L’horror sembra quasi un genere che si autoalimenta. Si basa su processi seriali più di ogni altro genere cinematografico, e nonostante le critiche più comuni riguardino proprio questa sua natura ripetitiva, non smette di sfornare (o rinvigorire) nuovi franchise. Ingrediente principale è la presenza del Male (che spesso vince), a cambiare è il modo in cui si manifesta: attraverso una seduta spiritica (Ouija), case infestate (Crimson Peak e Poltergeist), tribù cannibali (Green Inferno) o icone come Jason Voorhees e il mostro di Frankenstein.
Tutti pronti a farvi morire di paura.
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