Speciale Avatar: Animazione o realtà?
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Speciale Avatar: Animazione o realtà?

L'intensa interpretazione degli attori, unita alla motion capture e al 3D, danno vita a effetti speciali senza precedenti

Speciale Avatar: Animazione o realtà?

L'intensa interpretazione degli attori, unita alla motion capture e al 3D, danno vita a effetti speciali senza precedenti

Le informazioni di seguito sono estrapolate dal pressbook ufficiale del film:

Se chiedete agli animatori della WETA, vi diranno che gli avatar e i Na’vi sono personaggi animati. Se fate la stessa domanda a Jim Cameron, lui risponderà che i personaggi sono stati interpretati dagli attori. La verità è che entrambe le risposte sono corrette. Ci sono volute competenze eccezionali nel campo dell’animazione per assicurare che i personaggi CG recitassero esattamente come gli attori. Ma, al tempo stesso, le interpretazioni non sono state alterate, né abbellite né esagerate. Gli animatori si sono impegnati a rappresentare in modo autentico il lavoro degli attori, senza nulla aggiungere e nulla togliere a quanto Sam Worthington (Terminator Salvation), Zoë Saldana (Star Trek) o Sigourney Weaver (Alien) avevano fatto nel “Volume”. Ovviamente, gli animatori hanno apportato qualche modifica, ad esempio nel movimento della coda o delle orecchie, laddove gli attori non potevano compiere queste azioni. Anche in questo caso, comunque, l’obiettivo era di essere coerenti con le emozioni manifestate dagli attori durante le riprese originali. Così, quando Neytiri sferza l’aria con la coda o abbassa le orecchie per la rabbia, gli animatori si limitano ad accentuare l’espressione collerica manifestata da Zoë Saldana durante la ripresa della scena.
«Gli attori mi domandano se stiamo cercando di rimpiazzarli», dichiara Cameron, «Niente affatto, stiamo anzi cercando di dare loro maggiori opportunità, offrendo nuove modalità per esprimersi e creare personaggi, senza limitazioni. Non voglio sostituire gli attori, mi piace lavorare con loro. Come regista, è questo che faccio. Quello che stiamo cercando di eliminare sono le cinque ore di trucco, che è il modo in cui venivano creati personaggi quali gli alieni, i lupi mannari, le streghe, i demoni e così via. Ora è possibile essere chiunque o qualunque cosa si voglia, a qualunque età, si può perfino cambiare sesso, senza le lungaggini e il fastidio di un trucco complicato».
Zoë Saldana si è esercitata a lungo per creare una realtà fisica per il suo personaggio, in modo da poter rappresentare al meglio la naturale grazia atletica di Neytiri. Sapeva che non si trattava di una semplice interpretazione vocale per un classico film d’animazione, quanto piuttosto di una “interpretazione totale”, in cui sarebbe stata catturata ogni sfumatura delle sue espressioni e dei suoi movimenti.
Cameron e gli attori hanno lavorato insieme nel “Volume” per oltre un anno, per quanto in modo discontinuo. Il rapporto di lavoro è stato intenso come quello che si instaura tradizionalmente su un set cinematografico, tranne che mancavano le luci, le macchine da presa e i carrelli Dolly. Era recitazione pura. Ciò ha permesso a tutti di focalizzarsi sull’interpretazione e sulle verità emotive di ogni momento, senza le distrazioni associate alla fotografia. Sia il regista sia gli attori sono rimasti affascinati dal processo, apprezzando il rapporto che si è creato e la concentrazione che il performance capture ha reso possibile. Ma solo quando hanno visto le prime scene ultimate dalla WETA, Cameron e il cast si sono resi veramente conto di quanto sarebbe stato rivoluzionario il film. Neytiri, Jake e Grace erano vivi.
Con Avatar era indispensabile raggiungere un’autenticità assoluta per tutti i numerosi personaggi. Quelli realizzati con la CG dovevano essere, come afferma Landau, «reali, pieni di sentimento ed emozionanti». Aggiunge Cameron: «Ogni sfumatura e sequenza di recitazione è stata creata dagli attori, che compiono tutte le azioni che voi vedete fare ai loro personaggi CG nel film, fino al più impercettibile gesto della mano. I personaggi sono precisamente ed esclusivamente ciò che gli attori hanno creato».
