Ecco un estratto dell’articolo pubblicato sulla Special Edition Il Trono di Spade
Come spesso accade, la storia si apre con un delitto. Nello specifico di Il Trono di Spade, è Jon Arryn, Primo Cavaliere del re, a essere stato ucciso, per aver scoperto un segreto irrivelabile. Re Robert Baratheon si presenta, dunque, a Grande Inverno con tutta la corte per chiedere al suo vecchio amico Eddard Stark (detto Ned) di sostituire Arryn, ma soprattutto di indagare sulla sua morte. Dopo un prologo che farebbe invidia a un film horror, Il Trono di Spade sembra avviarsi come molti altri fantasy, presentando una famiglia pacifica (in questo caso, gli Stark, compreso il bastardo Jon Snow) trascinata nel vortice degli eventi, ma destinata a uscirne vincitrice. È solo procedendo con gli episodi che ci si accorge di quanto la serie HBO sia peculiare: gli Stark fanno un errore dopo l’altro, il quadro si allarga rivelando una scacchiera complessa, numerosi personaggi vengono introdotti e si comincia ad intuire che, probabilmente, nessuno farà mai felicemente ritorno a casa, come capitò al buon vecchio Frodo Baggins. Il segreto risiede nel colore dei capelli: non esiste Baratheon che non abbia la chioma scura, ma il primogenito del re, Joffrey, ha i capelli biondi, come tutti i Lannister. Gli eventi precipitano bruscamente, Robert e Ned finiscono nella tomba, l’inverno terribile profetizzato dal motto degli Stark sta davvero arrivando. La prima stagione di Il Trono di Spade è uno spettacolo crudo e imprevedibile, che stupisce per il realismo della messa in scena (sequenze di sesso e violenza comprese) e per l’acutezza dei dialoghi, punteggiati di battute memorabili, molte delle quali destinate a diventare proverbiali (vedi a pag. 36). Il Trono di Spade è uno splendido lavoro di scrittura, capace, in una manciata di episodi, di incatenare lo spettatore dentro un mondo meraviglioso, dettagliato e complesso, srotolare scenari immaginifici (la monumentale Barriera, le celle a strapiombo di Nido dell’Aquila) e tracciare caratteri drammaticamente verosimili e indimenticabili (come Daenerys, che a fine stagione genera tre draghi). Coraggioso abbastanza da adottare una struttura antitelevisiva (con una narrazione frantumata e sfrontatamente orizzontale) e uccidere i suoi protagonisti. Se era una scommessa audace, HBO l’ha pienamente vinta. […]
Scopri Il Trono di Spade – Special Edition: la guida di Best Movie alla serie fenomeno
© RIPRODUZIONE RISERVATA