro la macchina da presa l’eterno ragazzino a cui piace fare a botte Guy Ritchie. Mena calci e pugni anche il suo detective, che stavolta se la vede con la sua nemesi storica almeno a memoria di letteratura, il Professor Moriarty: il soggetto di questo film è ispirato al racconto del ciclo di Sir Arthur Conan Doyle intitolato The Final Problem, storia dello “scontro finale” tra i due, quello che l’autore amava di più nonché vicenda il cui finale, se vi dovesse capitare di leggerlo, è ben diverso da quanto raccontato nel film. Il “la” all’azione, nel senso letterale della parola dal momento che in questo secondo capitolo raddoppia, lo dà l’assassinio del Principe d’Austria, dietro cui però il protagonista scopre ben presto nascondersi un piano di fine intelligenza geopolitica che mira a mettere sotto scacco l’Europa intera. E che sta proprio nelle mani e nella testa del temibile Professore, mente geniale al pari di Holmes. A Sherlock l’ardua impresa di affrontarlo, fino a un rocambolesco faccia a faccia (meglio: corpo a corpo) sulle Alpi svizzere, anzi per l’esattezza nello scenario delle cascate Reichenbach, non comodissimo per un duello. Con lui, oltre al fidato assistente, il fratello Mycroft, interpretato dal comico inglese Stephen Fry (visto in Guida galattica per autostoppisti e V per vendetta), oltre a una serie di donne tutte d’un pezzo: Irene Adler (alias Rachel McAdams), che torna con una parte però ridotta, la new entry svedese Noomi “Lisbeth Salander” Rapace nei panni della veggente gitana Sim (anche lei in fuga dall’antagonista di turno), e Mary Morstan (Kelly Reilly), perenne promessa sposa di Watson (e torneranno i siparietti sulla tanto sospirata e mai concretizzatasi luna di miele tra i due). Ma la vera novità del cast è Jared Harris, ovvero Moriarty, volto “off” del cinema inglese (con ventennale esperienza oltreoceano, si veda Natural Born Killers), che ha battuto la concorrenza di divi come Brad Pitt, Gary Oldman, Sean Penn, Javier Bardem e Daniel Day-Lewis. Agli spettatori – si spera tanti come quelli del primo episodio, che ha incassato più di 500 milioni di dollari in tutto il mondo – il verdetto sul nuovo cattivo. E su questa nuova avventura delle gesta dell’investigatore, da polveroso eroe di libri un po’ dimenticati a nuovo idolo del franchise per famiglie (e non solo) del nuovo millennio. In attesa dell’ormai certo (e annunciato ufficialmente) terzo capitolo.
dal 16 dicembre
(Sherlock Holmes: A Game of Shadows, Usa 2011)
Regia: Guy Ritchie
Interpreti: Robert Downey Jr., Jude Law, Jared Harris, Noomi Rapace
Trama: Il detective più famoso di Londra se la vede con l’acerrimo nemico Professor Moriarty, mente geniale che punta a controllare lo scacchiere europeo.
Genere: action
Durata: 130′
Da vedere perchè: è il nuovo capitolo delle avventure di Sherlock Holmes. Elementare, no?
La scheda è pubblicata su Best Movie di dicembre a pag. 106
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