Avatar va un passo oltre, collocando questi personaggi fotorealistici in un mondo anch’esso generato al computer, ma che sembra totalmente reale. Ogni pianta, ogni roccia e ogni albero sono stati creati e integrati nei computer della WETA Digital, in Nuova Zelanda. Alcune significative innovazioni nell’illuminazione, nell’ombreggiatura e nel rendering hanno permesso alla WETA di creare un mondo fotorealistico che nei dettagli è alieno, ma che appare del tutto naturale. La WETA ha utilizzato un petabyte (mille terabyte) di memoria digitale per tutti gli “asset” del film realizzati con la CG… dalla miriade di piante, animali e insetti alle rocce, montagne e nuvole. Per rendere l’idea, Titanic ha richiesto due terabyte di memoria per creare (e affondare) la nave e le migliaia di passeggeri, circa 1/500 della memoria utilizzata per Avatar.
In aggiunta a questa complessità, Avatar è stato realizzato in 3D stereoscopico. Da un lato, quindi, la WETA ha dovuto lavorare in 3D per creare le scene CG (così come hanno fatto gli altri fornitori di effetti visivi, quali la ILM) e, dall’altro, anche le scene live action hanno dovuto essere girate in 3D. Per questa ragione, Cameron si è avvalso del Fusion Camera System, il sistema stereoscopico di ripresa da lui stesso co-sviluppato insieme a Vince Pace. Ci sono voluti sette anni di lavoro per mettere a punto il Fusion Camera System, che è oggi il sistema più avanzato del mondo per le riprese 3D. Le macchine da presa hanno funzionato in modo impeccabile sul set di Avatar, permettendo di mescolare le scene live action e quelle in CG in un connubio omogeneo.
Date le diverse tecnologie sviluppate specificamente per questo progetto, Avatar è stato di gran lunga il film più complesso fra tutti quelli firmati da Cameron. I realizzatori si sono avventurati in un territorio inesplorato, in cui hanno dovuto trovare le risposte man mano che procedevano lungo il cammino. Sono stati necessari diciotto mesi per identificare i vari passaggi e mettere a punto le modalità di performance capture, prima di catturare una sola scena con il cast. «Ho sempre cercato di ampliare i confini della scienza», sottolinea Cameron, “Ma questa volta sembravano invalicabili, così abbiamo dovuto impegnarci molto di più per superarli. Per fare un paragone, realizzare Avatar è stato come saltare da un dirupo e cucirti il paracadute mentre precipiti».
Ma queste tecnologie rivoluzionarie sono solo strumenti nella “borsa degli attrezzi” del regista e sono sempre al servizio della storia, delle emozioni e dei personaggi. Come afferma il produttore Jon Landau: «In definitiva, la reazione del pubblico ad Avatar non riguarderà la tecnologia, ma i personaggi e la storia che Jim ha creato. La tecnologia gli permette di rappresentare una storia che, altrimenti, non avrebbe potuto essere narrata». Aggiunge Cameron: «Alla fine, tutto si riduce alla domanda: La storia è buona?. Dopo tutto, la discussione riguarderà i personaggi – alieni e umani – e i loro percorsi».
Landau paragona l’uso che Cameron fa di dispositivi e strumenti innovativi in Avatar al modo in cui ha utilizzato le tecnologie più all’avanguardia all’epoca in cui ha realizzato Titanic, vincitore dell’Oscar come miglior film: «In Titanic Jim ha usato gli effetti visivi per far sentire le persone parte della storia; in Avatar si avvale di una nuova tecnologia per trasportare il pubblico nel futuro, in un altro mondo». Cameron osserva: «La tecnologia ha raggiunto un tale livello di perfezione da scomparire, lasciando solo la magia… la sensazione di essere veramente dentro la storia, con personaggi ed emozioni reali».

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