Solo gli stomaci forti possono sopportare la visione di questo brutale film horror
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Solo gli stomaci forti possono sopportare la visione di questo brutale film horror

Un'esperienza psicologica che spinge gli spettatori a confrontarsi con le loro paure più profonde

Solo gli stomaci forti possono sopportare la visione di questo brutale film horror

Un'esperienza psicologica che spinge gli spettatori a confrontarsi con le loro paure più profonde

Una scena del film horror Audition

Non tutti i film horror sono creati per il semplice intrattenimento. Alcuni, come l’opera scioccante di Takashi Miike, Audition (Ōdishon), spingono gli spettatori al limite, costringendoli a confrontarsi con scene di una brutalità disturbante e un intreccio capace di insinuarsi sotto la pelle. Audition non è solo un film: è un’esperienza che mette alla prova i nervi di chiunque osi affrontarlo. I film horror esistono fin dagli albori del cinema.

Presentato per la prima volta al Vancouver International Film Festival e distribuito ufficialmente nei cinema il 3 marzo 2000, il film è diventato rapidamente oggetto di discussione. La critica ha elogiato la sua maestria tecnica e narrativa, mentre il pubblico ha reagito con una combinazione di terrore e disgusto per le sue scene grafiche. Nonostante le polemiche, Audition ha influenzato profondamente il cinema horror globale, affermandosi accanto a cult come Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato.

La trama di Audition parte da un’idea apparentemente innocua. Shigeharu Aoyama, un vedovo di mezza età interpretato da Ryo Ishibashi, decide di rimettersi in gioco nel mondo degli appuntamenti. Con l’aiuto di un amico produttore cinematografico, Yasuhisa Yoshikawa (Jun Kunimura), organizza un’audizione fittizia per trovare una compagna ideale. Tra le numerose candidate, Shigeharu è immediatamente attratto da Asami Yamazaki (Eihi Shiina), una giovane donna dal passato enigmatico. Nonostante gli avvertimenti di Yasuhisa, che mette in dubbio la credibilità delle referenze di Asami, Shigeharu ignora i segnali d’allarme.

Dopo alcuni appuntamenti apparentemente normali, Shigeharu pianifica di dichiararsi ad Asami in un hotel. Tuttavia, ciò che inizia come una storia d’amore si trasforma rapidamente in un incubo. La notte culmina in una spirale di orrore psicologico e fisico che rivela la vera natura di Asami: una donna tormentata e vendicativa, pronta a infliggere un dolore indicibile a chiunque tradisca le sue aspettative.

L’atto finale di Audition è quello che ha generato le maggiori controversie. Le scene di tortura, pur costituendo una piccola parte del film, sono così disturbanti da aver diviso critica e pubblico. Alcuni hanno interpretato il film come una riflessione femminista sulla vendetta e il dolore, mentre altri lo hanno accusato di glorificare la violenza gratuita. In ogni caso, Audition ha segnato l’inizio del sottogenere conosciuto come “torture porn”, aprendo la strada a opere come Hostel di Eli Roth e la saga di Saw.

Sotto la superficie della narrazione, Audition si inserisce nella tradizione giapponese del sottogenere ero guro, che esplora il legame tra erotismo e orrore. Questo stile, emerso negli anni ’20, si è evoluto nel tempo, influenzando cinema, arte e letteratura. Miike utilizza abilmente questo linguaggio per creare un’opera che sfida le convenzioni del cinema horror, mescolando elementi sensuali e disturbanti per esplorare le conseguenze della passione e dell’ossessione.

Audition non è solo un film horror; è un’esperienza psicologica che spinge gli spettatori a confrontarsi con le loro paure più profonde. Il suo impatto va oltre il genere, influenzando registi e opere in tutto il mondo. Takashi Miike ha dimostrato che l’horror può essere molto più di un semplice spavento: può essere uno strumento per esplorare le complessità della natura umana, della cultura e delle emozioni.

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Fonte: CBR

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