A sorpresa, al regista del biopic su Marilyn Monroe i film della grande star non piacciono affatto. Emerge questo da un’intervista con Andrew Dominik che sta facendo molto discutere, specie perché commenta senza mezzi termini la filmografia dell’attrice interpretata da Ana De Armas nel suo recente Blonde.
Presentato a Venezia 79 e su Netflix dal 28 settembre 2022 (QUI la nostra recensione), Blonde si propone come un film destinato a dividere per il modo in cui ritrae l’icona di bellezza e glamour degli anni ’50. Parlando con Christina Newland del Sight and Sound Magazine, Andrew Dominik non ha nascosto le sue stesse perplessità sull’attrice e i suoi film. Nel passaggio riportato su twitter dalla giornalista, pur avendo studiato ovviamente la sua carriera, il regista si chiede se ci sia davvero qualcuno che guarda i film di Marilyn Monroe.
«È diventata questa enorme cosa culturale in un sacco di film che nessuno guarda davvero, giusto? C’è qualcuno che guarda davvero i film di Marilyn Monroe?» si chiede e quando la giornalista risponde che sì, lei e molto colleghi lo fanno, la conversazione entra nel merito di Gli uomini preferiscono le bionde (Howard Hawks, 1953). «È uno sguardo molto cinico sugli uomini e le relazioni di genere che penso piaccia a molte giovani donne contemopranee» sostiene la Newland.
Quindi, il botta e risposta: «È cinico anche sulle donne» risponde Dominik; «È glamour, è una fantasia», «Perché sono ben vestite?», «Certo» e infine la stoccata finale del regista «Sono putt**e ben vestite, non lo so». Una frase forte che non è passata inosservata e che è stata ripresa nelle scorse ore da numerose testate. QUI potete leggere i tweet.
Nella stessa intervista, Dominik ha parlato di Marilyn Monroe in questi termini: «Era uno strano simbolo sessuale perché non doveva morire alla fine dei suoi film come Barbara Stanwyck o Rita Hayworth […] Doveva diventare una piccola bambina. Penso che Marilyn fosse una ragazza per gli uomini. Non penso fosse una donna con molte amiche femmine […] Era una persona con una personalità straordinariamente auto-distruttiva».
Dopo averla definita anche una donna estremamente forte, il regista di Blonde ha aggiunto che «non penso fosse costruita per il successo nel modo in cui le persone lo vedono oggi […] Voleva distruggere la sua vita. Penso che il film sia sul significato di Marilyn Monroe, o uno dei significati. Era il simbolo di qualcosa, l’Afrodite del 20° secolo, la dea americana dell’amore. E si è uccisa».
Cosa ne pensate delle controverse parole di Andrew Dominik? Siete d’accordo con la sua visione? Fatecelo sapere nei commenti.
Foto: Sylvain Lefevre/WireImage – MovieStills
Fonte: Variety
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